Relazione avv. Cosimo PALUMBO - Ordine degli Avvocati di Ivrea
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L’ESECUZIONE DELL’ORDINE DI CARCERAZIONE;<br />
L’ATTIVITÀ DEL PUBBLICO MINISTERO E DEL DIFENSORE<br />
Esiste una prima fase del proce<strong>di</strong>mento esecutivo in cui, prima <strong>di</strong><br />
rivolgersi al Giu<strong>di</strong>ce dell’esecuzione,possono essere poste all’attenzione<br />
del Pubblico Ministero, (l’organo deputato all’esecuzione delle sentenze<br />
<strong>di</strong> condanna), istanze e richieste.<br />
L’art. 655 del c.p.p., nel trattare l’esecuzione dei provve<strong>di</strong>menti<br />
giuris<strong>di</strong>zionali (sentenze o quei decreti penali <strong>di</strong> condanna), attribuisce<br />
questo onere al P.M..<br />
1. L’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> carcerazione<br />
La norma car<strong>di</strong>ne del processo esecutivo è l’art. 656 c.p.p., all’apparenza<br />
<strong>di</strong> semplice lettura ma la cui valutazione implica un bagaglio più ampio<br />
<strong>di</strong> conoscenze.<br />
Il comma primo fissa il dovere del Pubblico Ministero <strong>di</strong> emettere or<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong> carcerazione,provve<strong>di</strong>mento con il quale se il condannato è in libertà<br />
viene <strong>di</strong>sposta, a certe con<strong>di</strong>zioni la cattura e, se detenuto, viene mutato<br />
il titolo <strong>di</strong> detenzione da custo<strong>di</strong>a cautelare in detenzione definitiva. In<br />
questo caso l’or<strong>di</strong>ne è comunicato al Ministro <strong>di</strong> Giustizia e notificato<br />
all’interessato(656,II c., c.p.p).<br />
Il primo problema è dato dall’in<strong>di</strong>viduazione del P.M. competente e<br />
viene risolto attraverso il riferimento al Giu<strong>di</strong>ce competente (art.665,I<br />
c..p.p. in combinazione con l’art. 655 c.p.p.) in materia <strong>di</strong> esecuzione.<br />
Questi è sempre il Giu<strong>di</strong>ce che ha deliberato il provve<strong>di</strong>mento ad<br />
eccezione :<br />
- della sentenza riformata in appello (art. 665, II c., c.p.p. che<br />
fissa la competenza del Giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Appello solo nel caso <strong>di</strong> riforma<br />
sostanziale) anche nel caso <strong>di</strong> sentenza emessa nei confronti <strong>di</strong> più<br />
persone, tutte condannate ovvero in parte condannate ed in parte<br />
assolte ( in questi casi vi è sempre la competenza del Giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />
Appello,salva l’ipotesi <strong>di</strong> una mera conferma <strong>di</strong> tutte le condanne<br />
<strong>di</strong> primo grado o <strong>di</strong> una riduzione delle pene);<br />
- della pluralità <strong>di</strong> condanne a pena detentiva e /o pecuniaria,<br />
(art. 665,IV c.c.p.. in relazione al 663 c.p.p. che sancisce l’obbligo<br />
del provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> unificazione <strong>di</strong> pene concorrenti) con<br />
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