Il Grifone in Italia WORKSHOP IL GRIFONE IN ITALIA - Acalandrostour
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IMPATTO DELLE L<strong>IN</strong>EE ELETTRICHE E DEGLI<br />
IMPIANTI EOLICI SUI GRANDI RAPACI<br />
G. Ceccol<strong>in</strong>i, CERM, Centro Rapaci M<strong>in</strong>acciati, guido.ceccol<strong>in</strong>i@biodiversita.it<br />
Abstract<br />
L’<strong>Italia</strong> è percorsa da un reticolo di strutture elettriche che conta oltre 300.000 km di l<strong>in</strong>ee<br />
a media tensione ed oltre 60.000 km di l<strong>in</strong>ee ad alta tensione. Si tratta, per la stragrande<br />
maggioranza delle l<strong>in</strong>ee a media tensione e per la totalità di quelle ad alta tensione, di strutture<br />
pericolose per l’avifauna e, soprattutto, per i grandi rapaci. Si tratta di una situazione nota,<br />
alla quale, ciononostante, si riesce a porre rimedio solo <strong>in</strong> maniera puntiforme.<br />
A questa diffusissima m<strong>in</strong>accia si somma, da qualche anno, la m<strong>in</strong>accia <strong>in</strong> crescita esponenziale<br />
rappresentata dagli impianti eolici. Se nel 2009 <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> risultano presenti 4.250 pale eoliche<br />
<strong>in</strong> 294 impianti, dati forniti da associazioni ambientaliste dip<strong>in</strong>gono uno scenario allarmante.<br />
Migliaia di richieste sono sui tavoli degli enti competenti; se venissero approvate l’<strong>Italia</strong>,<br />
nei prossimi anni, potrebbe ritrovarsi con circa 82.000 torri, con un aumento del 1.911%<br />
rispetto al 2009, per una potenza <strong>in</strong>stallata superiore a quella presente attualmente nell’<strong>in</strong>tera<br />
Europa. E’ evidente che, anche se non tutte le richieste di <strong>in</strong>stallazione verranno soddisfatte,<br />
l’<strong>in</strong>cremento della presenza di impianti eolici potrebbe comunque essere consistente ed<br />
aumentare <strong>in</strong> maniera rilevante le vittime determ<strong>in</strong>ate dall’impatto diretto contro le pale<br />
eoliche così come causare la perdita di vaste superfici, ora naturali, utilizzate dall’avifauna.<br />
Alla luce di tutto ciò sarebbe forse opportuno promuovere <strong>in</strong>terventi di messa <strong>in</strong> sicurezza<br />
delle l<strong>in</strong>ee elettriche che possano, almeno <strong>in</strong> parte, “compensare” il grave impatto determ<strong>in</strong>ato<br />
dagli impianti eolici, sempre che non se ne verifichi ancora una proliferazione selvaggia.<br />
Introduzione<br />
La crescita abnorme delle <strong>in</strong>frastrutture elettriche che ha <strong>in</strong>teressato l’<strong>Italia</strong> e gli altri paesi<br />
<strong>in</strong>dustrializzati a partire dagli <strong>in</strong>izi dello scorso secolo ha senz’altro determ<strong>in</strong>ato un impatto<br />
grave sull’avifauna ed <strong>in</strong> particolare sui grandi rapaci ma anche se i primi casi di mortalità<br />
furono segnalati negli Stati Uniti oltre un secolo fa (Coues, 1876) ed <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> la problematica<br />
venisse rilevata s<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio del XX sec. (Vaccari, 1912), è solo a partire dagli anni ’70<br />
del secolo scorso, negli Stati Uniti ed <strong>in</strong> alcuni Paesi del Nord Europa e successivamente <strong>in</strong><br />
Spagna, che questo fenomeno com<strong>in</strong>cia ad essere seriamente <strong>in</strong>dagato.<br />
Alla grave m<strong>in</strong>accia per l’avifauna rappresentata dalle l<strong>in</strong>ee elettriche si è aggiunta, <strong>in</strong> questi<br />
<strong>Il</strong> <strong>Grifone</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>