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Relazione avv. Cosimo PALUMBO - Ordine degli Avvocati di Ivrea

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cautelare, la parte espiata “in anticipo” va imputata al reato ostativo (ex<br />

pluribus Cass. Pen. Sez. I sent. n. 11320 del 12/4/99 ric. Ronga).<br />

Invero, è principio giurisprudenziale consolidato quello per cui ogni<br />

volta che l’unitarietà della pena abbia effetti pregiu<strong>di</strong>zievoli per il<br />

condannato si debba scindere (il cumulo o la condanna) imputando le<br />

pene ostative alla carcerazione già sofferta e, in ogni caso, conteggiando<br />

tali pene come espiate per prime.<br />

Un primo atto che il <strong>di</strong>fensore può rivolgere <strong>di</strong>rettamente al P.M., è<br />

un’istanza o richiesta <strong>di</strong> rettifica dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> carcerazione, qualora il<br />

conteggio non sia stato correttamente effettuato.<br />

Se invece l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> carcerazione è già stato emesso e contiene <strong>degli</strong><br />

errori residua sempre il rime<strong>di</strong>o del cosiddetto “incidente <strong>di</strong> esecuzione”.<br />

E qui entra in gioco il Giu<strong>di</strong>ce dell’Esecuzione che va in<strong>di</strong>viduato a<br />

norma dell’art. 665 del c.p.p. (v. infra).<br />

Al comma V dell’art. 656 viene stabilito il principio per cui, al <strong>di</strong> fuori<br />

delle ipotesi <strong>di</strong> cui all’art.656, IX e X c.,c.p.p. ed a con<strong>di</strong>zione la pena<br />

residua non sia superiore a tre anni, o sei nei casi <strong>di</strong> condanna commessa<br />

in relazione allo stato <strong>di</strong> tossico<strong>di</strong>pendenza ( art 90/94 T.U. Stup al quale<br />

è parificato l’alcool<strong>di</strong>pendente), l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> esecuzione deve includere<br />

decreto <strong>di</strong> sospensione della carcerazione con <strong>avv</strong>iso che, decorsi 30<br />

giorni dalla notifica senza che sia stata presentata istanza <strong>di</strong> misura<br />

alternativa alla detenzione, l’esecuzione della pena avrà corso<br />

imme<strong>di</strong>ato.<br />

La presentazione dell’istanza sospende sino alla decisione del Tribunale<br />

<strong>di</strong> Sorveglianza la detenzione, in<strong>di</strong>pendentemente dalla fondatezza della<br />

stessa; la mancata presentazione dell’istanza alla Cancelleria del<br />

Tribunale <strong>di</strong> Sorveglianza o alla Segreteria della Procura determina la<br />

imme<strong>di</strong>ata revoca del decreto <strong>di</strong> sospensione e la conseguente<br />

carcerazione. Se il Tribunale <strong>di</strong> Sorveglianza rigetta l’istanza, lo<br />

comunica al P.M. competente che emetterà or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> carcerazione (art.<br />

659 c.p.p.).<br />

Non si dà luogo a sospensione, conce<strong>di</strong>bile una volta soltanto, quando:<br />

1) la pena da eseguire è superiore a tre anni, anche “cumulata” (od a sei<br />

se pena inflitta per fatto commesso in relazione allo stato <strong>di</strong><br />

tossico<strong>di</strong>pendenza),<br />

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