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anno 2010 - Istituto studi atellani

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costa era pertanto controllata, spesso con investimenti di ingenti somme di denaro;<br />

queste strutture potevano attivare un sistema di comunicazioni, per segnalare<br />

l’avvistamento di navi nemiche 61 .<br />

Come già era avvenuto durante l’antichità, anche in età moderna questa zona rivestiva<br />

un ruolo di primo piano in termini militari e strategici, il che avvenne nel corso<br />

dell’Ottocento soprattutto durante i moti del 1848 e successivamente nel Novecento,<br />

quando nel corso della seconda guerra mondiale il litorale tra Patti e Tindari fu dotato di<br />

un sistema di difesa costiera dalle truppe italiane e tedesche, funzionale ad un eventuale<br />

sbarco nemico, il quale poi avvenne nei pressi di Brolo ad opera degli Americani.<br />

Proprio il santuario di Tindari fu requisito dal Regio Esercito Italiano il 22 gennaio 1943<br />

e dopo occupato dai soldati inglesi, i quali vi installarono un ospedale militare 62 .<br />

Ritornando alla relazione di Manganaro, si deve ancora insistere sull’importanza del sito<br />

d’altura di Coda delle Volpi. Raggiungibile attraverso un sentiero, questa località è stata<br />

da sempre frequentata dai cacciatori. Manganaro ricordava che «nelle adjacenze del<br />

Porto non vi è acqua dolce per l’acquata de’ Bastimenti, ma pur procurarsene, bisogna<br />

andare alla distanza di un miglio dietro la Montagna suddetta della Coda delle Volpi,<br />

ove trovasi un Pozzo d’acqua sorgiva per comodo d’un’Abitazione colà esistente».<br />

L’approvvigionamento dell’acqua era una priorità per gli equipaggi delle imbarcazioni,<br />

le quali dovevano necessariamente rifornirsi prima di ripartire. Ad Oliveri questa<br />

procedura non era immediata e imponeva di recarsi «dietro la Montagna», dove da un<br />

pozzo di un’abitazione si poteva attingere l’acqua 63 . Coda delle Volpi rivestiva pertanto<br />

un’ulteriore funzione strategica, ovvero il controllo dall’alto dell’unico punto di<br />

approvvigionamento dell’acqua per l’area d’approdo di Oliveri, il che avvalorava<br />

ancora di più il progetto di Manganaro di fortificare la località, rendendola militarmente<br />

efficiente ed utile in caso di guerra.<br />

Dal Piano Topografico si possono apprendere le modalità di controllo e gestione del<br />

porto di Tindari-Oliveri. In particolare si ricorda che «la Deputazione di Salute a cui è<br />

soggetto questo Luogo è quella di Patti, in dove un Guardiano espressamente destinato,<br />

passando li Bastimenti per quella direzione, avvisa il Deputato di Salute, il quale vi si<br />

porta subito per mare, o pure per terra dalla parte del Tindaro per la Coda delle Volpi».<br />

61 BADOLATI 1921, p. 101: «una di queste torri fu costruita sulle balze rocciose (dette “Pietre<br />

Rosse”) che formano il Capo S. Croce (Promontorio di Tindari)»; MAZZAMUTO 1986, p. 32:<br />

nella tabella, tratta dal manoscritto originale di Sp<strong>anno</strong>cchi, figurano: «Gioiosa», «Patti y sus<br />

casales», «Oliveri»; p. 78: dall’elenco delle torri, inserito nel testo di Camilliani, compaiono le<br />

seguenti strutture: «[110] torre nuova alla Fetente», «[111] torre nuova al luoco detto<br />

Mongioia», «[113] torre nuova sopra il capo delo Tindaro»; RUSSO 1994, I, pp. 47-118, 296-<br />

299, fig. 272 Patti; II, p. 323: sono segnalate «[138] Capo Tindaro», «[139] Punta di<br />

Mongiove», «[140] Torre di Patti», «[141] Punta Fetente», «[142] Capo Calavà»; pp. 346 (S.<br />

Giorgio), 354 (Marina di Patti), 358 (Oliveri), 359 (Patti), 365 (Tindaro), 490: in un documento<br />

del 1805 è ricordata la torre di Marina di Patti con 2 c<strong>anno</strong>ni di bronzo (calibro 8 e 12),<br />

«spingardo con cavallitto», 3 schioppi e personale specializzato (caporale, 2 soldati, 1<br />

artigliere); p. 517, n. 377: planimetria e sezione della torre di Patti negli anni post-unitari.<br />

SIMONCINI 1997, p. 29; IRATO 2004, p. 96: dopo aver subito il saccheggio del pirata Barbarossa,<br />

si decise di ampliare la torre di Marina di Patti e di armarla con un nuovo c<strong>anno</strong>ne; SCIACCA<br />

2004, pp. 150-155: sono riportate le pagine dell’opera di Tiburzio Sp<strong>anno</strong>cchi Descrizione delle<br />

marine del Regno di Sicilia, tanto della quantità dei loro abitanti, come delle miglia di loro<br />

giurisdizione e delle loro guardie, castelli e torri (1578); SCIACCA 2009, pp. 3-7.<br />

62 AA.VV. 1848, pp. 75, 80, 190; CALVI 1851, III, pp. 203-204, 217, 219, 284: durante i moti<br />

del 1848 al Tindaro furono stanziate due compagnie di zappatori, comandate da S. Antonio, un<br />

colonnello delle forze irregolari; REITANO 1961, pp. 214-220; GRACEFFA 1988, pp. 82-83;<br />

SARDO INFIRRI 1998, pp. 124-132; MOLLICA 2000, pp. 132-133.<br />

63 Attualmente l’abitazione, considerata la genericità dell’informazione di Manganaro, non<br />

risulta ben identificabile, se ancora esistente.<br />

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