Relazione finale - Sapienza
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Giudizi individuali<br />
Prof. Benedetto Todaro<br />
La candidata mostra una buona attitudine analitica ed interpretativa sui precedenti moderni<br />
dell’architettura italiana che ha a lungo indagato e compreso. Meno evidente l’attitudine a trarne<br />
conclusioni operative in chiave propositiva e progettuale.<br />
Prof. Gianluigi Maffei<br />
Spiegazione del progetto con riferimenti non molto pertinenti; buone argomentazioni sulle domande<br />
con non molta precisione e una dialettica non convincente.<br />
Arch. Antonello Stella<br />
La candidata individua nel predominio del tema della “geometria” e del rapporto con il contesto<br />
riferimenti principali a cui il progetto deve attenersi. Le argomentazioni portate sono però poco<br />
supportate da presupposti teorici chiaramente identificabili e da precisi riferimenti in ambito<br />
architettonico.<br />
Giudizio collegiale<br />
La candidata espone le proprie ricerche e gli interessi che la muovono dimostrando una buona<br />
dimestichezza con l'analisi delle opere del novecento italiano e con gli strumenti dell'esegesi. Meno<br />
significative appaiono le esperienze di controllo della genesi progettuale prevalendo, verosimilmente,<br />
una attitudine analitica piuttosto che sintetica.<br />
Candidato<br />
DE SANCTIS ROBERTO<br />
Giudizi individuali<br />
Prof. Benedetto Todaro<br />
Il candidato individua i suoi interessi a partire dalle tematiche sviluppate da alcuni protagonisti del<br />
novecento italiano. Tra questi un ruolo particolare riveste Gio Ponti. Analisi condotta correttamente<br />
anche se appare difficile rintracciarne momenti di autentica originalità ed autonomia critica.<br />
Prof. Gianluigi Maffei<br />
Contatti con il mondo di Giò Ponti critico e articolato con difficile espressione dialettica: affermazioni<br />
condivisibili sul restauro del moderno. Le spiegazioni del progetto non portano nessun contributo alla<br />
comprensione dello stesso.<br />
Arch. Antonello Stella<br />
Attraverso un discorso che si concentra sull’architettura del moderno, ed in particolare sulla figura di<br />
Giò Ponti, il candidato individua alcune categorie di possibile intervento progettuale su tale corpo<br />
dell’architettura che si muove tra istanze di conservazione e possibilità di trasformazione. Meno<br />
convincente la descrizione dei presupposti alla base della prova di progetto.<br />
Giudizio collegiale<br />
Il candidato mostra di aver interiorizzato la lezione derivante dalle riletture del novecento italiano.<br />
Concentra l'analisi su alcuni autori non molto frequentati dalla storiografia prevalente traendone<br />
conclusioni sostanzialmente corrette anche se non molto rielaborate in chiave autonoma come<br />
contributo critico originale.<br />
FERRARI MARIO