sindacati / porto&<strong>diporto</strong> Voto ai marittimi ingiustizia ultra-decennale Dura ormai da più di trent’anni il tentativo di U.S.C.L.A.C./U.N.C.Di.M. (Unione Sindacale Capitani di Lungo Corso al Comando/ Unione Nazionale Capitani e Direttori di Macchina) di ottenere il riconoscimento al diritto di voto per i marittimi italiani in navigazione all’estero (quelli imbarcati su rotte nazionali, seppur attraverso una procedura farraginosa e contorta, possono votare), ma il combattivo presidente dell’associazione, il comandante Antonino Nobile, malgrado la situazione – è il caso di dirlo – sia tutt’oggi in alto mare, non si dà per vinto. Il resoconto di questa lunga battaglia è un incisivo excursus nella recente storia repubblicana: “Cominciammo nel gennaio 1979, rivolgendoci all’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Meno di un mese dopo la segreteria di Presidenza ci informò di aver provveduto ad interessare la Presidenza del Consiglio dei Ministri, allora affidata da poco (e per la quinta volta, ndr) a Giulio Andreotti. A metà marzo di quell’anno, non avendo ancora avu- Antonino Nobile (USCLAC) to risposte, scrivemmo direttamente ad Andreotti, il cui capo di gabinetto ci fece sapere di aver richiamato l’attenzione dei Ministeri degli Affari Esteri (Arnaldo Forlani), dell’Interno (Virginio Rognoni) e della Marina Mercantile (Luigi Preti)”. Il clima politico non era forse dei più stabili – nell’ambito della stessa legislatura il Governo cambiò sette volte – e nulla si mosse, neppure dopo che nel giugno del 1980, durante il secondo mandato di Francesco Cossiga alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la deputata della Lista per Trieste Aurelia Benco Gruber pose ai Ministri degli Interni (Virginio Rognoni), degli Esteri (Emilio Colombo) e della Marina Mercantile (Nicola Signorello) un’interrogazione scritta per sapere perché, a differenza delle altre nazioni europee, i marittimi italiani che si trovino all’estero in navigazione, forze che ammontano ad una media di circa 40 mila su un totale di 65 mila, sono esclusi dal primario diritto costituzionale del voto che, sull’esempio di altri paesi, potrebbe facilmente essere organizzato e controllato”. Passano gli anni e cambiano i numeri, ma non la sostanza: “Nel luglio del 2002 pensammo di aver trovato l’interlocutore più adatto in Mirko Tremaglia, allora Ministro per gli italiani nel mondo, impegnatissimo a battersi THE RIGHT TO VOTE FOR SAILORS SERVING AT SEA The Unions representing marine officers have been trying for more than 30 years to win the right to vote for officers and men serving overseas during elections and the Union president Antonino Nobile still refuses to give up the fight. “ We started in 1979 by appealing to the then President Sandro Pertini. After a month his secretary informed us that the matter had been brought to the attention of the prime minister Giulio Andreotti. When no reply was received we wrote directly to Andreotti whose head of cabinet informed us that the request had been brought to the attention of the Minister for Foreign Affairs (Arnaldo Forlani), Minister for Internal Affairs (Virginio Rognoni) and the Marine Minister (Luigi Preti)”. At that time the political climate was not stable, in fact the government changed seven times during the legislature and nothing happened not even after June 2008 when Francesco Cossiga was prime Minister and when Aurelia Gruber MP for Trieste made a written request to the Internal Minister (Virginio Rognoni), Foreign Minister (Emilio Colombo) and Marine Minister (Nicola Signorello). Unlike other European countries Italian seamen have no vote during the time they are abroad at sea. A suitable voting system could be organised and controlled. “In 2002 we thought we had found the right person in Mirko Tremaglia, then Minister per Italians in the World who was fighting for voting rights for Italians living abroad. The letter we sent made the point that the master of a vessel is an Official of the State and of the Judicial Police and where required is responsible for contacts with 42 - <strong>aprile</strong> 2010
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