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anno 2010 - Istituto studi atellani

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Legnante, che aveva seguito con particolare le operazioni di scavo, si adoperò subito<br />

con i colleghi dei comuni limitrofi, per costituire il Consorzio Archeologico Atellano, al<br />

cui interno fu istituita una commissione presieduta dal giudice Domenico Galasso,<br />

Pretore di Frattamaggiore e appassionato di archeologia. La finalità del consorzio era<br />

quella di reperire ulteriori fondi per la prosecuzione degli scavi. Ma il loro sogno era<br />

soprattutto quello di realizzare un Parco Archeologico mediante esproprio dei terreni<br />

ricadenti nel perimetro dell'antica città. Seguirono anni difficili, le risorse non<br />

arrivarono e il sogno rimase tale. L'area archeologica fu abbandonata al suo destino, in<br />

preda all'opera devastatrice di tombaroli: furono irrimediabilmente compromessi i siti e<br />

numerosi reperti andarono perduti. L'amore per la (ri)scoperta del passato continuava a<br />

nutrire i cuori di tanti <strong>atellani</strong> e di diverse associazioni, nel frattempo costituitesi con il<br />

precipuo scopo di salvare le testimonianze archeologiche (vedi <strong>Istituto</strong> di Studi Atellani,<br />

Archeoclub di Atella, Pro Loco di Sant'Arpino). Questi sodalizi, creati da quei giovani<br />

che in qualità di studenti avevano assistito agli scavi del 1966, riescono a dare un<br />

impulso forte alla conoscenza dell'antichità, promuovendo sia la pubblicazione di testi<br />

di buon valore scientifico che la costituzione di istituzioni culturali permanenti, tra cui<br />

un museo per accogliere le testimonianze materiali atellane (vedi inaugurazione del<br />

Museo Archeologico di Atella avvenuta in Succivo il 5 aprile del 2002).<br />

L’edificio che ospitava il municipio di Atella di Napoli<br />

La comunità atellana, non smette mai di inseguire questo sogno: si organizzano dibattiti,<br />

convegni, incontri vari per capire le strade possibili da intraprendere per arrivare al<br />

fatidico obiettivo.<br />

Il sistema viario e la centuriazione del territorio di Atella è l'oggetto di uno <strong>studi</strong>o<br />

effettuato da Bencivenga Trillmich nel 1984 che tra l'altro scrive:<br />

L’evoluzione urbana di Atella non può essere definita con precisione, se non<br />

nel perimetro di forma trapezoidale delle mura in grossi blocchi di tufo<br />

provviste di un ampio fossato e databile tra la metà del IV secolo o agli inizi<br />

del III secolo a.C. All'interno del centro abitato sono stati individuati gli assi<br />

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