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Un percorso montano forinese e le sue storie di vita

Diario della riscoperta di un sentiero di montagna e della vita che gli scorreva intorno

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Le neviere <strong>di</strong> Piano Salto<br />

Da sempre l’uomo ha avuto l’esigenza <strong>di</strong> trovare refrigerio, specie<br />

durante la stagione estiva, attraverso l’assunzione <strong>di</strong> cibi e bevande<br />

fredde. Oggi la tecnologia consente la produzione del ghiaccio artificia<strong>le</strong><br />

in ogni casa, con frigoriferi e congelatori, ma non sempre è stato<br />

così. In passato l’uomo, per poter godere del privi<strong>le</strong>gio <strong>di</strong> avere bevande<br />

e cibi fred<strong>di</strong> durante i mesi torri<strong>di</strong>, si ingegnò utilizzando ciò<br />

che la natura gli metteva a <strong>di</strong>sposizione: la neve. Questo prodotto,<br />

formato da microscopici cristalli <strong>di</strong> varie forme più o meno regolari,<br />

<strong>di</strong> acqua soli<strong>di</strong>ficata, spesso uniti in falde o fiocchi, si forma quando<br />

la temperatura dell’aria è inferiore a 0° C. Essa, in passato, era merce<br />

preziosa ed un’abbondante nevicata era considerata una bene<strong>di</strong>zione.<br />

Con ogni mezzo l’uomo cercò <strong>di</strong> utilizzare questo prezioso genere<br />

anche quando madre natura non lo forniva, ossia durante la stagione<br />

estiva. Nei paesi a clima temperato, l’utilizzo della neve era con<strong>sue</strong>tu<strong>di</strong>ne<br />

sia per l’uso alimentare sia per quello me<strong>di</strong>co: serviva per<br />

preparare sorbetti e bevande, per conservare i cibi, come riserva <strong>di</strong><br />

acqua potabi<strong>le</strong> per i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> siccità, ma era usata anche per curare<br />

febbri, ascessi e contusioni. La neve veniva raccolta in luoghi esposti<br />

a nord, freschi ed umi<strong>di</strong>, quali sotterranei, grotte, scantinati e fosse<br />

oppure in costruzioni apposite, chiamate neviere. Esse assunsero forme<br />

e tipologie <strong>di</strong>verse in funzione della zona geografica in cui si trovavano<br />

ed a seconda del<strong>le</strong> necessità locali. In talune zone<br />

dell’Appennino, <strong>le</strong> neviere erano del<strong>le</strong> semplici buche nel terreno,<br />

pressoché circolari, con <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 5-10 m. e profonde altrettanto,<br />

con pareti <strong>di</strong> rivestimento in pietra in cui veniva conservato il ghiaccio.<br />

In altre zone, specie nell’arco alpino ma anche in molte zone<br />

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