108 <strong>Basilicata</strong> Paesaggi d’autore Isabella Morra109Luisa Brancaccio, venne avviata allo studio dellaletteratura dal padre, grande amante della poesiae poeta dilettante, insieme al fratello maggioreScipione, con cui aveva un legame molto forte.L’infanzia trascorre tranquilla tra le stanze delcastello, le letture e gli studi nella bibliotecadel padre, i boschi, il fiume; fino a quando nonavverranno due fatti che risulteranno esseredecisivi per il carattere e per il destino dellagiovane Isabella: il primo sarà la partenza perNapoli, dove avrebbe dovuto proseguire glistudi, del fratello Scipione, a cui la bibliotecapaterna e il precettore di casa non potevano piùbastare; il secondo, un anno dopo, la fuga delpadre in Francia (che porterà con se proprio ilsecondogenito Scipione) per aver appoggiato ilfallito tentativo francese di riprendersi Napolie il regno contro Carlo d’Asburgo. A Favalerestarono la madre, i cinque fratelli maschi(Marcantonio, Decio, Cesare, Fabio e Camillo) ela sorella Porzia, che avevano dovuto riscattare ipossedimenti con il pagamento di un’ammenda,dopo il sequestro da parte degli spagnoli. Cinqueanni dopo, nel 1533, il padre venne assoltodall’accusa di tradimento ma, invece di tornare,La scala e la porta di accesso al catello dei Morra e il giardino internoValsinni, il castello dei MorraFrontespizio del libro diLudovico Dolce del 1552,Rime di diversi illustrisignori napoletani e d’altrinobilissimi ingegni, con versidi Isabella Morradecise di fermarsi per sempre alla corte diFrancesco I (fino al 1549, anno della sua morte).Questo senso di abbandono e solitudine sarà ilcentro della poetica e della breve vita di Isabella,imprigionata in una realtà a cui sentiva di nonappartenere per una superiorità d’animo, piùche altro, mentre sognava le corti di Franciainvocando il ritorno del padre.Fu, certamente, questa sensibilità superiore afarla entrare in contatto con Antonia Caracciolo,moglie di Don Diego Sandoval de Castro,discendente di un’antica famiglia, poeta ecavaliere delle truppe dell’imperatore Carlo,reggitore della rocca di Cosenza, che viveva nelvicino castello di Bollita (l’odierna Nova Siri).Fu lei a parlare al marito di questa ragazza coltae di straordinario acume, ormai ventenne, chescriveva versi, come lui. Non ci volle moltoperché le affinità tra i due si trasformassero in unaconoscenza e, forse, qualcosa di più: certamentevi fu un carteggio (a firma, però, AntoniaCaracciolo) e anche degli incontri in pubblico;forse vi fu un corteggiamento dello spagnolo,al quale la ragazza non rimase indifferente, maniente (nemmeno nelle liriche) che potesse farintendere altro. Ma i fratelli Cesare, Fabio eDecio, nel 1545, ammazzarono senza pietà, apugnalate (secondo alcuni a calci e pugni), lasorella venticinquenne e il maestro di letteredi famiglia, secondo loro colpevole di mediaretra Isabella e Diego. Poco dopo uccisero anchelo spagnolo, in un’imboscata, e fuggirono inFrancia, dove Decio divenne abate e Cesare sposòuna nobildonna francese, mentre di Fabio nonsi seppe più nulla. Fu la moglie di Sandoval adenunciare il barone di Favale e i suoi fratelli perl’omicidio: il governatore della provincia, AlonsoBasurdo, su ordine del viceré Pietro di ToledoNova Siri, il castelloFrontespizio del libro diLudovico Dolce del 1556,Rime di diversi illustrisignori napoletani e d’altri,con versi di Isabella MorraValsinni, discesa dal castello
