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■ Insetti<br />
Gli insetti sono la componente animale più importante delle faggete, come di<br />
tutti gli ambienti forestali. Pertanto ad essi verrà dato molto spazio in queste<br />
pagine, in particolare all’ordine dei coleotteri che presenta una grande diversificazione<br />
di ruoli ecologici. Gli insetti sono la base delle reti alimentari e permettono<br />
l’esistenza di tutti gli altri animali, in particolare dei vertebrati, di cui<br />
rappresentano la principale risorsa alimentare. Inoltre, riescono a raggiungere<br />
un elevato grado di biodiversità nonostante la povertà di specie vegetali presenti<br />
in faggeta. Ciò si spiega con le complesse relazioni interspecifiche fra di<br />
essi, in cui oltre ai fitofagi, saprofagi e micofagi, figurano reti intricate di predatori<br />
e parassiti che dipendono gli uni dagli altri.<br />
Ortotteri e dermatteri. Gli ortotteri comprendono grilli, cavallette e locuste,<br />
insetti adattati a saltare fra la vegetazione erbacea. La maggior <strong>parte</strong> delle specie<br />
vive in ambienti aperti, essendo di origine steppica. Le faggete, come tutti gli<br />
ambienti forestali scarsamente illuminati e poveri di piante erbacee, non sono<br />
particolarmente attraenti per i membri di questo ordine. Fra le specie che si possono<br />
trovare ricordiamo i grillidi Petaloptila andreinii e Gryllomorpha dalmatina, e<br />
i rafidoforidi del genere Dolichopoda, che vivono in generale negli ambienti umidi<br />
e ombrosi, trovando rifugio nelle cavità rocciose e dei tronchi, o sotto le cataste<br />
di legna. I dermatteri comprendono invece le cosiddette forbicine, insetti<br />
adattati a vivere negli interstizi, per esempio nelle fessure tra le rocce, sotto le<br />
cortecce degli alberi morti, o sotto le pietre. In faggeta possiamo trovare Pseudochelydura<br />
orsinii (Appennino settentrionale e centrale), Forficula silana<br />
(Appennino meridionale e Siculo) e Chelidurella acanthopygia (Alpi e Appennino<br />
settentrionale). Quest’ultima, come altre specie congeneri endemiche delle Alpi,<br />
è un elemento della fascia submontana e montana, che vive al margine tra la<br />
foresta mesofila e i pascoli, e sverna nella lettiera dei boschi di latifoglie.<br />
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Pseudochelydura orsinii Forficula silana<br />
Emitteri. L’ordine degli emitteri è caratterizzato dalla presenza di un apparato<br />
boccale succhiatore pungente, adattamento che consente loro di nutrirsi di<br />
cibi liquidi, come il sangue o la linfa. Si divide in tre sottordini: stenorrinchi (afidi<br />
o pidocchi delle piante e cocciniglie), auchenorrinchi (cicale e cicadelle) e<br />
eterotteri (cimici). Fra i primi, ricordiamo l’afide del faggio, Phyllaphis fagi, che<br />
punge i rametti terminali e le foglie della pianta per succhiarne la linfa. Il colore<br />
di questi afidi è assai variabile: giallo, verde, arancione, a seconda del sesso<br />
e della generazione. Le femmine che si riproducono per <strong>parte</strong>nogenesi<br />
sono diverse per colore e forma da quelle destinate ad accoppiarsi, e dai<br />
maschi. La puntura di questa specie provoca l’arrotolamento longitudinale dei<br />
lembi fogliari per ripiegamento dei loro margini verso il basso. Foglie e rametti<br />
si disseccano rapidamente. Il danno prodotto ai faggi può essere tale da<br />
richiedere un trattamento, quando si tratta di piante localizzate in giardini pubblici<br />
o in aree boschive di ridotta estensione. Le cocciniglie sono emitteri mol-