Criteri e procedure - Comune di Desenzano del Garda
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– 34 – Bollettino Ufficiale<br />
Serie Or<strong>di</strong>naria n. 2 - Venerdì 13 gennaio 2012<br />
4.4 - Impianti <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia da fonti non rinnovabili<br />
Alle Province è attribuita la competenza per le centrali <strong>di</strong> produzione inferiori a 300 MWt <strong>di</strong> potenza installata ai sensi <strong>del</strong>l’art. 28<br />
<strong>del</strong>la l.r. 26/2003.<br />
La realizzazione <strong>di</strong> centrali <strong>di</strong> produzione elettrica costituisce, per le caratteristiche tecnologiche proprie, un elemento <strong>di</strong> notevole<br />
impatto paesaggistico.<br />
Il rapporto con il contesto, in particolare <strong>del</strong>le centrali termoelettriche, è l’aspetto più rilevante da affrontare quando si debbano<br />
eseguire valutazioni paesaggistiche <strong>di</strong> questi interventi.<br />
In generale gli elementi <strong>di</strong> maggior “<strong>di</strong>sturbo” percepibili nel paesaggio siano dati dalle <strong>di</strong>mensioni e dalle altezze dei volumi<br />
<strong>del</strong>l’impianto e più in particolare, dall’altezza dei camini, dalla sezione e dal numero degli stessi ed infine dalle <strong>di</strong>mensioni dei volumi<br />
destinati a contenere impianti tecnologici quali: caldaie, condensatori, turbine, ecc..<br />
La progettazione dovrà in generale tener conto <strong>del</strong>la necessità, al fine <strong>di</strong> garantire una migliore integrazione paesaggistica, <strong>di</strong><br />
“ri<strong>di</strong>mensionare” tali manufatti (in particolare dei camini), <strong>di</strong> prestare una grande attenzione alle scelte cromatiche, <strong>di</strong> prevedere<br />
la sistemazione <strong>del</strong>l’area <strong>di</strong> pertinenza e dei relativi accessi e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care, come peraltro previsto dall’art. 146, comma 4 <strong>del</strong> decreto<br />
legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, le eventuali misure mitigative e compensative.<br />
In particolare, al fine <strong>di</strong> attenuare l’impatto visivo dei camini, <strong>di</strong> solito <strong>di</strong> notevole altezza e pertanto estremamente visibili, sia dalle<br />
zone circostanti la centrale che dalle molteplici vie <strong>di</strong> comunicazione esistenti, si ritiene che le sezioni degli stessi debbano essere<br />
ridotte al minimo in<strong>di</strong>spensabile.<br />
Nel caso d’accorpamento <strong>di</strong> più canne in un’unica torre, dovrà essere evitata la realizzazione <strong>di</strong> “intercape<strong>di</strong>ni” all’interno <strong>di</strong><br />
quest’ultima, in quanto tale soluzione comporterebbe un aumento <strong>del</strong>la sezione e quin<strong>di</strong> l’aumento <strong>del</strong>l’ingombro volumetrico<br />
totale <strong>del</strong> manufatto, con la conseguenza <strong>di</strong> un maggiore impatto percettivo, rispetto alle realizzazione <strong>di</strong> singole canne “affiancate”,<br />
fatta eccezione per situazioni adeguatamente supportate da motivazioni <strong>di</strong> carattere tecnico con <strong>di</strong>mostrazione <strong>del</strong>l’impossibilità <strong>di</strong><br />
alternative a tale soluzione.<br />
Relativamente alla colorazione dei camini/torri, dovranno essere valutati attentamente i “cromatismi” al fine <strong>di</strong> ridurre, attraverso<br />
lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> colore, l’impatto visivo <strong>di</strong> tali manufatti verticali<br />
In particolare si ritiene che debba essere preso in considerazione l’utilizzo <strong>di</strong> tecniche “fotocromatiche” che tengano conto<br />
<strong>del</strong>le situazione cromatico/atmosferica locale nell’arco <strong>del</strong>l’anno, in modo tale da effettuare la pitturazione dei manufatti, me<strong>di</strong>ante<br />
ricostruzione <strong>del</strong>le frequenza me<strong>di</strong>a annua <strong>di</strong> colore presente nel cielo <strong>del</strong>la zona.<br />
Per quanto riguarda gli altri manufatti tecnologici destinati a “caldaie”, “condensatori”, “turbine”, ecc., i quali, <strong>di</strong> solito superano<br />
notevolmente l’altezza <strong>del</strong>le barriere vegetali proponibili e sono previsti con scale cromatiche molto forti (rosso, blu, verde, ecc.) si è<br />
riscontrato che quasi sempre appaiono in contrasto e risultano eccessivamente in evidenza, rispetto i colori plumbei <strong>del</strong> cielo.<br />
Pertanto, al fine <strong>di</strong> ridurre l’impatto visivo <strong>di</strong> detti volumi tecnologici, si ritiene che almeno la parte alta degli stessi (facciate e tetto)<br />
