I prodotti turistici in Campania. Il turismo sociale - ONT Osservatorio ...
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COPYRIGHT © 2008 <strong>Osservatorio</strong> del Turismo della Regione <strong>Campania</strong>E’ evidente che tale accezione si basa su una valutazione di per sé assai positiva delfenomeno dei viaggi e delle vacanze, che è <strong>in</strong>teso non solo come occasione di crescitapersonale e di scambio culturale, il quale determ<strong>in</strong>a un beneficio per i viaggiatori e lacomunità ospitante, ma anche quale strumento per favorire la reciproca comprensione trapersone, popoli e culture diverse e contribuire, dunque, alla costruzione della pace e delbenessere nel mondo.Si tratta di pr<strong>in</strong>cipi che sono stati sanciti dal Bureau International du Tourisme Socialattraverso la dichiarazione di Montreal nel 1996 e dall’Organizzazione Mondiale del Turismocon la dichiarazione di Manila nel 1997 e la successiva approvazione del Codice MondialeEtico del Turismo nel 1999; essi <strong>in</strong>corporano il concetto dello sviluppo sostenibile, che si basasul presupposto che il <strong>turismo</strong> può anche determ<strong>in</strong>are impatti negativi, sul pianoeconomico, socio-culturale e ambientale [Mathieson and Wall, 1982], ma che questipossono essere fortemente limitati se si adottano opportune politiche sia sul versante delladomanda che su quello dell’offerta.La sostenibilità delle proposte di viaggio e, anzi, il loro precipuo f<strong>in</strong>e etico, <strong>sociale</strong>,culturale, ambientale, costituisce dunque una seconda condizione perché si possa parlaredi <strong>turismo</strong> <strong>sociale</strong>. Qualsiasi organizzazione turistica (associazione, cooperativa, societàmutualistica, fondazione, organizzazione non-profit, impresa privata, etc,) che abbia tra ipropri obiettivi statutari il perseguimento di tali f<strong>in</strong>i e quello rendere il <strong>turismo</strong> accessibilea un sempre più ampio numero di persone, può dunque essere considerata parte<strong>in</strong>tegrante di questo settore.Una terza condizione deriva, tuttavia, proprio dalla considerazione della tipologia diorganizzazioni: <strong>in</strong> taluni casi (come nel caso delle l<strong>in</strong>ee guida per il <strong>turismo</strong> <strong>sociale</strong> approvatedalla Regione <strong>Campania</strong> nel 2003 - BURC n° 40/2003) si tende difatti a limitare leorganizzazioni di “<strong>turismo</strong> <strong>sociale</strong>” alle sole organizzazioni senza f<strong>in</strong>i di lucro, a patto chequeste perseguano comportamenti di qualità, all’<strong>in</strong>segna dei valori sociali, etici e culturali.Se si accetta anche tale limitazione, tre risultano, <strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva, le condizioni perché si possaparlare di <strong>turismo</strong> <strong>sociale</strong>:• l’obiettivo di rendere la pratica turistica accessibile a numero di persone piùampio rispetto a quello concesso dai semplici meccanismi del mercato;• gli scopi etici, culturali, ambientali del viaggio, che devono tradursi <strong>in</strong> praticheturistiche sostenibili, se non proprio positive, nei confronti della comunitàospitante;• la natura non-profit delle organizzazione impegnate nello sviluppo di questaforma di <strong>turismo</strong>.Tali condizioni aprono tuttavia una serie di questioni. Molte organizzazioni, come i centriricreativi aziendali, i circoli sportivi e altre forme di associazione perseguono obiettivi d<strong>in</strong>icchia tutto sommato neutri rispetto alle motivazioni etiche e culturali, ma contribuiscono<strong>in</strong> maniera fondamentale ad allargare l’accesso ai viaggi e alle vacanze. Vanno dunqueconsiderati quali forme di <strong>turismo</strong> <strong>sociale</strong>?<strong>Il</strong> Turismo Sociale (c.p. OSPS08-R01-D03) P. 7