Criteri e procedure - Comune di Desenzano del Garda
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Bollettino Ufficiale<br />
– 43 –<br />
Serie Or<strong>di</strong>naria n. 2 - Venerdì 13 gennaio 2012<br />
la logistica, considerate anche le trasformazioni ingenerate sul territorio negli ultimi anni, rischia <strong>di</strong> apparire spesso incoerente con i<br />
caratteri paesaggistici esistenti nei <strong>di</strong>versi contesti territoriali.<br />
Soprattutto in realtà costituite da piccoli centri, le mo<strong>di</strong>fiche territoriali dovute a viabilità, organizzazione <strong>del</strong>la mobilità, chiusura<br />
<strong>del</strong>le attività commerciali presenti a vantaggio <strong>del</strong>le gran<strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta, mo<strong>di</strong>ficano la percezione <strong>del</strong> territorio da parte <strong>del</strong>la<br />
popolazione e comportano una possibile per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> valore paesaggistico.<br />
Assunto che le tipologie e<strong>di</strong>lizie, che costituiscono nel loro insieme i paesi e i centri abitati sparsi, esprimono parte <strong>del</strong>l’identità<br />
collettiva percepibile, dovendo progettare l’inserimento paesaggistico <strong>di</strong> una struttura <strong>di</strong> grande <strong>di</strong>stribuzione o logistica, la prima<br />
<strong>di</strong>fficoltà è quella <strong>di</strong> far <strong>di</strong>alogare le architetture e le <strong>di</strong>mensioni in modo che la nuova struttura sia parte identitaria <strong>di</strong> un luogo e non<br />
contrasti con i caratteri propri <strong>del</strong>lo stesso.<br />
Questo investe <strong>di</strong>versi aspetti <strong>del</strong> progetto: dalla scelta <strong>del</strong>la localizzazione all’omogeneità <strong>di</strong>mensionale e soprattutto ai risvolti sul<br />
patrimonio culturale e naturale ovvero sul come l’opera viene percepita dalle popolazioni.<br />
Per la localizzazione dovrà essere privilegiato l’utilizzo <strong>di</strong> aree industriali <strong>di</strong>smesse esistenti, <strong>di</strong>sincentivando la realizzazione <strong>di</strong> centri<br />
<strong>di</strong> grande <strong>di</strong>stribuzione e <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti per la logistica in aree <strong>di</strong> particolare rilevanza paesaggistica e, comunque, allocando le<br />
strutture solo in zone <strong>di</strong> recupero e riuso <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong>smesse, prendendo in considerazione l’utilizzo anche <strong>di</strong> cascinali abbandonati.<br />
La Relazione Paesaggistica a corredo <strong>del</strong>la richiesta <strong>di</strong> autorizzazione dovrà comprendere una descrizione dei caratteri<br />
paesaggistici <strong>del</strong> luogo, <strong>del</strong>le loro eventuali mo<strong>di</strong>fiche a seguito <strong>del</strong>l’esecuzione <strong>del</strong>la nuova struttura, l’efficienza <strong>del</strong>la rete<br />
infrastrutturale <strong>del</strong> sistema <strong>del</strong>la mobilità (<strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>le merci) e contenere una descrizione <strong>del</strong>l’inserimento paesaggistico <strong>del</strong>la<br />
struttura in relazione al più ampio contesto analizzando tecniche costruttive, materiali e cromatismi al fine <strong>di</strong> raggiungere l’obiettivo <strong>di</strong><br />
valorizzazione e tutela <strong>del</strong>l’ambito interessato.<br />
La descrizione dei criteri <strong>di</strong> localizzazione utilizzati, il rapporto con la viabilità e l’accessibilità dai centri urbani devono essere<br />
