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40 <strong>Basilicata</strong> Paesaggi d’autore Francesco Saverio Nitti41Comizio a PalazzoSan Gervasio durantela campagna elettoraledel 1921Nelle elezioni del ’21, passate a girare la <strong>Basilicata</strong> da Melfi a Muro a Lauria,denunciava, insieme con Amendola, le prime violenze fasciste.Nel 1922 pubblica L’Europa senza pace e tenta una mediazione politica conMussolini e D’Annunzio, che però fallisce. Dalla sua villa di Acquafreddascrive per la United Press e mantiene rapporti con i socialisti italiani diTurati e Kuliscioff, sempre teso a trovare una mediazione nella difficilecrisi del sistema liberale italiano, pur nel totale distacco e sdegno dalgoverno fascista, convinto che le prossime elezioni avrebbero spazzatovia Mussolini e i suoi, ma si sbagliò: nel 1923 lascia Maratea per tornare aRoma e riprendere l’attività di avvocato, ma le squadre fasciste, su ordinediretto di Mussolini («Rendere impossibile la permanenza dell’on. NittiFrontespizio e fotodal volume L’Europasenza pace del 1922nella capitale») lo stavano aspettando: la sera del29 un gruppo di cento squadristi saccheggia edevasta l’abitazione di Nitti in via Farnese. Nittiè ancora convinto che il fascismo esaurirà da séla sua violenza ma, preoccupato per la famiglia,matura la decisione di espatriare, rassicurandopersonalmente Mussolini sul suo temporaneodisimpegno dalle vicende di politica interna.Dopo alcuni mesi in attesa dei passaporti traRoma e Napoli, la sera del 4 giugno 1924 lafamiglia Nitti si imbarca a Napoli in direzioneMarsiglia, per poi raggiungere Ginevra e, infine,Zurigo cinque giorni dopo. Ma il disincantodurerà pochissimo: all’indomani dell’omicidioMatteotti, scrive a Giovanni Amendola:«Bisogna resistere e vincere. Noi rappresentiamola civiltà contro la nuova barbarie. Io ho fattosempre opera di moderazione. Ma ora tutta lacoscienza nazionale insorge contro i sistemi dibrigantaggio e di violenza. In tutta Europa è unsenso di diffidenza e di attesa». Dopo un anno,tornati i figli in Italia, Nitti e sua moglie lascianoZurigo diretti a Parigi, sempre in contatto conle diplomazie e gli intellettuali europei, oltreche con i suoi amici e mentori di sempre. Scriveper diversi giornali e tiene conferenze in giroper l’Europa (celebre quella di Cambridge,insieme con Keynes, sul liberalismo economico)mentre in Italia il ministero gli toglie la cattedraall’università di Napoli: ancora una volta, a quasisessantanni, Nitti è costretto a ricominciare dacapo: non è più deputato, non è più avvocatone professore; è in esilio, con i figli lontani, maintensifica il suo impegno antifascista, ancor dipiù dopo le violenze e la tragica fine subita daisuoi amici Gobetti e Amendola (le uniche gioiesaranno il matrimonio della figlia Filomena e lanascita di due nipoti tra il ’31 e il ’33). Ma sono1923, ultime immagini primadell’esilio, in alto con lafamiglia e, in basso, Villa Nittiad Acquafredda di MarateaCopertina di Meditazionidell’esilio, edito nel 1947

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