1Carlo Gesualdo da Venosa(1566 - 1613)Figura fra le più eccentriche della vita musicaledell’epoca, considerato all’unanimità daglistorici della musica come uno dei più grandimusicisti del Rinascimento, Gesualdo esprimenel madrigale a cinque voci la somma del suogenio artistico. Questa forma musicale è nataverso la metà del trecento ed è la più anticaforma poetico-musicale dell’Ars Nova fiorentina,destinata ad un ambiente colto e raffinato.La concezione del madrigale si basa sullacorrispondenza tra figure musicali e immagini econcetti proposti dal testo, che la musica scava inprofondità mettendone in luce il contenuto.Per comprendere a pieno la maestria delnostro Principe dei musici si pensi che essogeneralmente era a due voci, raramente a trevoci. La base poteva essere sia cantata cheaccompagnata da strumenti e l’argomentodei testi l’amore, la politica o la morale.In uno dei suoi dialoghi il Tasso canta lastirpe Gesualda, nel cui stemma, leonerampante con cinque gigli rossi in campod’argento, portato per dimostrare la nobiltàdegli antichissimi principi Normanni “ ..riluce lo splendore vetusto”. Della Casatatra le più illustri e potenti del regno diNapoli Carlo, il principe madrigalista, è ilquindicesimo e ultimo Signore di Gesualdo,a partire dal capostipite Gesualdo, eroelongobardo del settimo secolo.Io pur respiro in cosìgran dolore,/ E tu purvivi, o dispietato coreCarlo Gesualdo e S. CarloBorromeo, part. dellapala d’altare Il perdono diGesualdo, opera di GiovanniBalducci, 1609
6 <strong>Basilicata</strong> Paesaggi d’autore Guida Itinerari turistico-culturali7Al bisnonno Fabrizio, divenuto importante riferimento per la corona spagnola,tanto da essere elevato da Carlo V alla dignità di Grande di Spagna, succedevanel 1545 Luigi IV, nonno di Carlo, che nell’ascesa dei Gesualdo ebbe unruolo ancora più decisivo. Intimo consigliere e collaboratore di Filippo II diSpagna, venne infatti compensato per i suoi servigi con nuovi feudi e immensericchezze, tanto da potersi permettere l’acquisto della oraziana città di Venosa,ottenendo di conseguenza l’investitura a principe di Venosa su disposizionedella Santa Sede. Amante delle lettere e delle arti, diede avvio al mecenatismodei Gesualdo e, per accrescere la potenza della casata, alle attente politichematrimoniali che li imparentarono con Orsini, Carafa, d’Avalos, Caracciolo.In tal senso tra i figli di Luigi IV fu Alfonso a fare un autentico capolavoro,portando a buon fine il matrimonio di suo fratello Fabrizio con GeronimaBorromeo, nipote del papa. La futura madre di Carlo, figlia di Margherita de’Medici, era infatti nipote per parte di madre di Papa Pio IV, al secolo GiovanAngelo de’ Medici, e sorella del cardinale Carlo Borromeo, il San Carlo deiteatri di Napoli e Lisbona. Carlo Gesualdo nacque dunque a Venosa l’8 marzodel 1566. Visse la sua giovinezza a Napoli nel palazzo di Torre Maggiore diproprietà del duca di Sangro, dove il padre Fabrizio, amante delle lettere edelle arti, aveva creato un cenacolo intellettuale, al cui interno illustri musiciprovvedevano alla formazione musicale del giovane Carlo.Venosa, Castello Del Balzo. Foto: Guido Alberto Rossi - <strong>APT</strong> <strong>Basilicata</strong>Cortile e loggiato del Castello Del BalzoQuesti sin da giovanissimo aveva rivelato un talento sbalorditivo e la musicadivenne ben presto la sua stessa ragione di vita. All’età di diciannove anniGesualdo pubblicò il primo mottetto “Ne reminiscaris Domine delicta nostra”,(perdona o Signore i nostri delitti), quasi un sinistro presagio alla luce del piùsconvolgente accadimento della sua vita. Al contempo lo si educava in unclima di religiosità penitenziale, con rigorosa disciplina, e con gli Exercitiaspiritualia di Ignazio Loyola, che inculcavano nell’animo sensibile e fragile delgiovane profondi sensi di colpa.La morte improvvisa del fratello maggiore lo sottrasse alla predestinatacarriera ecclesiastica . Si dovette allora subito pensare a trovargli una moglie,e la scelta cadde sulla splendida cugina Maria d’Avalos, nata da Carlo contedi Montesarchio e da Sveva Gesualdo, più grande di lui di sei anni, giàvedova e madre due volte, ma considerata la donna più bella del Regno. Ilmatrimonio avvenne a Napoli il 28 maggio del 1586 con dispensa del PapaSisto V, nella chiesa di S. Domenico Maggiore. In seguito alle nozze, gli sposipresero alloggio nel palazzo napoletano di Torre Maggiore, mentre i genitoridi Carlo si ritiravano nel loro feudo di Calitri e pochi anni dopo nasceval’erede, Emanuele. Totalmente assorbito dalla sua musica e dalla passione perla caccia, tuttavia, il Principe forse non coltivò con particolare riguardo il suo