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34 <strong>Basilicata</strong> Paesaggi d’autore 4Francesco Saverio Nitti(1868 - 1953)«La vera saggezza è nel pensare da pessimista,poiché la natura delle cose è ingiusta e crudelee la illusione è debolezza; ma, nella vita praticae nella misura del possibile, agire da ottimista poichénessuna energia, nessuno sforzo di bontàe di amore vanno mai interamente perduti.»(Meditazioni e ricordi, 1952)Sala DoriaIL MELFESE, LUOGO DI INCONTRO DI POPOLI E CULTUREIl racconto della storia di questo territorio nell’antichità si snoda in un ideale percorsocronologico attraverso le Sale del Museo Archeologico Nazionale “Massimo Pallottino” diMelfi, all’interno del Castello Normanno-Svevo.Istituito nel 1976 in seguito anche alla donazione allo Stato del Monumento del Castelloda parte dei Principi Doria Pamphili, ultimi proprietari, questo Museo documenta le fasidi vita degli insediamenti indigeni dauni (Melfi, Lavello, Banzi) e nord lucani (Ruvo delMonte,Ripacandida) che a partire dal VII sec. a.C. hanno popolato queste aree.La testimonianza offerta dai ricchi corredi funerari in particolare delle elitès indigene, attestain maniera inequivocabile i rapporti intercorsi nel corso del VI e V sec. a. C. con il mondogreco ed etrusco grazie alla centralità di questo territorio nel sistema di comunicazioni tra idiversi versanti dell’Italia meridionale: l’asse Ofanto-Sele consentiva collegamenti con l’areaetrusco-campana e con il Tavoliere pugliese, il fiume Bradano con la costa ionica magnogreca. I raffinati oggetti di importazione e la loro composizione nei corredi evidenzianol’adozione di modelli greci nelle pratiche rituali legate ai momenti salienti della società deltempo: la nascita, il matrimonio, il banchetto, la guerra, la speranza di salvezza.Il Castello da iniziale rocca normanna, con Federico II di Svevia assume importanzastrategica e luogo privilegiato per la promulgazione del primo codice di leggi del Medioevo,le “Constitutiones Augustales”, lasciando anch’esso una traccia di immortalità nella storia diquesti luoghi.Museo Archeologico Nazionale “M. Pallottino”Via Normanni- MelfiTel. fax 0972 238726e-mail:sba-bas.melfimuseo@beniculturali.itorario: 9,00-20,00 martedi-domenica14,00-20,00 lunediChiuso: 1 gennaio; 25 dicembre (se non previstoda progetti nazionali di apertura straordinariadel MiBAC)Era il 19 di luglio del 1868 quando, nella casa divia Castello n. 96 a Melfi, Filomena Coraggio,moglie di Vincenzo Nitti, diede alla luce ilprimogenito Francesco Saverio Vincenzo.I Nitti erano una famiglia della borghesiameridionale, dedita allo studio delle professioni,come quella di medico esercitata dal capostipiteFrancesco Saverio senior, di cui Vincenzo eral’ultimo figlio. Ma l’ultimogenito non seguì letradizioni di famiglia, abbandonando gli studidi medicina e dedicandosi agli affari e all’attivitàpolitica. Lontano dalle tradizioni liberali dellafamiglia (il vecchio Francesco Saverio verràammazzato da Crocco e la sua banda quando,occupata Venosa, si rifiuterà di inneggiare aiBorboni, gridando «Viva Garibaldi!» primadi accasciarsi al suolo), Vincenzo si avvicinaal socialismo internazionale e mantiene stretticontatti con mazziniani e garibaldini, controi borbonici prima e i briganti poi. Mentre èalla macchia nei boschi del Vulture, conoscela giovane contadina Filomena e, appenadiciottenne, la sposa nel 1867, contro il parere

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