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pdf 5,5 Mb - APT Basilicata

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60 <strong>Basilicata</strong> Paesaggi d’autore Michele Janora61che è la parte più antica della città, dove i vicolihanno un certo pendìo. Non mancano numerosepiazze o larghi o piani e parecchi palazzi di vecchiacostruzione. Nell’assieme, questa città si rivelasubito al visitatore come una delle più antichedella <strong>Basilicata</strong>».Già sede vescovile dal 325 d.C., quando il suovescovo Doroteo, è tra i partecipanti al Concilio diNicea. Poi, dal X sec., crocevia di bizantini, feudonormanno e successivamente svevo con Federico II.E abati, priori, principi, duchi e marchesi, dagliAltavilla ai Del Balzo, agli Aragona e gli Sforza.Questo dovette affascinare non poco il giovaneMichele se, ancora diciannovenne, aveva già inmente di scrivere una storia di quel luogo, comeegli stesso ricorderà. Vi era nato il 3 settembre del1867, da Giuseppe Janora e Marianna Lorusso, inun palazzotto signorile che affacciava sulla stradaprincipale del paese.Una famiglia benestante, che permise al giovaneJanora di frequentare il ginnasio ad Altamura e illiceo a Napoli.Comincia ad insegnare presto, nella sua città,poi a Napoli e infine a Gravina di Puglia, ma giàa ventuno anni è al lavoro nella sua faticosa erigorosa ricerca di notizie, dati, appunti, carte,che abbandona e riprende più volte, per dieciIrsina: Piazza Garibaldi conil Palazzo ducale e, a destra,l’Arco Sant’Eufemia[Ar. Luccioni]In basso: Michele Janora e suofratello Giovanni, presidentedella Camera di Commerciodi Potenza dal 1910 al 1919lunghi anni, sconfortato dalla mole di lavoronecessaria e dubbioso sulle sue capacità diriuscirvi. Contemporaneamente vengono alla lucei primi reperti, sepolti da millenni sotto la cittàinconsapevole, che il giovane Janora raccoglie ecataloga nella sua casa natale e che aumentano inlui quella attenzione verso quel luogo così caricodi storia, dove la leggenda (e solo quella) voleva,addirittura, che si fossero incontrati S. Francescoda Assisi e Federico II, più di settecento anniprima (probabilmente quando l’imperatore eracon la corte a Bari, nel 1222, e Francesco, si disse,scese al sud per ammonire le genti e metterle inguardia dallo svevo).Ma al giovane ricercatore, pur suggestionatodalla leggenda, interessano lo studio rigoroso,il confronto preciso, il manufatto certo: cosìsi mette in contatto col celebre archeologofrancese Duchesne: «Il prof. Duchesne, benchéoccupatissimo per le molteplici e alte caricheche mirabilmente disimpegna in Roma, si degnòvenire in mio aiuto […]» e riprende a lavorare allericerche storiche e alla catalogazione di reperti,Portale della Chiesa di SanFrancesco e particolare degliaffereschi della cappellaipogeaIn basso: Cattedrale di SantaMaria Assunta

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