Un percorso montano forinese e le sue storie di vita

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ti, a scopo di rapina, due carrettieri, nei pressi della croce di San Marco, a Celzi. Altre volte capitava che qualche carro finisse giù per un burrone, altre volte il cavallo o il mulo al traino uccidevano o storpiavano con un calcio il malcapitato che gli capitava a tiro. Ma era un lavoro, e per un pezzo di pane c’era chi rischiava anche di più. Un carro con somaro in Piazza Tigli 122
Capita di incontrare... CAPITOLO X Io vivo da sempre qui. Il mio mondo sono questi monti. Svolazzo, picchio, plano, sfrutto le correnti, osservo. Il mio punto d’osservazione preferito è quest’albero, su questo poggio. E da qui che parto per procurarmi la pappa... un topo, una biscia, un riccio... lo prendo tra i miei artigli e me lo porto qui sopra, per sbocconcellarmelo con tutta calma. Non è che ci goda ad ammazzare gli altri, però devo sopravvivere in qualche modo. Morte tua, vita mia, si dice. Poi, un giorno, mentre imprudentemente me ne stavo su di un ramo vicino al ciglio della strada, ecco che arriva lui. Non immaginate quante risate mi sono fatto quando lo visto gettarsi pressocchè al volo da quello scassone con la fotocamera in mano. Un saltello, due colpetti d’ala... e via lontano dalla sua curiosità e dal suo obiettivo. L’ho visto altre volte, in seguito, aggirarsi nel mio territorio. Sempre con quella scatoletta a tracolla appresso, ma intento in altre attività... tra quei ruderi che gli umani di una volta chiamavano nevere... nei pressi delle grotte, tanto profonde da far rombare fragorosamente l’acqua che vi scorre all’interno. E ancora una volta a raccogliere pungitopo, un’altra volta a prendere vischio, altre volte ramingo a osservare l’orizzonte... ma mai avrei immaginato che un giorno sarebbe riuscito a fregarmi... beh, da lontano... ma da quanto tempo era nascosto sotto quel faggio??!! 123
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