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Un percorso montano forinese e le sue storie di vita

Diario della riscoperta di un sentiero di montagna e della vita che gli scorreva intorno

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no <strong>di</strong>retti, come avveniva nella maggior parte dei casi, verso la piana <strong>di</strong><br />

Forino, solitamente si fermavano in una del<strong>le</strong> due storiche taverne <strong>di</strong><br />

Celzi, dove potevano trovare ristoro, anche per i loro animali. Dopo<br />

questa <strong>di</strong>vagazione opportuna, torniamo a seguire il <strong>percorso</strong> osservando<br />

il prospiciente precipizio, ripensando ancora all’ingegnere Abate<br />

e alla fortuna che ebbe nel notare <strong>le</strong> vestigia <strong>di</strong> un antico ponte-cana<strong>le</strong><br />

romano. Quasi alla sommità della salita, giungiamo nei pressi <strong>di</strong> una<br />

costruzione, oramai <strong>di</strong>ruta, che comunque serba una sorpresa; al suo<br />

fianco vi è una piccolissima costruzione che sembra una sorta <strong>di</strong><br />

chioschetto. L’affacciarsi all’imboccatura <strong>di</strong> ta<strong>le</strong> manufatto, ci mostra<br />

con grande sorpresa una cisterna. La domanda che ci poniamo, visti i<br />

luoghi percorsi, è imme<strong>di</strong>ata e natura<strong>le</strong>: potrebbe avere qualcosa a che<br />

L’interno della cisterna abbandonata<br />

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