Criteri e procedure - Comune di Desenzano del Garda
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– 38 – Bollettino Ufficiale<br />
Serie Or<strong>di</strong>naria n. 2 - Venerdì 13 gennaio 2012<br />
- restituzione alla funzione originaria<br />
- valorizzazione dei suoli agricoli<br />
- destinazione dei luoghi per scopi sociali e ricreative<br />
- laghi destinati all’itticoltura<br />
- aree per inse<strong>di</strong>amenti residenziali o industriali<br />
- depositi <strong>di</strong> rifiuti<br />
- destinazione dei vuoti sotterranei<br />
- rinaturazione<br />
In ogni caso il rimo<strong>del</strong>lamento finale e la morfologia devono essere armonici con il paesaggio ed il territorio circostanti. Se il ripristino<br />
costituisce parte integrante <strong>del</strong> progetto ed è iniziato durante le fasi <strong>di</strong> coltivazione, si traduce anche nella minore movimentazione<br />
<strong>di</strong> materiale scavato con un’estensione più limitata <strong>del</strong>le superfici sottoposte all’attività <strong>di</strong> scavo e risultati finali <strong>di</strong> recupero migliori.<br />
4.9 – Interventi nelle aree <strong>del</strong> demanio lacuale<br />
Il demanio lacuale consiste nella superficie navigabile <strong>del</strong>le acque lacuali e fluviali, nelle aree prospicienti a terra con le relative<br />
pertinenze, intendendo per tali aree, strutture, fabbricati ed ogni quant’altro è funzionale all’esercizio <strong>di</strong> un uso demaniale.<br />
Il demanio lacuale comprende da un lato l’alveo, cioè l’estensione che viene coperta dal bacino idrico con le piene or<strong>di</strong>narie e<br />
d’altro lato la spiaggia lacuale costituita da quei terreni contigui lasciati scoperti dalle acque nel loro volume or<strong>di</strong>nario, che risultano<br />
necessari e strumentali al sod<strong>di</strong>sfacimento <strong>del</strong>le esigenze <strong>del</strong>la collettività <strong>di</strong> accesso, sosta e transito.<br />
Per quanto concerne gli interventi <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>lo stato dei luoghi in tali aree, per la cui in<strong>di</strong>viduazione si rimanda alla d.g.r. n.<br />
VII/8311 <strong>del</strong>l’8 marzo 2002 ed alla d.g.r. n. VIII/7967 <strong>del</strong> 6 agosto 2008 (pubblicate sul BURL n. 34 – 4° Supplemento Straor<strong>di</strong>nario <strong>del</strong> 21<br />
agosto 2008), la competenza paesaggistica è attribuita alla Provincia territorialmente competente.<br />
Nella valutazione dei progetti relativi ad interventi da realizzarsi nelle aree demaniali lacuali quali, ad esempio, l’attrezzatura <strong>di</strong> li<strong>di</strong>,<br />
la realizzazione <strong>di</strong> darsene, pontili o <strong>di</strong> porti, la Provincia, cui è attribuita la competenza paesaggistica, dovrà tener conto degli in<strong>di</strong>rizzi<br />
dettati dal PTPR, dal PTC Provinciale e <strong>di</strong> Parco nonché <strong>del</strong>le prescrizioni paesaggistiche contenute negli strumenti <strong>di</strong> pianificazione<br />
comunale e <strong>del</strong>le specifiche in<strong>di</strong>cazioni contenute nei provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> vincolo paesaggistico.<br />
In linea generale, salve le <strong>procedure</strong> amministrative <strong>di</strong> concessione demaniale, nella valutazione paesaggistica dei progetti<br />
si dovranno valutare le interferenze tra quanto proposto e la salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong> paesaggio lacuale con particolare riferimento alla<br />
necessità <strong>di</strong> considerare tali interferenze sotto il profilo “percettivo” (sia nella vista da lago o dalla sponda opposta che nella vista da<br />
terra verso lago).<br />
Gli interventi dovranno evitare, rispetto alla caratterizzazione <strong>del</strong> quadro paesaggistico esistente, che si producano effetti “intrusivi”<br />
(non congruità e coerenza <strong>del</strong>l’intervento con il contesto) o “ostruttivi” (obliterazione <strong>del</strong>la percezione <strong>del</strong> profilo <strong>del</strong>la costa o <strong>del</strong>lo<br />
specchio lacuale e <strong>del</strong>la sponda opposta).<br />
Va infine ricordato che, in<strong>di</strong>pendentemente dalle <strong>procedure</strong> <strong>di</strong> concessione demaniale, l’obbligatorietà <strong>del</strong>la autorizzazione<br />
paesaggistica sussiste solo se viene proposta una mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>lo stato dei luoghi o <strong>del</strong>l’esteriore aspetto dei manufatti esistenti, come,<br />
a titolo esemplificativo, la realizzazione <strong>di</strong> nuovi porti turistici, i quali oltre ad essere esplicitamente previsti dalla programmazione<br />
urbanistica a livello provinciale e comunale, dovranno essere realizzati all’interno <strong>di</strong> zone che non siano sottoposte a vincoli<br />
idrogeologici e idraulici, evitando altresì le zone sensibili per la tutela e valorizzazione <strong>del</strong> testimonianze <strong>del</strong> paesaggio antropico<br />
lacuale, le zone ambientali <strong>di</strong> pregio, le bellezze architettoniche e con siti archeologici.<br />
4.10 - Lavori <strong>di</strong> pronto soccorso e <strong>di</strong> somma urgenza<br />
I lavori <strong>di</strong> pronto soccorso (art. 10 <strong>del</strong>la legge regionale 14 agosto 1973, n. 34) si eseguono per ragioni <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong>la pubblica<br />
incolumità in quanto funzionali all’eliminazione <strong>di</strong> un reale pericolo gravante su pubbliche strutture con il rischio <strong>di</strong> isolare centri abitati.<br />
