Un percorso montano forinese e le sue storie di vita

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abitato, anche se le foto non ci permettono di verificare l’attendibilità della notizia. La data di costruzione del castelletto, o perlomeno di termine dei lavori, è il 1753, e questo si riscontrava nello stemma della famiglia Parise (tre corolle e una foglia in uno scudo sormontato da una corona) sulla chiave dell’arco di accesso. Stemma visibile in loco almeno sino al 1983, per testimonianza visiva personale, in quanto poi fu asportato, procurando danni anche all’arcata. La piccola conformazione del fabbricato ci dice che esso doveva essere destinato all’uso per non più di cinque-sei persone, anche a voler considerare la non ampia cisterna reperita davanti alla cortina posteriore, ora interrata. Il piccolo castello, a pianta rettangolare, è disposto sull’asse est-ovest ed ha quattro torri cilindriche angolari con interposte cortine murarie della stessa altezza, caratterizzate queste ultime alla sommità da merlature e da mensole sagomate continue. Le torri, che mostravano un breve basamento a scarpa, sono alte circa nove metri e si presentano coronate superiormente. La superficie esterna è aperta solo da fuciliere in corrispondenza del primo piano, mentre una cornice torica marcapiano si nota lungo le cortine perimetrali della fabbrica (misure massime m 11,50 x 9,20). Al centro della facciata principale, esposta a nord, c’era il portale ad arco bugnato a punta di diamante, al di sopra del quale si stendono tre grosse finestre orlate da arconi in blocchetti di tufo grigio. L’edificio internamente aveva un solo piano superiore con solai intermedi e copertura a quattro pioventi. A tale eleganza, i committenti e i costruttori furono consapevoli di dover fornire almeno una parvenza di funzione difensiva, e nel loro intento di salvare le apparenze, realizzarono le già citate fuciliere. Tuttavia, la relativa consistenza delle mura e il poco spazio interno alle torri, fecero sì che le fuciliere avessero poca profondità di campo. In questo 58
modo si obbligavano gli eventuali “assediati” al solo fuoco lungo e non angolare; come se fosse stato possibile tenere a bada i banditi tagliateste del Settecento meridionale solo con frecce e pietre e non con piombo dirompente. Quindi, più che esempio di abitazione fortificata, tale forma castellana era divenuta motivo di esercitazione stilistica, ad una moda architettonica del tempo, di concetto “gotico”. Attualmente il sito è in completo stato di abbandono. Nell’estate del 2005 risulta essere crollata parte della facciata dell’antico fabbricato. Ulteriore testimonianza di quanto sia posto in secondo piano, dai nostri contemporanei, il patrimonio storico di cui siamo in possesso. Pare proprio sia giunto il momento di rassegnarsi a non vedere mai più recuperato questo pezzo di storia forinese. Nelle pagine precedenti e nella successiva, vari particolari del Castelletto ripresi tra il 2005 e il 2007 59
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Ehi! Voi tre! Si, dico a voi... lo
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I carrettieri Il lavoro del vatical
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Indice fotografico pag. 10 - Biagio
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Capitolo VII Piano Salto e le nevie
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Collana “I quaderni del Forino Ne
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