Criteri e procedure - Comune di Desenzano del Garda
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– 36 – Bollettino Ufficiale<br />
Serie Or<strong>di</strong>naria n. 2 - Venerdì 13 gennaio 2012<br />
In fine è utile ricordare che gli elaborati progettuali e la documentazione fotografica <strong>di</strong> corredo all’istanza, dovranno consentire<br />
una contestualizzazione <strong>del</strong> nuovo volume rappresentandone anche planimetricamente la collocazione rispetto all’intorno nonché<br />
il progetto <strong>di</strong> sistemazione <strong>del</strong>l’area.<br />
4.7 – Recupero, trattamento e smaltimento rifiuti<br />
I criteri <strong>di</strong> seguito dettati hanno la finalità <strong>di</strong> garantire la tutela e valorizzazione <strong>del</strong> paesaggio lombardo ed in<strong>di</strong>cano, in sintonia con<br />
gli atti regionali <strong>di</strong> programmazione <strong>di</strong> settore, sia espliciti <strong>di</strong>vieti alla realizzazione <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> recupero, trattamento e smaltimento<br />
dei rifiuti in alcuni ambiti assoggettati a tutela paesaggistica, sia specifiche cautele da osservarsi nella valutazione dei progetti relativi<br />
alla realizzazione <strong>di</strong> tali impianti.<br />
Va precisato che i progetti relativi alla realizzazione <strong>di</strong> varianti ad impianti esistenti che non comportino trasformazione <strong>del</strong>lo stato<br />
dei luoghi e/o mo<strong>di</strong>fiche <strong>del</strong>l’esteriore aspetto degli impianti stessi, non sono assoggettati a specifica autorizzazione paesaggistica ai<br />
sensi <strong>del</strong>l’art. 149 <strong>del</strong> D.Lgs. 42/2004 e smi.<br />
Per quanto riguarda i criteri <strong>di</strong> attenta progettazione paesaggistica <strong>di</strong> impianti, e/o <strong>di</strong> varianti ad impianti esistenti che comportino<br />
trasformazione o mo<strong>di</strong>fiche <strong>del</strong>lo stato dei luoghi, si rimanda, pur sintetizzandone i contenuti <strong>di</strong> seguito, ai criteri <strong>di</strong> settore emanati<br />
dalla Giunta regionale (cfr. DGR n. VIII/6581 <strong>del</strong> 13 febbraio 2008 e successive mo<strong>di</strong>fiche) che contengono, sud<strong>di</strong>vise per tipologia e<br />
per “ambito paesaggistico”, i criteri e le prescrizioni specifiche alle quali si dovrà fare riferimento per la valutazione dei progetti, in primo<br />
luogo per in<strong>di</strong>viduare la possibilità che un certo tipo <strong>di</strong> impianto possa essere realizzato, ancor prima <strong>di</strong> poterne valutare il corretto<br />
ed adeguato inserimento paesaggistico.<br />
Per quanto riguarda gli ambiti <strong>di</strong> elevata naturalità in<strong>di</strong>cati dall’art. 17 <strong>del</strong> PPR è esclusa la localizzazione <strong>di</strong> impianti o la realizzazione<br />
<strong>di</strong> varianti sostanziali agli impianti esistenti che comportino trasformazione <strong>del</strong>lo stato dei luoghi e/o mo<strong>di</strong>fiche <strong>del</strong>l’esteriore aspetto<br />
degli impianti.<br />
Al riguardo si deve tener conto relativamente ai beni culturali (in<strong>di</strong>viduati secondo le <strong>procedure</strong> o le modalità stabilite dagli<br />
articoli 10, 11 e 54 <strong>del</strong> D.Lgs 42/2004) <strong>di</strong> quanto in<strong>di</strong>cato nei soprarichiamati provve<strong>di</strong>menti regionali, laddove si assume come valore<br />
irrinunciabile la tutela <strong>di</strong> detti beni e, conseguentemente si esclude, in questi ambiti, la localizzazione <strong>di</strong> qualsiasi tipologia <strong>di</strong> impianto.<br />
Altresì sono escluse le varianti sostanziali agli impianti esistenti che implichino ulteriore consumo <strong>di</strong> suolo, aumenti volumetrici e/o<br />
<strong>di</strong> superficie utilizzata.<br />
Per quanto riguarda la salvaguar<strong>di</strong>a dei beni paesaggistici oggetto <strong>di</strong> specifica tutela (art. 136 e 142 <strong>del</strong> D.Lgs. 42/2004), una<br />
serie <strong>di</strong> tabelle allegate alla DGR soprarichiamata in<strong>di</strong>cano gli ambiti nei quali è esclusa la localizzazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse tipologie<br />
impiantistiche; negli ambiti dove la localizzazione risulta interdetta non è possibile localizzare nuove infrastrutture per la gestione dei<br />
rifiuti, mentre negli ambiti che risulteranno soltanto penalizzati, il progetto <strong>di</strong> nuovi impianti o la realizzazione <strong>di</strong> varianti sostanziali agli<br />
impianti esistenti che comportino trasformazione <strong>del</strong>lo stato dei luoghi e/o mo<strong>di</strong>fiche <strong>del</strong>l’esteriore aspetto degli impianti stessi sarà<br />
assoggettato a specifica autorizzazione paesaggistica (art. 146 <strong>del</strong> D.Lgs. 42/2004).<br />
Il progetto dovrà definire/in<strong>di</strong>viduare le caratteristiche anche formali/architettoniche <strong>del</strong>l’intervento proposto, in modo tale che<br />
