Un percorso montano forinese e le sue storie di vita

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progettazione di detta casa, datata 27 dicembre 1917, quindi posteriore all’appalto. I lavori non vennero neppure iniziati, in quanto l’Esposito venne richiamato alle armi per la I Guerra Mondiale. Nonostante i lavori avessero il carattere dell’urgenza, poiché senza il secondo piano il fabbricato rimaneva praticamente inutilizzabile, soltanto nel 1920 il vincitore dell’appalto potè onorare gli impegni presi. L’assegnazione dei lavori fu ribadita dalle deliberazioni del 21 maggio e del 2 agosto 1920, i lavori furono eseguiti e consegnati entro la fine del 1921. Questa è la semplice storia di uno dei tanti luoghi della memoria forinese abbandonato a se stesso. Recentemente sono stati asportati, fraudolentemente, i suoi modesti portali in pietra, e questo sta accelerando il suo decadimento strutturale. La presenza di questo fabbricato La Caserma senza i portali, asportati 90
ci induce riflessioni sul grado di progresso, derivante da un certo benessere economico, che raggiunse Forino negli anni precedenti alla prima Grande Guerra. L’estesa area demaniale boschiva, e le relative entrate per lo sfruttamento delle stesse, permettevano ai nostri amministratori di essere all’avanguardia nei servizi verso il cittadino. Forino era uno dei pochi paesi irpini che si poteva permettere il lusso di avere un ospedale (ubicato nel Palazzo Rossi) e un assistenza medica comunale affidata a due medici e due levatrici. L’istruzione era curata, e finanche si procedette alla costruzione di edifici scolastici appositi (oltre il palazzo di Via Marconi, anche il cronologicamente precedente Municipio nacque come sede scolastica). Anche la cura del paesaggio urbano era di primaria importanza: in quest’epoca avvenne il risanamento di molte aree centrali del paese e delle strade che circondavano il centro abitato. Addirittura venne fondata una banca, per venire incontro alle necessità degli artigiani e degli agricoltori. E’ triste notare come oggi il nostro paese sia in uno stato di abbandono, sia nelle sue periferie che nel centro. Accompagnati da questi pensieri ci inoltriamo nel sentiero che ci condurrà verso il monte Piana, e quindi verso la nostra meta. Da questo punto, ad opera della comunità montana serinese-solofrana, sono stati posti dei cartelli che ci segnalano le distanze che ci separano dal raggiungimento delle sorgenti delle Grotte, circa due km. Più che un sentiero, ora è una comoda carrozzabile che, seppure sterrata, è percorribile interamente in automobile. Non con una limousine, ovviamente! Il tracciato odierno probabilmente deriva dai lavori approvati nel 1902 ed eseguiti sotto la direzione dell’ing. Iacuzio. Venne consolidata la massicciata e vennero realizzati piccoli ponticelli per il deflusso delle acque piovane. La strada segue la sottostante interprovinciale Forino-Bracigliano, deviando però il suo 91
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