elementi accuratamente indagati: si è spesso verificato, in <strong>di</strong>verse realtà, che la localizzazione <strong>del</strong> centro commerciale o <strong>del</strong>la logistica<br />
lungo gli assi viari <strong>di</strong> grande comunicazione (strade statali-autostrade), senza collegamento <strong>di</strong>retto coi centri abitati, dà un segnale<br />
<strong>di</strong> chiusura rispetto al paese che non <strong>di</strong>aloga con la struttura.<br />
E’ auspicabile che questi collegamenti/connessioni con il centro urbano avvenga anche tramite piste ciclopedonali che<br />
colleghino il paese col centro commerciale, questo eviterebbe l’ulteriore incremento <strong>di</strong> traffico sull’asse viario principale, un maggior<br />
<strong>di</strong>alogo con la realtà territoriale locale e potrebbe, attraverso interventi <strong>di</strong> complessiva riorganizzazione e riqualificazione <strong>del</strong> tessuto<br />
urbano e degli spazi pubblici.<br />
Nell’ultimo decennio la realizzazione <strong>di</strong> “impianti per la logistica” ha assunto <strong>di</strong>mensioni non trascurabili e ciò ha comportato,<br />
ad esempio, che nelle vicinanze <strong>del</strong>le zone aeroportuali (Malpensa, Linate e Orio al Serio), <strong>di</strong> svincoli autostradali (A4, A8, A9) o<br />
nell’hinterland <strong>del</strong>le gran<strong>di</strong> città si sviluppassero numerosi centri per la “logistica” e l’immagazzinamento <strong>del</strong>le merci.<br />
Ovviamente, date le notevoli quantità <strong>di</strong> merci da stoccare e da spostare velocemente, i manufatti de<strong>di</strong>cati a tale funzione, hanno<br />
assunto nel tempo <strong>di</strong>mensioni sempre più ragguardevoli, comportando anche forti alterazioni ai quadri naturali e paesaggistici<br />
esistenti e notevoli sprechi <strong>di</strong> territorio “agricolo e non”.<br />
Al fine <strong>di</strong> limitare tali impatti è quin<strong>di</strong> necessario, che oltre ad una corretta localizzazione <strong>di</strong> tali destinazioni, come sopra esposto,<br />
anche i caratteri planivolumetrici, tipologici, costruttivi e dei materiali, siano consoni al luogo tutelato.<br />
In particolare i manufatti per la “logistica”, <strong>di</strong> solito capannoni con carri ponte, si configurano quali volumi rigi<strong>di</strong> e con geometrie<br />
eccessivamente “arzigogolate”, dovute in molti casi alle forme dei mappali <strong>di</strong> proprietà, con assetti planivolumetrici frammentati,<br />
dovuti spesso alle <strong>di</strong>verse destinazioni interne (magazzini, uffici, ecc.).<br />
Questi elementi comportano il rischio che si producano negative alterazioni <strong>del</strong>le caratteristiche paesaggistiche esistenti.<br />
Pertanto nei progetti <strong>di</strong> nuova costruzione, occorre limitare le altezze al minimo in<strong>di</strong>spensabile, evitare la creazione <strong>di</strong> manufatti<br />
sistematicamente ripetitivi e senza soluzione <strong>di</strong> continuità, con assetti planivolumetrici senza frastagliamenti dovuti alle forme dei<br />
confini <strong>di</strong> proprietà od alle <strong>di</strong>verse destinazioni “interne”.<br />
Inoltre dovranno essere ridotte al minimo in<strong>di</strong>spensabile le superfici pavimentate in modo che sia consentita la formazione <strong>di</strong> aree<br />
“a verde” piantumate, che possono costituire elemento <strong>di</strong> mitigazione paesaggistica dei volumi e<strong>di</strong>lizi.<br />
Anche per la realizzazione <strong>del</strong>le coperture, in genere <strong>di</strong> tipo “piano”, dovrà essere valutata attentamente la possibilità che, soprattutto<br />
