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8 <strong>Basilicata</strong> Paesaggi d’autore Guida Itinerari turistico-culturali9rapporto con la moglie, che intrecciò un’audace eimprudente relazione amorosa con il duca d’AndriaFabrizio Carafa, a sua volta sposato e padre diquattro figli. Venuto a conoscenza della relazione,pressato dal suo stesso rango che gli imponevadi vendicare l’oltraggio subito e riabilitare l’onoreferito, Gesualdo premeditò la vendetta: il 16 ottobre1590 finse di partire per una battuta di caccia didue giorni, salvo rientrare nella notte e coglierei due amanti in flagrante adulterio nella stanzada letto della moglie uccidendoli entrambi . Lecircostanze lo giustificavano dal punto di vista dellalegge e del costume del tempo, tanto che il viceréMiranda, dal quale Carlo si recò immediatamentea dare notizia personalmente dell’omicidio diPalazzo San Severo, lo esortò ad allontanarsi daNapoli non per sfuggire alla legge, ma per nonesasperare il risentimento delle famiglie degliuccisi. Fu dunque per sfuggire alla vendetta deiCarafa, che Carlo si rifugiò nel castello di Gesualdo,dove visse per diciassette anni trasformando lafortezza in una fastosa corte canora che ospitò imusicisti più famosi dell`epoca e grandi personaggidi cultura come Torquato Tasso. Del suo rientro aNapoli abbiamo le notizie che documentano i suoirapporti proprio con il poeta, che lì sì recò dopol’allontanamento dalla corte estense. Nel 1594 CarloGesualdo si trasferisce con grande fasto a Ferrara,ove nello stesso anno appaiono i primi due libridi madrigali, e dove sono celebrate sfarzosamentele sue nozze con Eleonora d’Este, nipote del ducaAlfonso II. Qui il Principe crea, intona, componeardite nuove musiche, suona il liuto e la chitarraspagnola, illuminato dalla vivacissima atmosferaculturale della corte ferrarese.A Ferrara abita inizialmente a Palazzo deiDiamanti, ma ben presto si allontana per un lungoviaggio. A Venezia, città che gli piaceva moltissimo,Maria D’Avalos, part. dipintoCappella Carafa, Chiesa S.Domenico Maggiore, NapoliFrontespizio del Libro primodei Madrigali, Ferrara, 1594Eleonora d’Este, part. daldipinto Il perdono di Gesualdodi Giovanni Balducciimmerso nella composizione, insofferentedei doveri che gli derivano dal rangoprincipesco, cerca per quanto gli è possibiledi sottrarsi agli incontri di circostanza conle autorità locali. Rimanda di giorno ingiorno, e alla fine accetta di malavoglia,l’incontro con il Doge in persona mentregli preme molto di più l’incontro con il piùgrande compositore veneziano dell’epoca,Giovanni Gabrieli: solo nel discorrere dimusica la sua conversazione si anima, comesempre. Il ritorno a Ferrara, dopo unaassenza durata ben sette mesi, segna unasvolta nella vita culturale della città: con lapresenza a corte del principe musico si assiste a unmomento di gloria dell’accademia ferrarese, cheinfluenzerà anche grandi musicisti quali Marenzioe Monteverdi.Nel marzo del 1596 Carlo, a causa delle tensionicon il cognato Cesare e delle maldicenze su suepresunte avventure galanti e maltrattamenti allaconsorte, lascia definitivamente la città estenseper trascorrere gli ultimi diciassetteanni della sua vita in ritiro dal mondo,nella prediletta dimora di Gesualdo.Furono questi gli anni caratterizzati damalesseri psicofisici e fissazioni religiose,punteggiati di malattie e lutti: le gravicondizioni di salute della moglie, laperdita dei due figli, il piccolo Alfonsino eil ventenne Emanuele, e dello zio Alfonso,l’arcivescovo di Napoli.In questa prostrante condizionepsicofisica il Principe finì col nutrire unavenerazione a tratti morbosa per SanCarlo Borromeo, fratello di sua madre.Ne resta traccia nella grande pala dellachiesa di Santa Maria delle Grazie delRitratto di Carlo Gesualdo,dal libro di G. Iudica, Ilprincipe dei musici. CarloGesualdo da Venosa, 1997In basso: lettera di CarloGesualdo al Duca diModena in cui comunicala morte del figlio Alfonso(Gesualdo, 23 ottobre 1600)

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