Relazione avv. Cosimo PALUMBO - Ordine degli Avvocati di Ivrea

IL PROCEDIMENTO DAVANTI AL GIUDICE
DELL’ESECUZIONE
1. L’individuazione del Giudice dell’Esecuzione.
Il Giudice dell’Esecuzione è colui che ha emesso la sentenza passata in
giudicato.
Se è una sola sentenza, non vi sono problemi. Se però sono più le
sentenze di condanna, il Giudice dell’Esecuzione è quello che ha emesso
la condanna divenuta irrevocabile per ultima, che non necessariamente è
quello che ha emesso l’ultima condanna (art. 665 c.p.p.).
Ciò premesso, individuato il Tribunale (GIP o Tribunale sezione
dibattimento) o la Corte d’Appello quale Giudice dell’Esecuzione
territorialmente competente, occorre ulteriormente individuare quale è il
Giudice che ha effettivamente emesso la condanna in esecuzione.
Già si è affrontato in parte il problema (v. supra) trattando della
individuazione del P.M. competente perl’esecuzione. Qui occorre
ribadire che:
- se il Giudice di appello ha confermato la sentenza di primo grado, il
Giudice dell’Esecuzione è il Tribunale.
- se c’è stata una riforma in grado di appello, il Giudice dell’Esecuzione
diventa il Giudice di appello.
Se in secondo grado sono state concesse le circostanze attenuanti
generiche (non concesse in primo grado), il Giudice dell’Esecuzione è la
Corte d’Appello, perché c’è stata una modifica sostanziale del titolo di
reato (non più per esempio furto aggravato ma, in virtù delle concesse
circostanze attenuanti equivalenti alle aggravanti, furto semplice). Così
pure se è mutata la qualificazione del fatto (da rapina impropria a furto
con destrezza), il Giudice dell’Esecuzione sarà il Giudice di appello.
Tuttavia, se il Giudice di Appello si è limitato a ridurre la pena senza
intervenire sul bilanciamento delle circostanze il Giudice dell’Esecuzione
è quello di prime cure (GIP o Tribunale).
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