112 <strong>Basilicata</strong> Paesaggi d’autore 12Michele Tedesco(1834 - 1917)Spiaggia del metapontino (foto Apt)«Or che nella vita e nell’arte Michele Tedescoha percorso tutta quanta la bella via che dagiovinetto volle e seppe affrontare…». CosìSalvatore Di Giacomo dà inizio al racconto dellavita e dell’opera del pittore lucano.Siamo a Napoli, nei mesi che di poco precedonol’inizio della prima guerra mondiale. Tedescoha compiuto ottant’anni e con la moglie, GiuliaHoffmann, decide di raccogliere in un volume lastoria della loro lunga vita d’artisti, un catalogo/monografia a cura di Salvatore Di Giacomo, chesarà edito da Alfieri e Lacroix.Quella di Michele Tedesco, nato a Moliterno il 24agosto del 1834, è una vita intensa che s’intrecciacon vicende umane e fatti storici rilevantissimi, apartire dai moti risorgimentali.Dopo l’abbandono del padre, così lo raccontaDi Giacomo riportando il contenuto delle«poche paginette» che Tedesco gli consegna, «ilbambino fu accompagnato in tenerissima etàal vicino villaggio di Spinoso, e lì, dalla madre,affidato a un fratello di costei. Così tutta la suainfanzia, tutta l’adolescenza sua, sognatricie osservatrici, si riempirono di quel verde edi que’ disegni campestri, di quel colore e diquelle voci della natura che s’accordavano,pur nelle loro frequenti mutevolezze, con icolori, e con le linee, e co’ fuggevoli aspettidel Raparo – e con le specchianti luci o con leombre misteriose di que’ fiumicelli. Visionie sensazioni che nella memoria degli occhi edell’anima persistettero…».[...] Quando noialtrisognammo di diventaredei buoni italiani [...] nonci ricordavamo punto diessere nati più in quà o piùin là dei nostri Appennini.Michele Tedesco, 1912Michele Tedesco,Autoritratto, 1860,collezione privata
114 <strong>Basilicata</strong> Paesaggi d’autore Michele Tedesco115Nel 1842 Michele Tedesco è già a Napoli dovearriva con il cugino Giacomo Racioppi, affidato allecure dell’illuminato e venerato zio, l’Abate AntonioRacioppi, che sarà per tutta la vita il maître à penserdi entrambi. Pedagogista di idee liberali, traduttoredal francese, scrittore prolifico, l’Abate coltiva lasua rete di relazioni con intellettuali e cospiratorinapoletani. All’indomani dei moti del ’48,arrestato per reati politici, Michele sarà liberato perinsufficienza di prove mentre Giacomo verrà primatradotto in carcere a S. Maria Apparente e poicostretto al domicilio coatto nella casa di Moliterno,da cui sarà liberato solo nel 1860.Michele riprende presto l’attività artisticafrequentando il Real Istituto di Belle Arti di Napolicon il sostegno della Provincia di <strong>Basilicata</strong>. Sonoanni di cospirazione politica e intellettuale incui ha rapporti con Cefaly, Morelli, Palizzi e glialtri pittori del Vicolo San Mattia, vera fucinadi rinnovamento artistico e culturale, nelcuore dei quartieri spagnoli. Ed è egli stesso adescrivere l’atmosfera di quei momenti in unalettera inviata ad Alfonso Frangipane nel 1912:«[…] in circostanze politiche come quelle cheattraversammo dal ’50 al ’60 produsse ed ebbel’intenzione di produrre la immagine dellapatria con allusioni più o meno coraggiose,più o meno visibili e corrispondenti alleaspirazioni che si elevavano dalle pareti delvicolo S. Mattia […]».Taccuini, Valle dell’Agrivista da Saponara versoMarsico – a Viggiano,1867-68Domenico Aiello Casa Museo,MoliternoMichele Tedesco, La scuoladel villaggio, 1875opera in cui ritrae l’AbateAntonio Racioppi nellasua funzione di educatoreche iniziò con la “scuolaromantica” di Spinoso eproseguì a NapoliCatalogo Alfieri e LacroixAllievo di Raffaele Smargiassi Tedesco si formaall’Accademia napoletana e frequenta i circoli degliartisti della città, tenendo sempre vivi i rapporticon la <strong>Basilicata</strong>, come testimoniano i taccuini incui ha lasciato traccia dettagliata dei suoi viaggiin Italia e in Europa, quei viaggi che segnaronoprofondamente la sua vita d’artista.In punta di matita traccia le linee della Valledell’Agri e dei monti che ne delimitano l’orizzonteda Spinoso; ritrae il Vulture e i rilievi circostanti, lavalle dell’Ofanto, i castelli di Melfi e Lagopesole,Potenza e le campagne di Avigliano; e poigiù, verso sud, Lauria e il Pollino. Paesaggi,volti, luoghi, particolari architettonici, florae fauna, tutto lo affascina. Pittore che amaritrarre dal vero, con pennellate a “massa dicolore”. Quando approda a Firenze nel ’60,arruolatosi nella Guardia Nazionale, legasubito con i “macchiaioli”, tant’è che nel ’61è a Castiglioncello con Abbati, Signorinie Diego Martelli, il mentore degli artistidel Caffè Michelangelo, un viaggio cheMichele immortala nel celebre dipintoA Volterra, la tela che segna l’inizio diquella fase della sua produzione di chiaraimpronta macchiaiola.Taccuini, Melfi, Il Vulture,LauriaDomenico Aiello Casa Museo,MoliternoGiulia Hoffmann Tedesco -Michele Tedesco, L’opera,con prefazione di SalvatoreDi Giacomo, Alfieri eLacroix 1915 ca.Biblioteca Nazionale di Potenza