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le foreste disetanee, ricche di alberi<br />
cavi che garantiscono loro non soltanto<br />
il rifugio diurno ma anche la fonte da<br />
cui provengono le loro prede. Infatti,<br />
molti insetti predati dai pipistrelli svolgono<br />
almeno una <strong>parte</strong> del loro ciclo<br />
biologico nelle cavità dei tronchi,<br />
essendo xilofagi, saprofagi o micofagi.<br />
Altri ancora sono parassiti o predatori<br />
di questi, e pertanto dipendono anche<br />
loro dai vecchi alberi, sebbene in<br />
maniera indiretta. Fra le specie di questa<br />
articolata e complessa comunità<br />
Nottola (Nyctalus noctula)<br />
notturna ricordiamo le nottole (Nyctalus<br />
noctula, N. leisleri, N. lasiopterus), l’orecchione bruno (Plecotus auritus), il<br />
barbastello (Barbastella barbastellus), i pipistrelli propriamente detti (Pipistrellus<br />
nathusii, P. pipistrellus, Hypsugo savii), il serotino comune (Eptesicus serotinus)<br />
e alcuni vespertili (Myotis bechsteinii, M. mystacinus).<br />
Il mosaico ambientale costituito dalle faggete e dalle radure montane rappresenta<br />
una delle tipologie di habitat più importanti per i chirotteri dell’Italia<br />
appenninica. Probabilmente, molti individui di specie silvicole ad alta valenza<br />
ecologica colonizzano la faggeta per evitare la competizione ed il sovraffollamento<br />
del querceto caducifoglio. Da una <strong>parte</strong>, le temperature basse della<br />
faggeta possono rappresentare un fattore limite per i chirotteri; dall’altra però,<br />
l’umidità elevata anche durante i mesi estivi può costituire un vantaggio contro<br />
la siccità stagionale e la povertà di insetti sopravvenuta in altri ambienti. È probabile<br />
che anche i chirotteri, come altri mammiferi e molti uccelli, compiano<br />
spostamenti verticali in relazione alla stagione.<br />
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Gatto selvatico (Felis s. silvestris)<br />
● Carnivori. I mammiferi carnivori hanno una grande valenza ecologica. Il lupo<br />
(Canis lupus), la volpe (Vulpes vulpes), la martora (Martes martes), la faina<br />
(Martes foina), la puzzola (Mustela putorius), la donnola (Mustela nivalis), il tasso<br />
(Meles meles) e il gatto selvatico (Felis silvestris silvestris) sono presenti in<br />
tutti i tipi di habitat forestali dell’Italia appenninica. L’ampio spettro di prede<br />
potenziali e la relativa indifferenza ai fattori abiotici (temperatura, umidità ecc.)<br />
consentono a queste specie di vivere in contesti ambientali assai diversi. Ciò<br />
che limita la loro distribuzione effettiva sono soprattutto le conseguenze dell’attività<br />
umana sull’ambiente, come la deforestazione e l’inquinamento, o l’eliminazione<br />
diretta attraverso la caccia e la persecuzione attuata con vari mezzi<br />
(esche avvelenate, tagliole, ecc.). Altri fattori che determinano l’assenza o la<br />
rarità di questi animali in certe zone sono l’impoverimento delle catene alimen-