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Il Grifone in Italia WORKSHOP IL GRIFONE IN ITALIA - Acalandrostour

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ALIMENTAZIONE DI UCCELLI NECROFAGI<br />

CON SOTTOPRODOTTI DI ORIG<strong>IN</strong>E ANIMALE<br />

(SPOA) NON DEST<strong>IN</strong>ATI AL CONSUMO UMANO:<br />

NORMATIVA DI RIFERIMENTO.<br />

R. Talone, ASP Cosenza Dipartimento di Prevenzione di Castrovillari- U.O.C. Igiene degli<br />

allevamenti e delle Produzioni Zootecniche<br />

Riassunto:<br />

Normative di riferimento relative all’iter autorizzativo per l’utilizzo di sottoprodotti di<br />

orig<strong>in</strong>e animale non dest<strong>in</strong>ati al consumo umano presso i carnai e le voliere ubicate nei<br />

comune di Civita e Frasc<strong>in</strong>eto, per l’alimentazione di grifoni ( Gyps fulvus) oggetto di<br />

re<strong>in</strong>troduzione nel Parco Nazionale del Poll<strong>in</strong>o.<br />

L’utilizzo di carcasse animali per l’alimentazione di uccelli necrofagi è discipl<strong>in</strong>ata dal<br />

Regolamento 1774/2002 CE. Tale regolamento sta per essere abrogato dal nuovo regolamento<br />

1069/2009 CE che entrerà <strong>in</strong> vigore dal 04/03/2011 e che conferma l’orientamento del<br />

legislatore Europeo a tutelare le specie protette , riferimento nel consideranda [49] : evitare<br />

la diffusione di malattie <strong>in</strong>fettive, tenere conto modelli naturali di consumo delle specie<br />

<strong>in</strong>teressate nel loro habitat naturale, promuovere la biodiversità.<br />

<strong>Il</strong> reg. 1774/2002 detta norme relative allo smaltimento di sottoprodotti di orig<strong>in</strong>e animale<br />

non dest<strong>in</strong>ati al consumo umano (SPOA) , tali sottoprodotti costituiscono una potenziale<br />

fonte di rischio per la salute pubblica e per gli animali domestici . L’uso improprio degli<br />

stessi <strong>in</strong> passato ha determ<strong>in</strong>ato eventi eclatanti ( vedi mucca pazza- dioss<strong>in</strong>a ecc.) che hanno<br />

m<strong>in</strong>ato la sicurezza dei mangimi e della catena alimentare , hanno creato panico e sfiducia<br />

nei consumatori con gravi ripercussioni economiche per gli addetti del settore. I sottoprodotti<br />

di orig<strong>in</strong>e animale non dest<strong>in</strong>ati al consumo umano sono di diversa orig<strong>in</strong>e (scarti della<br />

macellazione,delle produzioni lattiero casearie, carcasse di animali morti, stallatico ecc);<br />

sono sottoposti ad obblighi e restrizioni nelle varie fasi di fabbricazione, trasporto, utilizzo<br />

e smaltimento; essi sono classificati , a seconda del rischio, <strong>in</strong> tre categorie . Le carcasse di<br />

bov<strong>in</strong>i, ov<strong>in</strong>i e capr<strong>in</strong>i, contenendo materiale a rischio TSE ( Encefalopatie Spongiformi<br />

Trasmissibili : BSE e Scrapie) sono classificate a rischio massimo (cat. 1) e pertanto debbono<br />

essere elim<strong>in</strong>ati direttamente come rifiuti mediante <strong>in</strong>cenerimento o trasformati presso<br />

strutture debitamente riconosciute sempre a sensi del succitato regolamento.<br />

Sono previste delle deroghe relative all’utilizzo di sottoprodotti di cat.2 e 3 per casi specifici<br />

( es. allevamento di larve di mosche per la produzione di esche da pesca- alimentazione di<br />

<strong>Il</strong> <strong>Grifone</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>

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