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126 <strong>Basilicata</strong> Paesaggi d’autore Leonardo Sinisgalli127Copertine di Quaderno di Geometria e 18 poesie; nella foto: Sinisgalli con Eduardo Persico a MilanoAnche a seguito della pubblicazione di Campi Elisi (1939) è tra gli esponentipiù rappresentativi della poesia ermetica nella sua tipicità meridionale, macomincia presto la collaborazione col mondo dell’industria (la Linoleum esoprattutto la Olivetti, dove regnano le idee d’avanguardia dell’ingegnereAdriano). L’esperienza di Sinisgalli quale art director e responsabiledell’Ufficio Pubblicità continua con altre grandi industrie italiane (Pirelli,Finmeccanica, ENI, Alitalia, Alfa Romeo e altre ancora); il suo ruolo siesplica spesso nella direzione di house organs, si veda «Pirelli», «Civiltàdelle Macchine», «La botte e il violino» (Mobili MIM), «Il Quadrifoglio».La rivoluzione apportata rimane nella storia del giornalismo e consisteessenzialmente nello svincolare queste pubblicazioni da una funzionedi stretta propaganda aziendale per trasformarle in riviste dove ferve ildibattito culturale, scientifico ed econonomico che investe vari campi delsapere e del sociale.L’edizione del Furor mathematicus del 1950 è un capolavoro di culturacontaminata, in cui primeggia la vocazione scientifica, ma in continuodialogo interdisciplinare: un libro unico nel suo genere anche per lasistemazione grafica. Una qual certa corrispondenza si rinviene in Calcolie fandonie (1970), dove il titolo accosta ugualmente l’aspetto razionaleproveniente dai numeri alla “menzogna” che pertiene alle finzioni artisticoletterarie(«Il poeta cancella i connotati del vero, li travisa»).La sistemazione nel 1943 delle poesie scritte sino ad allora nel volumemondadoriano di Vidi le Muse, con prefazione di Gianfranco Contini,Copertine di alcuni house organ diretti da Sinisgallichiude un periodo, che è rimasto probabilmente quello più conosciutoe di maggiore gloria; la successiva produzione può essere così scandita erappresentata: I nuovi Campi Elisi (1947), La vigna vecchia (1956), L’etàdella luna (1962), Il passero e il lebbroso (1970), Mosche in bottiglia (1975),Dimenticatoio (1978).Per la prosa conviene segnalare Fiori pari fiori dispari (1945), Belliboschi(1948), Un disegno di Scipione e altri racconti (1975), dove il riferimento algrande pittore della Scuola Romana evidenzia non solo una vita trascorsanell’intrinseca dimestichezza con gli artisti, ma anche lo strenuo eserciziodella critica d’arte, per la quale si veda la raccolta in vita I martedì colorati(1967).Se c’è un dato che accomuna la poesia, le prose di memoria e d’invenzionee le sue pubblicazioni in genere, questo riguarda la costante attenzioneall’orizzonte lucano, non in termini esclusivi ovviamente, ma con fortevalenza simbolica e di risarcimento dell’animo; un “panno rosso” che siporta sempre appresso utilizzandolo soprattutto nei momenti di crisi ed’incertezza. Ne discende che nella personalità di Sinisgalli convivono –ed è questo l’aspetto più peculiare e produttivo – il mondo della città edell’industria e quello dell’arcaica civiltà contadina e artigiana. Il fatto chelo sguardo e il recupero avvengano “da lontano” comporta inevitabilmentequalche effetto deformante che impedisce una descrizione realistica ancheper la sfasatura temporale della rappresentazione: il paese di Sinisgalli èin prevalenza quello che egli ricorda dai tempi dell’infanzia con l’aggiunta

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