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Un percorso montano forinese e le sue storie di vita

Diario della riscoperta di un sentiero di montagna e della vita che gli scorreva intorno

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Ma quel<strong>le</strong> più importanti e maestose sono quel<strong>le</strong> poste nella zona <strong>di</strong><br />

Piano Salto, quella che ora è la pineta a confine con il comune <strong>di</strong><br />

Bracigliano, ma che sino agli anni ’50 del secolo scorso era semplicemente<br />

la continuazione del piano che ancora è visibi<strong>le</strong> dalla parte del<br />

comune limitrofo. Nonostante <strong>le</strong> neviere si trovassero nel territorio<br />

comuna<strong>le</strong> <strong>forinese</strong>, la gestione <strong>di</strong> esse è sempre stata prerogativa dei<br />

commercianti braciglianesi. Le gran<strong>di</strong> neviere forinesi erano, molto<br />

probabilmente, <strong>di</strong> proprietà dei Principi Caracciolo (il terreno dove<br />

sono posizionate era compreso nei loro beni), i quali <strong>le</strong> concedevano<br />

in affitto ai nostri vicini, forse perché più in contatto con i riven<strong>di</strong>tori<br />

della zona del sa<strong>le</strong>rnitano. Tra e curiosità della ricerca emerge che<br />

ancora oggi nella città <strong>di</strong> Sa<strong>le</strong>rno esiste il “Vicolo della Neve”, dove i<br />

commercianti braciglianesi, intorno al 1860, avevano un deposito <strong>di</strong><br />

blocchi <strong>di</strong> ghiaccio, da <strong>di</strong>stribuire in città. Ad Avellino, invece, ve ne è<br />

rimasta solo la memoria, ma approfon<strong>di</strong>remo in seguito. <strong>Un</strong>’altra curiosità<br />

che ci aiuta a comprendere <strong>di</strong> chi fosse la proprietà del<strong>le</strong> neviere<br />

è data dalla presenza, nella cappella privata dei Caracciolo, nel palazzo<br />

omonimo, <strong>di</strong> un <strong>di</strong>pinto de<strong>di</strong>cato alla Madonna della Neve, protettrice<br />

<strong>di</strong> questo prodotto. Le neviere <strong>di</strong> Piano Salto avevano l’ingresso<br />

rivolto verso Nord, per ridurre l’irraggiamento solare <strong>di</strong>retto<br />

verso l’interno. Anche la porta d’ingresso era schermata da una fitta<br />

copertura <strong>di</strong> frasche. Esse avevano, inoltre, una o due aperture laterali<br />

murate o chiuse con porte <strong>di</strong> <strong>le</strong>gno che servivano per pre<strong>le</strong>vare il<br />

ghiaccio mentre la neve veniva infilata dalla bocca posta alla sommità<br />

della volta. Sul fondo, all’interno, si deponevano del<strong>le</strong> fascine il cui<br />

scopo era quello <strong>di</strong> e<strong>vita</strong>re che <strong>le</strong> neve venisse a contatto con il suolo<br />

e potesse sciogliersi o inquinarsi. La neve raccolta veniva immessa<br />

nella neviera dall’apertura sulla volta mentre <strong>le</strong> porte laterali restava-<br />

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