La cucina del mare - B2B24 - Il Sole 24 Ore
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APPROFONDIMENTO<br />
<strong>La</strong> proposta di pesce crudo, sia in veste di ricette tradizionali<br />
italiane (alici e acciughe marinate, carpacci e altro ancora) sia<br />
mutuata dalla tradizione alimentare <strong>del</strong>la <strong>cucina</strong> nipponica (sushi<br />
e sashimi), è ben salda nel nostro Paese. I problemi parassitologici,<br />
legati alla possibile presenza di parassiti nella massa muscolare<br />
<strong>del</strong> pesce che, senza trattamento termico, restano vitali e vengono<br />
ingeriti dal consumatore, sono però reali e da non sottovalutare.<br />
I parassiti più frequenti nei pesci sono quelli appartenenti alla<br />
famiglia Anisakidae e, se ingeriti dall’uomo, sono causa di<br />
importanti problemi sanitari. Tra le specie ittiche più soggette ad<br />
infestazione da Anisakis troviamo l’alice o acciuga, la sardina, lo<br />
sgombro, l’aringa, il tracuro, il pesce spatola, il merluzzo o nasello,<br />
le triglie, il branzino o spigola, i tonni. <strong>Il</strong> Regolamento Ce n.<br />
853/2004, nell’Allegato III, sezione VIII, capitolo III, lettera D,<br />
stabilisce che “i prodotti ittici di seguito precisati devono essere<br />
congelati a una temperatura non superiore a -20°C in ogni<br />
parte <strong>del</strong>la massa per almeno <strong>24</strong> ore” e conclude affermando<br />
che “il trattamento dev’essere eseguito sul prodotto crudo o sul<br />
prodotto finito”. Tale trattamento ha solo uno scopo preventivo<br />
e quindi se il pesce è manifestamente infestato non dev’essere<br />
messo in commercio. I prodotti per i quali tale trattamento è<br />
obbligatorio sono: i prodotti <strong>del</strong>la pesca che vanno consumati<br />
crudi o praticamente crudi; aringhe, sgombri, spratti e salmone<br />
selvatico destinati all’affumicatura a freddo (inferiore a 60°C); i<br />
prodotti <strong>del</strong>la pesca marinati e/o salati se il trattamento praticato<br />
non garantisce la distruzione <strong>del</strong>le larve di nematodi. Tale obbligo<br />
era già stabilito in Italia dall’Ordinanza <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la<br />
Sanità 12 maggio 1992, e poi dal capitolo IV, paragrafo V,<br />
<strong>del</strong> DLgs n. 531/1992 attuativo <strong>del</strong>la Direttiva 91/493/CEE. <strong>La</strong><br />
somministrazione di pesce crudo non sottoposto al trattamento di<br />
cui sopra corrisponde al mancato rispetto dei “requisiti relativi ai<br />
parassiti” di cui all’Allegato III, sezione VIII, capitolo III, lettera<br />
D, <strong>del</strong> Regolamento (CE) n. 853/2004, in violazione <strong>del</strong>l’Art.<br />
4, par. II, <strong>del</strong> Regolamento (CE) n. 852/2004. Tale violazione<br />
è prevista e sanzionata dall’Art. 6, comma 5, <strong>del</strong> Decreto<br />
Legislativo n. 193/2007: sanzione amministrativa pecuniaria<br />
da euro 1.000 a euro 6.000, con facoltà di pagare in misura<br />
ridotta la somma di euro 2.000 secondo la Legge n. 689/1981.<br />
Va infine segnalato che la somministrazione di un alimento invaso<br />
da parassiti integra la violazione <strong>del</strong>l’Art. 5, lettera d), <strong>del</strong>la Legge<br />
30 aprile 1962 n. 283, punita dall’Art. 6 <strong>del</strong>la stessa Legge con<br />
l’arresto fino ad un anno e l’ammenda da euro 30 a euro 30.987.<br />
Se i parassiti appartengono alle specie pericolose per l’uomo la<br />
violazione è quella <strong>del</strong>l’art. 444 <strong>del</strong> Codice Penale e le pene<br />
arrivano alla reclusione da sei mesi a tre anni. Gregori Nalon<br />
sanità<br />
IL RISCHIO ANISAKIS<br />
IN PRIMO PIANO<br />
PROCEDURE<br />
E ISPEZIONI<br />
da attuare<br />
1. <strong>Il</strong> controllo visivo di chi<br />
si appresta a proporre crudi<br />
pesci a rischio è l’arma più<br />
immediata per limitare<br />
possibili danni. Ma tale<br />
controllo non è sufficiente<br />
e vanno seguite le prescritte<br />
procedure di congelazione.<br />
2. Le larve di anisakis sono<br />
ben visibili a occhio nudo.<br />
Misurano dai 1 ai 3 cm<br />
e hanno una colorazione<br />
bianco-rosato. Nell’uomo<br />
causano la cosiddetta<br />
Anisakidosi, la cui gravità<br />
dipende, anche, dalla<br />
sensibilità di chi li ingerisce.<br />
AGOSTO-SETTEMBRE-2011<br />
15<br />
QUALITALY