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tecce e le pietre, nell’erba delle radure, ecc. In faggeta troviamo membri di<br />
numerose famiglie tra cui disderidi, segestriidi, tetragnatidi, metidi, araneidi,<br />
linifiidi, teridiidi, licosidi, agelenidi, amaurobiidi, clubionidi, gnafosidi, filodromidi,<br />
tomisidi e salticidi.<br />
Per fare alcuni esempi, agli araneidi appartiene Aranaeus diadematus presente<br />
soprattutto sulla vegetazione delle radure e che costruisce ragnatele di forma<br />
regolare con cui cattura mosche e piccole farfalle. Ai teridiidi ap<strong>parte</strong>ngono<br />
ragni di piccole dimensioni, dall’addome rotondeggiante e colorazione<br />
varia (spesso scura), che vivono sulla vegetazione, sotto pietre o nelle cavità<br />
degli alberi. Ai licosidi, ap<strong>parte</strong>ngono, invece, i ragni lupo, di dimensioni maggiori<br />
e con un rivestimento di peli corti ma densi su tutto il corpo. I membri di<br />
questa famiglia cacciano a vista senza utilizzare tele; alcune specie costruiscono<br />
gallerie nel suolo, dove si rifugiano. Diverse specie di gnafosidi vivono<br />
nelle faggete sotto le pietre e le cortecce, oppure nella lettiera. Questi ragni<br />
sono generalmente di dimensioni medie e di colore prevalentemente grigio o<br />
nero; sono attivi di notte e cacciano le prede a vista. I tomisidi li troviamo<br />
soprattutto nelle radure: si mimetizzano sui fiori, in attesa di farfalle e di altri<br />
insetti. Infine, i salticidi li possiamo osservare mentre si spostano velocemente<br />
sulle piante o sui tronchi degli alberi, alla ricerca di minuscole prede che<br />
aggrediscono a sorpresa. Oltre a svolgere il ruolo di predatori, i ragni rappresentano<br />
una risorsa alimentare per molti animali che vivono nelle faggete e<br />
nelle radure, come gli uccelli e le lucertole.<br />
Opilioni e acari. L’ambiente in cui<br />
possiamo più facilmente osservare gli<br />
opilioni è costituito dalle radure, dove<br />
questi aracnidi si rinvengono sulle<br />
piante. Hanno un aspetto simile a<br />
ragni dal corpo assai compatto e globoso,<br />
da cui partono otto lunghissime<br />
zampe. Se disturbati, iniziano a vibrare<br />
sulle zampe con un movimento<br />
oscillatorio regolare che, probabilmente,<br />
ha la funzione di confondere il<br />
predatore. Sotto le pietre, in mezzo<br />
alla lettiera, possiamo trovare i Trogulus,<br />
opilioni dall’aspetto particolare,<br />
con il corpo appiattito e le zampe relativamente<br />
corte, oppure Astrobunus<br />
kochii che vive aderente alla faccia<br />
inferiore dei ciottoli stessi.<br />
L’opilionide Astrobunus kochii<br />
Gli acari comprendono tante famiglie,<br />
adattate a stili di vita molto diversi. Alcune specie sono galligene, ovvero producono<br />
galle, formazioni tumorali che si sviluppano sui rametti o sulle foglie<br />
delle piante in seguito alla loro puntura. Tra gli acari galligeni ricordiamo Aceria<br />
nervisequus e Acalitus stenaspis, ap<strong>parte</strong>nenti alla famiglia degli eriofiidi,<br />
entrambi parassiti specifici del faggio. Molte specie vivono nel suolo: è il caso<br />
degli oribatidi, piccoli acari dal corpo globoso o a forma di pera che rappresentano<br />
un’importante componente della fauna del suolo. Insieme ai nematodi e ai<br />
collemboli sono gli organismi più numerosi nella lettiera e nell’humus forestale.<br />
Molti altri acari, invece, sono parassiti e attaccano animali di tutti i tipi. Ne troviamo<br />
su insetti e su vertebrati di tutte le classi. Le specie del genere Sarcoptes<br />
provocano forme di scabbia in diverse specie di mammiferi; nell’Italia appenninica<br />
sono state trovate anche sull’orso marsicano, anche se il principale serbatoio<br />
sembra essere il cinghiale. Inoltre è da segnalare Trombicula autumnalis,<br />
presente in tutti gli ambienti boschivi sia planiziari che montani. Questo acaro<br />
trova il suo serbatoio naturale in alcuni mammiferi selvatici, in modo particolare<br />
nel tasso e nella volpe, ma attacca spesso anche l’uomo, producendo temporanee<br />
ma fastidiose irritazioni della pelle. L’infestazione è causata non dagli<br />
adulti ma dalle larve esapode che pungono la pelle scaricandovi dentro enzimi<br />
digestivi per poi succhiare le cellule liquefatte. Gli adulti vivono sulle piante e si<br />
nutrono di fluidi vegetali. Anche le zecche sono frequenti sui mammiferi della<br />
faggeta. Ricordiamo i generi Ixodes, Rhipicephalus e Hyalomma su volpe, orso,<br />
martora, donnola, cinghiale, cervo e capriolo.<br />
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Aranaeus diadematus