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2° parte - Udine Cultura

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■ Insetti<br />

Gli insetti sono la componente animale più importante delle faggete, come di<br />

tutti gli ambienti forestali. Pertanto ad essi verrà dato molto spazio in queste<br />

pagine, in particolare all’ordine dei coleotteri che presenta una grande diversificazione<br />

di ruoli ecologici. Gli insetti sono la base delle reti alimentari e permettono<br />

l’esistenza di tutti gli altri animali, in particolare dei vertebrati, di cui<br />

rappresentano la principale risorsa alimentare. Inoltre, riescono a raggiungere<br />

un elevato grado di biodiversità nonostante la povertà di specie vegetali presenti<br />

in faggeta. Ciò si spiega con le complesse relazioni interspecifiche fra di<br />

essi, in cui oltre ai fitofagi, saprofagi e micofagi, figurano reti intricate di predatori<br />

e parassiti che dipendono gli uni dagli altri.<br />

Ortotteri e dermatteri. Gli ortotteri comprendono grilli, cavallette e locuste,<br />

insetti adattati a saltare fra la vegetazione erbacea. La maggior <strong>parte</strong> delle specie<br />

vive in ambienti aperti, essendo di origine steppica. Le faggete, come tutti gli<br />

ambienti forestali scarsamente illuminati e poveri di piante erbacee, non sono<br />

particolarmente attraenti per i membri di questo ordine. Fra le specie che si possono<br />

trovare ricordiamo i grillidi Petaloptila andreinii e Gryllomorpha dalmatina, e<br />

i rafidoforidi del genere Dolichopoda, che vivono in generale negli ambienti umidi<br />

e ombrosi, trovando rifugio nelle cavità rocciose e dei tronchi, o sotto le cataste<br />

di legna. I dermatteri comprendono invece le cosiddette forbicine, insetti<br />

adattati a vivere negli interstizi, per esempio nelle fessure tra le rocce, sotto le<br />

cortecce degli alberi morti, o sotto le pietre. In faggeta possiamo trovare Pseudochelydura<br />

orsinii (Appennino settentrionale e centrale), Forficula silana<br />

(Appennino meridionale e Siculo) e Chelidurella acanthopygia (Alpi e Appennino<br />

settentrionale). Quest’ultima, come altre specie congeneri endemiche delle Alpi,<br />

è un elemento della fascia submontana e montana, che vive al margine tra la<br />

foresta mesofila e i pascoli, e sverna nella lettiera dei boschi di latifoglie.<br />

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Pseudochelydura orsinii Forficula silana<br />

Emitteri. L’ordine degli emitteri è caratterizzato dalla presenza di un apparato<br />

boccale succhiatore pungente, adattamento che consente loro di nutrirsi di<br />

cibi liquidi, come il sangue o la linfa. Si divide in tre sottordini: stenorrinchi (afidi<br />

o pidocchi delle piante e cocciniglie), auchenorrinchi (cicale e cicadelle) e<br />

eterotteri (cimici). Fra i primi, ricordiamo l’afide del faggio, Phyllaphis fagi, che<br />

punge i rametti terminali e le foglie della pianta per succhiarne la linfa. Il colore<br />

di questi afidi è assai variabile: giallo, verde, arancione, a seconda del sesso<br />

e della generazione. Le femmine che si riproducono per <strong>parte</strong>nogenesi<br />

sono diverse per colore e forma da quelle destinate ad accoppiarsi, e dai<br />

maschi. La puntura di questa specie provoca l’arrotolamento longitudinale dei<br />

lembi fogliari per ripiegamento dei loro margini verso il basso. Foglie e rametti<br />

si disseccano rapidamente. Il danno prodotto ai faggi può essere tale da<br />

richiedere un trattamento, quando si tratta di piante localizzate in giardini pubblici<br />

o in aree boschive di ridotta estensione. Le cocciniglie sono emitteri mol-

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