debbano essere realizzati possibilmente con pannelli in acciaio inox o alluminio (satinati) in modo tale che, riflettendo le tonalità <strong>del</strong><br />
cielo (in quel determinato momento), meglio si mimetizzano con lo stesso e quin<strong>di</strong> nel paesaggio circostante.<br />
Relativamente alle possibili mitigazioni è opportuno che si prevedano intorno agli impianti ampie fasce <strong>di</strong> rispetto da piantumare<br />
con gruppi d’essenze arboree locali, costituiti da elementi anche <strong>di</strong> alto fusto ad alto e me<strong>di</strong>o accrescimento e con essenze arbustive,<br />
al fine <strong>di</strong> costituire ampie zone boscate che consentano <strong>di</strong> ridurre l’impatto visivo <strong>di</strong> tali impianti.<br />
Inoltre, a titolo <strong>di</strong> risarcimento ambientale e quale misura compensativa, può essere previsto il ripristino e/o la rinaturalizzazione<br />
<strong>di</strong> aree abbandonate e/o degradate presenti nelle vicinanze <strong>del</strong>la centrale, da restituire all’uso <strong>del</strong>le popolazioni locali per un uso<br />
anche eventualmente ricreativo.<br />
Infine tenuto conto che alle Province è attribuita la competenza amministrativa ad autorizzare la realizzazione <strong>del</strong>le centrali <strong>di</strong><br />
produzione inferiori a 300 MWt <strong>di</strong> potenza installata (cfr. art. 28 <strong>del</strong>la l.r. 26/2003) anche la competenza paesaggistica, per impianti <strong>di</strong><br />
queste <strong>di</strong>mensioni, è da ritenersi attribuibile alla Provincia territorialmente competente.<br />
4.5 – Linee elettriche<br />
La legge regionale 11 marzo 2005, n. 12, all’art. 80 comma 1 attribuisce ai Comuni le funzioni amministrative relative al rilascio<br />
<strong>del</strong>l’autorizzazione paesaggistica per linee elettriche con tensione fino a quin<strong>di</strong>cimila volt (15 KW) ed alle Province la competenza per<br />
le linee con tensione compresa tra 15.000 e 150.000 volts.<br />
Per tensioni superiori la competenza paesaggistica è attribuita alla Regione.<br />
Per quanto riguarda il corretto inserimento paesaggistico <strong>del</strong>le linee elettriche si richiamano gli in<strong>di</strong>rizzi generali contenuti nel<br />
Piano Paesaggistico Regionale (cfr. Piani <strong>di</strong> Sistema - infrastrutture a rete): è utile richiamare alcuni criteri ed in<strong>di</strong>rizzi ivi contenuti<br />
quale utile strumento che, tramite una migliore qualità progettuale possa consentire il miglior inserimento paesaggistico <strong>del</strong>le opere<br />
proposte.<br />
Il tracciato <strong>del</strong>la linea deve limitare le interferenze con quegli aspetti paesaggisticamente sensibili <strong>del</strong> territorio, che costituiscono<br />
elemento <strong>di</strong> criticità, ponendosi in posizione marginale ad aree produttive o in parallelo ad infrastrutture viarie o in fase <strong>di</strong> costruzione<br />
Questa scelta progettuale consente <strong>di</strong> limitare significativamente alcune interferenze sulla vegetazione e sul paesaggio,<br />
minimizzando gli effetti legati all’eventuale taglio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui arborei in corrispondenza dei filari ai bor<strong>di</strong> degli appezzamenti agricoli<br />
riducendo così la visibilità <strong>del</strong> tracciato<br />
Nel caso <strong>di</strong> linee interrate, i lavori <strong>di</strong> ripristino dei luoghi e <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> cantiere siano condotti contemporaneamente<br />
all’avanzamento <strong>del</strong> tracciato;<br />
vengano ricomposte le medesime partiture e percorsi poderali e rimesse a <strong>di</strong>mora le stesse essenze arboree, ove queste siano<br />
state tagliate per la realizzazione <strong>del</strong> tracciato;<br />
riguardo agli ambiti <strong>di</strong> naturalità dei corsi d’acqua attraversati, sia rivolta particolare attenzione alla morfologia dei terreni<br />
manomessi, prevedendone una accurata rinaturalizzazione;<br />
Per quanto riguarda le aree che ricadono nei Parchi regionali, i lavori <strong>di</strong> ripristino siano preventivamente concordati con l’Ente<br />
Parco.<br />
- Localizzazione tracciati<br />
Evitare <strong>di</strong> seguire il profilo dei crinali montani e collinari (meglio attraversarli in senso ortogonale, meglio ancora interrare le linee).<br />
I tracciati non dovranno <strong>di</strong> norma costeggiare i corsi d’acqua e dovranno preferibilmente evitare la fascia <strong>di</strong> rispetto dei 150<br />
metri dalle sponde.