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anno 2010 - Istituto studi atellani

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persino nominato una specie di Giunta con la quale sembrava snobbare i CLN, che non<br />

pensò neppure di dover consultare. Nella seduta del 10 aprile 1944 il CLN, tenuto conto<br />

«delle varie tendenze politiche preminenti in Caivano, nonché delle organizzazioni<br />

sindacali regolarmente costituite, su votazione segretamente svoltasi su ogni nome», fu<br />

in grado di proporre i sei nomi dei nuovi assessori (quattro effettivi e due supplenti) al<br />

CLN provinciale, che li avrebbe indicati al Colonnello Poletti per la nomina a<br />

componenti della nuova giunta antifascista, mentre il 29 dello stesso mese l’avv. Donesi<br />

prendeva possesso della carica di sindaco e nominava assessori effettivi (già designati<br />

dal CLN) Sabatino Laurenza (PCI), Antonio De Rosa (P. d’Azione), Pietro Capece<br />

(PLI), Giuseppe Castaldo (DC), e supplenti Decio Caruso (in rappresentanza degli<br />

agricoltori e della frazione di Pascarola) e il muratore socialista Giuseppe Sarcinella. Il<br />

16 maggio l’organico della giunta era notificato dal sindaco al cap. Robertson,<br />

Governatore Militare Alleato con sede in Aversa, e il 18 al Prefetto di Napoli: era così<br />

costituita e insediata la nuova amministrazione CLN di un paese sotto l’occupazione<br />

delle truppe Alleate. Caivano allora ospitava, per così dire, reparti di truppe nordafricane<br />

destinate ad essere distrutte nel lungo indugio del fronte a Cassino. Agli ordini<br />

di ufficiali francesi, esse erano continuamente rinnovate per effetto degli ampi prelievi<br />

che se ne facevano via via che il fronte le richiedeva.<br />

Il 24 luglio 1944 il maggiore di guarnigione Moulin notificava al sindaco di Caivano<br />

che ogni lunedì, mercoledì e sabato, alle nove del mattino, presso il locale «Bureau de la<br />

Place», si sarebbero tenute riunioni in merito ai problemi di polizia generale, ordine<br />

pubblico e igiene, a cui erano tenuti a partecipare, per le rispettive responsabilità, oltre<br />

al sindaco, il comandante della locale stazione dei Carabinieri, il Comandante dei Vigili<br />

Urbani e il sanitario dott. Francesco Donadio. Per quanto atteneva all’ordine pubblico,<br />

un carabiniere, oppure un vigile, accompagnava le pattuglie militari circolanti: i civili<br />

arrestati erano rimessi ai Carabinieri, che erano tenuti ad informare il maggiore Moulin<br />

del seguito di ogni faccenda. Per le infrazioni minori si procedeva a sanzioni immediate<br />

come la chiusura temporanea di esercizio pubblico, la confisca di merce, la spazzatura<br />

delle strade e anche ammende in denaro a profitto delle opere di beneficenza del<br />

Comune.<br />

Il 30 luglio il maggiore Moulin riscontrava una richiesta del sindaco per una riduzione<br />

dell’importo delle multe, spiegando che ciò non era possibile perché le multe erano state<br />

fissate dal comando francese a beneficio del Comune: in ogni caso era sempre il sindaco<br />

con propria ordinanza a dover fare eseguire dai vigili urbani i provvedimenti di<br />

contravvenzione.<br />

Al podestà precedente era stato ingiunto dal Bureau di provvedere efficacemente alla<br />

nettezza delle vie, da lui sconciamente trascurata: l’immondizia era accantonata ai<br />

margini delle vie e ostruiva i canali di scolo. Dopo aver fatto distribuire per il paese una<br />

quantità di fusti vuoti destinati ai rifiuti, il Bureau ingiungeva al podestà di approntare<br />

un servizio di trenta uomini, con due responsabili, nonché di requisire quattro mezzi a<br />

trazione animale per la raccolta e il trasporto dei rifiuti, in ottemperanza alle ignorate<br />

severe norme dell’Autorità Alleata. La nota di «servizio» in data 29 aprile e indirizzata<br />

al «Potestat», ebbe subito esecuzione a cura del nuovo Sindaco. In quel medesimo aprile<br />

erano affluite in Caivano varie decine di famiglie di profughi provenienti da Anzio e il<br />

sindaco dovette provvedere a sistemarle, fornire loro un pasto caldo quotidiano e<br />

assegnare sussidi, per quanto insufficienti. Egli riuscì poi a far aggregare le famiglie di<br />

profughi alle varie mense militari operanti in paese.<br />

Ai primi di maggio il sindaco dovette attendere a «sollecitare e facilitare»<br />

l’autorizzazione delle competenti autorità italiane per l’apertura di «une maison de<br />

prostitution officielle» nell’immobile al n. 106 del corso Umberto, già requisito «pour<br />

les besoins de l’armèe francaise», indubbiamente il primo di una quantità di bordelli che<br />

in prosieguo di alcune settimane si aprirono in paese: i tempi e le condizioni di vita<br />

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