110 <strong>Basilicata</strong> Paesaggi d’autore Isabella Morra111fece di tutto per trovare i colpevoli, ma i fratelli rimasti (Marcantonioe Camillo) risultarono estranei ai fatti, così come Scipione, che moriràavvelenato alla corte dei Medici. Durante la perquisizione del castellovennero rinvenuti in un baule gli scritti di Isabella: sei anni più tardi, nel1552, per la prima volta saranno pubblicate, a Napoli, alcune sue liriche.Il Parco Letterario di Isabella Morra organizzadurante tutto l’anno attività culturali eturistiche: visite ai luoghi toccati dalla storiadella poetessa, al borgo e al castello, dove èallestita in forma permanente una mostradocumentaria sul viaggio di Benedetto Croce a Valsinninel 1928; mostre, convegni e altre iniziative programmatenel cartellone de “L’estate di Isabella”.Previsto su prenotazione un itinerario narrato conmenestrelli e cantastorie.Il Centro visite del Parco mette a disposizione dei turistitutti i materiali documentari utili.Per informazioni dettagliate e prenotazioni:Pro Loco Valsinni, tel. 0835 817051e-mail parcomorra@tiscali.it | www.parcomorra.itInsieme al Castello deiMorra a Valsinni e quello diSandoval De Castro a Bollita(oggi Nova Siri), sono tantii palazzi e i manieri chetestimoniano la storia feudaledi questa parte della <strong>Basilicata</strong>che affaccia sullo Jonio.Fra questi: il Castello diSan Basilio (foto in alto),nelle campagne di Pisticci,che ricorda l’immigrazionebasiliana del VII sec. d.C.; ilpalazzo baronale di ScanzanoJonico (detto il Palazzaccio),fatto erigere da Don Pedro deToledo agli inizi del XVI sec.;il castello di Policoro (fotoin basso), sorto sul sito diun casale già censito nel XIIIsec., donato dai Sanseverinoai Gesuiti, poi acquistatodalla principessa di Gerace e,infine, dai Berlingieri che lodetennero fino all’esproprioda parte della RiformaFondiaria negli anni ’50.Con Isabella da non perdere:Il Castello dei Morra e il borgoEscursione sul Monte Coppolo, il confinenord del Parco Nazionale del Pollinoe poi:Nova Siri: il castello e il borgoi centri storici dei paesi che guardano loJonio come Pisticci (col suo famoso rionedelle «casedde«) e Rotondella; merita unsalto oltreconfine la vicina Rocca Imperialecon l«imponente castello federiciano;il Castello di S. Basilio, in agro diPisticci (con la collezione d«artecontemporanea Berlingieri);all«interno, lungo la valle del Sinni,s«incontra un paesaggio ambientaledi rara bellezza, quello segnato dallaDiga di Monte Cotugno. Nel centrostorico di Senise, il paese vicino,patria del poeta Nicola Sole (1821-1859),da non perdere la Chiesa di S. Francescoche custodisce un prezioso coro ligneointarsiato (XVI sec.) e il Polittico diSimone da Firenze del 1523.Risalendo il corso del Sinni si arrivaa Latronico, gradevole centro termale(interessante il Museo del Termalismo).Il Parco Nazionale del Pollino gode dipaesaggi naturali mozzafiato, sprattuttorisalendo i pendii, contrassegnati dai piniloricati, che portano alle Serre, come quelladi Crispo da cui lo sguardo raggiunge il marefino alla Piana di Sibari;belli i paesi del Parco dalle tradizionipopolari ancora vivissime come quellearb‘resh‘ di San Paolo e San CostantinoAlbaneseAmenitˆ:I peperoni di Senise (IGP) sono una veraspecialitˆ, cos’ come le melanzane rosse ei fagioli bianchi di Rotonda, entrambi DOP.Ottimi i formaggi caprini e pecorini delPollino stagionati in grottaCuriositˆ:Una visita alla vicina Colobraro persfidare la «maledizione di don Virgilio«Contatti utili:Pro Loco ValsinniVia Carmine, 20tel. 0835 817051Diga MonteCotugnoPala Simoneda FirenzeMuseo della Culturaarb‘resh‘ di San PaoloAlbanesePro Loco Nova SiriViale Siris, 22tel. 0835 877602Pro Loco HerakleiaP.zza Eraclea,Policorotel. 0835 980998Pro Loco SenisePiazza Municipio 1tel. 0973 584041Pro Loco Latronicovia Provinciale, 177tel. 0973/851423www.termelucane.itParco Nazionale delPollino - RotondaS. Maria dellaConsolazionetel. 0973 669355