La necessità <strong>di</strong> eseguire tali lavori, secondo le modalità <strong>del</strong>la somma urgenza (stabilite dalle d.g.r. n. VII/7867 <strong>del</strong> 25 gennaio 2002,<br />
n. VIII/3400 <strong>del</strong> 26 ottobre 2006 e successive mo<strong>di</strong>fiche), stante che un ulteriore indugio comporterebbe l’incremento <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ssesto e <strong>di</strong> pericolo per le popolazioni inse<strong>di</strong>ate, deve essere adeguatamente motivata con specifico atto (“verbale” <strong>del</strong> tecnico<br />
abilitato dall’Ente locale) in base all’art. 176 <strong>del</strong> decreto <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207 (Regolamento <strong>di</strong><br />
esecuzione e attuazione <strong>del</strong> decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante “Co<strong>di</strong>ce dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e<br />
forniture in attuazione <strong>del</strong>le Direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”) e successive mo<strong>di</strong>ficazioni.<br />
Occorre ricordare che l’art. 176 <strong>del</strong> decreto sopra richiamato prevede che, in circostanze <strong>di</strong> somma urgenza che non consentono<br />
alcun indugio, il responsabile <strong>del</strong> proce<strong>di</strong>mento e il tecnico, che si recano per primi sul luogo, possono <strong>di</strong>sporre l’imme<strong>di</strong>ata esecuzione<br />
<strong>di</strong> lavori in<strong>di</strong>spensabili per rimuovere lo stato <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zio alla pubblica incolumità.<br />
Per urgenza deve intendersi l’esistenza <strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong> pericolo per un interesse pubblico che, per la sua eccezionalità, non<br />
può essere fronteggiata con gli or<strong>di</strong>nari strumenti a <strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong>l’autorità amministrativa.<br />
Da ciò ne consegue che, in determinate situazioni <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zio alla pubblica incolumità, i provve<strong>di</strong>menti eventualmente assunti,<br />
in base alla suddetta norma, si configurano come “atti necessitati” (ve<strong>di</strong> Corte Costituzionale n. 4/77).<br />
Inoltre, in base ai principi generali <strong>del</strong> nostro or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co, occorre premettere che, secondo autorevole giurisprudenza<br />
costituzionale e amministrativa (Corte costituzionale n. 4/77, T.A.R. Friuli-Venezia Giulia 13 giugno 1991, n. 265) il fine <strong>del</strong>la tutela <strong>del</strong>l’integrità<br />
fisica e <strong>del</strong>l’incolumità <strong>del</strong>le persone è preminente su ogni altro interesse pubblico, e, quin<strong>di</strong>, anche su quello <strong>del</strong>la tutela <strong>del</strong> paesaggio.<br />
In particolare, secondo la sentenza <strong>del</strong>la Corte Costituzionale n. 4/77, “i motivi <strong>di</strong> sicurezza, che fanno riferimento alla incolumità<br />
fisica ed incolumità <strong>del</strong>le persone” si configurano come <strong>di</strong>versi da quelli prettamente <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico e, pertanto, la tutela <strong>di</strong> questi<br />
interessi costituisce il nucleo essenziale degli interessi generali, preminenti su ogni altro, sottostanti all’intera Costituzione e da questa<br />
perciò recepiti e garantiti (anche espressamente attraverso l’ampia formulazione <strong>del</strong>l’art. 2 relativo ai ”<strong>di</strong>ritti inviolabili <strong>del</strong>l’uomo”).<br />
Conseguentemente, assumendo tale principio, si precisa che non è necessaria l’autorizzazione paesaggistica per opere ed interventi<br />
che siano da realizzare sulla base <strong>di</strong> un motivato e specifico atto (“verbale” <strong>del</strong> tecnico abilitato dall’Ente locale) assunto ai sensi<br />
<strong>del</strong>l’art. 176 <strong>del</strong> decreto <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207 (Regolamento <strong>di</strong> esecuzione e attuazione <strong>del</strong> decreto<br />
legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante “Co<strong>di</strong>ce dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione <strong>del</strong>le Direttive<br />
2004/17/CE e 2004/18/CE”) e successive mo<strong>di</strong>ficazioni.<br />
Non è altresì necessaria l’autorizzazione paesaggistica anche nel caso i lavori siano già stati realizzati, purché motivati con<br />
specifico “verbale” assunto in base all’art. 176 <strong>del</strong> decreto <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207, per ragioni <strong>di</strong><br />
pubblica incolumità congruamente motivate, in riferimento alle situazioni <strong>di</strong> fatto che si intendono fronteggiare e ad un determinato<br />
contesto spazio-temporale, non si configura l’ipotesi <strong>di</strong> reato prevista dall’art. 181 <strong>del</strong> decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in<br />
quanto dovrebbero operare le esimenti <strong>di</strong> cui agli articoli 51 e 54 <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce Penale (ve<strong>di</strong> anche Cassazione Penale Sezione III,<br />
sentenza n. 1907 <strong>del</strong> 15/2/1999), riguardanti l’adempimento <strong>di</strong> un dovere e lo stato <strong>di</strong> necessità, né è possibile l’irrogazione <strong>del</strong>le<br />
sanzioni amministrative in base all’ art. 4, 1° comma <strong>del</strong>la legge 24 novembre 1981, n. 689.