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04_aprile - Porto & diporto

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cinema / porto&<strong>diporto</strong><br />

Basilicata<br />

Coast to Coast<br />

in ordine di tempo<br />

è Basilicata coast to coast<br />

L’ultimo<br />

per la regia di Rocco Papaleo.<br />

Una commedia musicale densa<br />

d’imprevisti, un inno all’amicizia<br />

e allo spirito di gruppo: una<br />

combriccola di musicisti occasionali<br />

si mette in viaggio per partecipare<br />

al festival di Scanzano<br />

Jonico, attraversando a piedi<br />

la Basilicata dal Tirreno allo<br />

Ionio. Un viaggio che diventa<br />

un pellegrinaggio di<br />

diversi giorni seguendo<br />

un itinerario picaresco<br />

che porta alla luce le<br />

bellezze di una regione,<br />

tra le meno conosciute.<br />

Tranne al grande schermo.<br />

Da Pasolini a Francesco<br />

Rosi, da Dino Risi<br />

a Roberto Rossellini,<br />

dai fratelli Taviani a Giuseppe<br />

Tornatore, fino ad<br />

arrivare ai grandi registi<br />

hollywoodiani, come<br />

Mel Gibson e Catherine<br />

Hardwicke, sono più<br />

di quaranta i film girati<br />

in Basilicata in 50 anni.<br />

Neoralismo, cinematografia<br />

biblica, storie di<br />

orchi, film inchiesta,<br />

si sono succeduti negli<br />

anni con commedie<br />

all’italiana, melodrammi<br />

in costume; testimonianze<br />

di rappresentazioni<br />

indiscusse<br />

di un set senza confini<br />

costellato di paesaggi,<br />

di orizzonti arcaici e mitici.<br />

Teatri di posa con scenografie<br />

sempre diverse.<br />

Dagli sfondi naturali di mare e<br />

montagna, ai piccoli e grandi insediamenti<br />

urbanistici, dall’architettura<br />

rupestre ai sapori dei luoghi<br />

incontaminati, fanno di questa<br />

regione un set senza confini. Le<br />

campagne e le vie dei piccoli paesi<br />

ospitano le scene della lotta politica,<br />

delle passioni<br />

ideologi-<br />

che che raccontano dei valori,<br />

della cultura, dei sentimenti della<br />

gente. E, senza volerlo, ne cambiano<br />

la vita.<br />

E’ Carlo Lizzani, alla sua prima<br />

esperienza con la macchina da<br />

presa, a scegliere questo teatro di<br />

posa per raccontare le condizioni<br />

di vita del tempo. Nel Mezzogiorno<br />

qualcosa è cambiato (1949) riproduce<br />

immagini di famiglie diseredate,<br />

strade dissestate con lavatoi<br />

comuni, abitazioni scavate nella<br />

roccia, la Matera che dieci anni<br />

più tardi verrà dichiarata vergogna<br />

nazionale. I rioni di<br />

tufo entrano così nell’immaginario<br />

cinematografico<br />

e i Sassi inaugurano<br />

la stagione del neorealismo<br />

materano, ponendosi<br />

come scenografia<br />

tragica di un’arretratezza<br />

che accomuna<br />

il mondo contadino,<br />

in Basilicata come nel<br />

resto del Sud (La lupa,<br />

1953, di Alberto Lattuada).<br />

Negli anni ’60 anche<br />

Maratea viene immortalata<br />

dapprima nel film<br />

di Dino Risi A porte<br />

chiuse, poi in quello diretto<br />

da Silvio Siani, La<br />

vedovella, con la storica<br />

piazzetta del centro<br />

cittadino che fa da<br />

sfondo alla commedia<br />

all’italiana. Ma è ancora<br />

la città dei Sassi che<br />

irrompe sulla scena<br />

con Il Vangelo secondo<br />

Matteo di Pasolini,<br />

diventando la Gerusalemme<br />

dove Cristo<br />

è nato ed è morto. Il<br />

paesaggio lunare, il<br />

deserto roccioso della<br />

Murgia materana, il<br />

Sasso Barisano, il paese<br />

di Barile, il Vulture, diventano le<br />

strade dell’Annunciazione dell’Angelo<br />

a Maria, della visita dei re<br />

Magi, della strage degli innocenti,<br />

della via Crucis, del Golgota, del<br />

sepolcro di Cristo. Il paesaggio<br />

domina incontrastato anche nella<br />

favola di Francesco Rosi, C’era<br />

una volta, e in Allonsanfan di Pa-<br />

68 - <strong>aprile</strong> 2010

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