per le localizzazioni in ambiti “<strong>di</strong> fondovalle” fortemente percepibili dai versanti, possano essere <strong>di</strong> tipo “verde” (terreno coltivo inerbito).<br />
In generale i manufatti dovranno essere consoni ai caratteri dei luoghi: nelle fasce tipologiche <strong>di</strong> paesaggio in<strong>di</strong>viduate dal<br />
P.P.R., quali quella alpina, prealpina, collinare e quella <strong>del</strong>l’Oltrepò pavese, si deve <strong>di</strong>sincentivare la localizzazione su dorsali montane,<br />
su terreni acclivi, su coste lacuali o fluviali od “al centro” <strong>di</strong> vallate, per evitare alterazioni morfologiche dei luoghi, con eccessivi<br />
sbancamenti e riporti <strong>di</strong> terreno e per non ostruire le visuali da e per le categorie <strong>di</strong> beni tutelati (montagne, coste lacuali e fluviali).<br />
Anche i caratteri tipologici dovranno riferirsi preferibilmente al recupero/reinterpretazione <strong>del</strong>le tipologie tra<strong>di</strong>zionali, evitando la<br />
realizzazione <strong>di</strong> volumi seriali che comportano, sovente, la banalizzazione <strong>del</strong> contesto paesaggistico.<br />
Nelle fasce <strong>del</strong>l’alta e <strong>del</strong>la bassa pianura i nuovi manufatti dovranno rispettare i ripiani <strong>di</strong>luviali, le fasce fluviali, il sistema irriguo<br />
e possibilmente anche le trame agrarie <strong>del</strong>le antiche colture foraggere, risicole e cerealicole: i nuovi capannoni dovranno evitare la<br />
<strong>di</strong>struzione/frammentazione dei vari sistemi collocandosi in modo rispettoso <strong>del</strong>le preesistenze.<br />
4.15 - Impianti <strong>di</strong> telecomunicazione (telefonia mobile, televisiva, ...)<br />
La normativa regionale <strong>di</strong> settore (legge regionale 11 maggio 2001, n.11) assegna la competenza per il rilascio <strong>di</strong> autorizzazione<br />
per l’installazione e l’esercizio degli impianti <strong>di</strong> telecomunicazione e ra<strong>di</strong>otelevisione all’autorità comunale.<br />
In sintonia con il criterio <strong>di</strong> semplificazione amministrativa è pertanto da ritenersi attribuibile (ai sensi <strong>del</strong>l’art. 80, comma 1 <strong>del</strong>la<br />
legge regionale 11 marzo 2005, n. 12) all’autorità comunale la competenza paesaggistica nel merito.<br />
Al fine <strong>di</strong> una miglior gestione <strong>del</strong>la competenza paesaggistica si richiamano quali utili criteri cui attenersi quelli dettati nella specifica<br />
sezione <strong>del</strong> Piano Paesaggistico Regionale (v. Piani <strong>di</strong> sistema -infrastrutture a rete) nonché quanto in<strong>di</strong>cato nella d.g.r. n. VII/7351<br />
<strong>del</strong>l’11 <strong>di</strong>cembre 2001 (pubblicata sul BURL <strong>del</strong> 24 <strong>di</strong>cembre 2001, n. 52, Serie Or<strong>di</strong>naria).<br />
Tale provve<strong>di</strong>mento, oltre ad in<strong>di</strong>viduare i criteri per la in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le aree nelle quali è consentita l’installazione degli<br />
impianti per le telecomunicazioni, precisa che tali impianti devono armonizzarsi con il contesto urbano, architettonico e paesaggisticoambientale.<br />
Devono essere sempre privilegiate, in<strong>di</strong>pendentemente dal tipo <strong>di</strong> impianto, soluzioni formali e cromatiche che minimizzino e<br />
riducano l’impatto visivo dei manufatti evitando superfici metalliche riflettenti.<br />
In particolare per gli impianti <strong>di</strong> ricezione ra<strong>di</strong>otelevisiva vanno privilegiate soluzioni che evitino il proliferare <strong>di</strong> impianti su uno<br />
stesso fabbricato ricercando soluzioni “centralizzate”