sia garantito un adeguato inserimento paesaggistico <strong>del</strong>le opere nel contesto tutelato che tenga conto sia <strong>del</strong>le nuove opere che<br />
<strong>del</strong>l’eventuale necessità <strong>di</strong> una complessiva riqualificazione paesaggistica <strong>del</strong>l’area.<br />
Tale progetto dovrà tener conto dei criteri ed in<strong>di</strong>rizzi generali dettati dal PPR, anche con specifico riferimento alle <strong>di</strong>stinte aree<br />
geografiche e unità paesaggistiche, dei criteri dettati dalla Giunta regionale nonché <strong>del</strong>le motivazioni o dei criteri <strong>di</strong> gestione<br />
<strong>del</strong>l’ambito tutelato.<br />
Merita <strong>di</strong> essere richiamato anche quanto stabilito per la rimanente porzione <strong>del</strong> territorio lombardo, negli ambiti non assoggettati<br />
a specifica tutela paesaggistica, ove è previsto, al fine <strong>di</strong> assicurare che il paesaggio sia adeguatamente tutelato e valorizzato, che i<br />
progetti dovranno essere accompagnati da uno stu<strong>di</strong>o paesaggistico redatto tenendo conto <strong>del</strong>le “linee guida per l’esame paesistico<br />
dei progetti” (v. d.g.r. 8 novembre 2002, n. VII/11045 - pubblicata sul B.U.R.L. <strong>del</strong> 21 novembre 2002, 2° Supplemento straor<strong>di</strong>nario al n. 47).<br />
Per quanto riguarda i criteri localizzativi in particolare <strong>del</strong>le <strong>di</strong>scariche occorre segnalare la necessità che si evitino effetti<br />
indesiderati sull’ambiente circostante: deve essere adeguatamente valutata la preve<strong>di</strong>bile variazione negli assetti visivi e verificata la<br />
mutazione nell’aspetto fisico e percettivo <strong>del</strong>le forme <strong>di</strong> paesaggio.<br />
Tale riassetto deve innanzi tutto prevedere lo smantellamento <strong>del</strong>le installazioni e <strong>del</strong>le opere provvisionali alle <strong>di</strong>verse operazioni<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>scarica e mettere in atto alcuni doverosi controlli quali:<br />
- manutenzione <strong>del</strong>le impermeabilizzazioni, <strong>del</strong>le reti <strong>di</strong> raccolta <strong>del</strong> percolato e dei gas, nonché dei drenaggi perimetrali;<br />
- perio<strong>di</strong>che analisi sulle caratteristiche fisiche e biochimiche dei percolati, dei biogas, <strong>del</strong>le acque esterne <strong>di</strong> falda nonché<br />
<strong>del</strong>le acque <strong>di</strong> scorrimento superficiali;<br />
- perio<strong>di</strong>che misurazioni per rilevare eventuali assestamenti anomali o pericolosi <strong>del</strong>la massa o <strong>del</strong>la calotta, onde<br />
programmare i relativi interventi.<br />
A seconda <strong>del</strong>le fasce territoriali in<strong>di</strong>viduate dal PPR e <strong>del</strong>lo specifico assetto territoriale a scala locale, tale recupero può<br />
riguardare, in tutto, in parte o in combinazione tra loro, una riconversione generale rivolta a ricondurre il sito all’assetto paesaggistico<br />
più proprio <strong>del</strong> luogo.<br />
Al riguardo si potranno proporre:<br />
- arbusteti o cedui <strong>di</strong> piante con successivo completamento a bosco spontaneo;<br />
- colture agrarie aventi scarsi apparati ra<strong>di</strong>cali, onde evitare un facile assorbimento <strong>di</strong> sostanze nocive dal suolo;<br />
- attrezzature per tempo libero, giochi, sport, parcheggi a servizio <strong>di</strong> percorsi naturalistici.<br />
Per fare un esempio, è facile adattare una previsione boschiva alla tipica geometria cupoliforme <strong>del</strong>la <strong>di</strong>scarica ricoperta; al<br />
contrario una destinazione sportiva richiede particolari planivolumetrie che favoriscano la successiva formazione <strong>di</strong> terrazzamenti,<br />
strade e quant’altro sarà necessario per questi usi.<br />
Nella bassa pianura, per garantire una coerenza con gli in<strong>di</strong>rizzi <strong>del</strong> PPR che prevedono la tutela <strong>del</strong> paesaggio agrario, occorre<br />
porsi l’obiettivo <strong>di</strong> salvaguardare i caratteri connotativi tipici <strong>del</strong> paesaggio, la cui struttura è caratterizzata dalla presenza <strong>del</strong>le<br />
piantate che animano gli scenari, dal carattere geometrico <strong>del</strong> <strong>di</strong>segno dei campi, dalla rettilineità <strong>del</strong>le strade, dei filari, dei canali<br />
irrigatori, dalla regolare <strong>di</strong>stribuzione dei centri abitati, che si annunciano nel paesaggio con le cuspi<strong>di</strong> dei campanili.<br />
In un paesaggio “piatto” è consigliabile pertanto l’adozione <strong>di</strong> soluzioni che non alterino sostanzialmente l’assetto morfologico<br />
evitando soluzioni che prevedano la realizzazione <strong>di</strong> “nuove colline” emergenti dal piano campagna.<br />
Eccezione a questo criterio generale può essere considerata, e dovrà essere attentamente valutata, la possibile realizzazione <strong>di</strong>