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PORCA PUTTANA - galileo ferraresi

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prostitute non tossicodipendenti. Ricerche svolte negli ultimi otto<br />

anni a Londra, Amsterdam, Parigi, Zurigo, Vienna, Atene,<br />

Pordenone, Callao (Perù), Reno (Usa), Tijuana (Messico) e nella<br />

Tunisia centrale hanno dato risultati analoghi: l'attività sessuale<br />

delle prostitute non è un elemento di diffusione dell'Aids.<br />

Questi dati sono tanto più sconcertanti se si considera che per la loro<br />

attività pochissime delle intervistate usano profilattici e infatti dal 25<br />

al 50% delle prostitute era affetta da sifilide e circa le stesse<br />

percentuali si sono avute per l'epatite B mentre il 95-100% delle<br />

intervistate presentava traccia di anticorpi di altre malattie di<br />

origine sessuale come la clamidia, l'herpes simplex di tipo I e II e<br />

gonorrea.<br />

Un'analisi compiuta da ricercatori inglesi nel 1992-93 su 25<br />

prostitute di una bidonville di Nairobi ha riscontrato che dopo oltre<br />

cinque anni di accoppiamenti mercenari con clienti ad altissimo<br />

rischio e senza l'uso di profilattici le donne non solo non hanno<br />

contratto l'Aids, ma non sono neppure diventate sieropositive.<br />

Per alcuni ricercatori i fattori di rischio per la diffusione dell'Hiv<br />

sarebbero da considerare o l'uso di droghe o lo scambio di siringhe<br />

infette e sangue, di certo non l'attività sessuale anche se compiuta,<br />

come è il caso delle prostitute analizzate, con centinaia di individui<br />

all'anno.<br />

Da quando una decina d'anni fa (aprile 1984) un ricercatore<br />

americano, Robert Gallo, annunciò al mondo di aver scoperto l'Hiv,<br />

il retrovirus responsabile del'Aids, e si iniziò la campagna mondiale<br />

di moralizzazione contro le attività sessuali extraconiugali e<br />

omosessuali, per l'incosnscio collettivo sesso e Aids andarono a<br />

braccetto.<br />

Dieci anni dopo poche cose dividono la scienza medica come l'Aids.<br />

Da un lato la scuola dei ricercatori legati alle grosse multinazionali<br />

farmaceutiche che vede in questa peste la conseguenza delle droghe<br />

e del sesso smodato, dall'altra chi imputa la carenza di difese<br />

immunitarie ad una serie di concause fra cui le emissioni di<br />

radiofrequenze, l'uso di droghe, l'inquinamento atmosferico,<br />

nucleare e alimentare e infine, ma non ultimo, gli stress e le<br />

depressioni vissute in solitudine e non risolte.<br />

Se sul fronte "ufficiale" italiano si continua a considerare l'Aids una<br />

malattia a trasmissione sessuale e si spendono miliardi per

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