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VOLUME LUSERNA ristampa 12/96 - Centro Documentazione ...

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89Feldkurat Matthias Ortner, Tiroler Landst. Inf. Reg.Innsbruck Nr. 1.Gestern (25, August 1915) haben sich meine Recken(Tiroler Landsturmleute) wieder wacker geschlagen.13 Stunden war ich auf dem Kampfplatz. Unsere Kanonenund Maschinengewehre leisteten eine furchtbareArbeit. Die Italiener haben sich um Mitternachtmit großer Übermacht auf einen vorgeschobenen Postengeworfen und wurden von unserer Artillerie gefaßt.Ein entsetzliches Jammergeschrei huben sie an.Sobald meine wenigen Verwundeten fortgetragenwaren, ging ich zum Feinde; der Rückzug war ihmabgeschnitten durch unsere Artillerie. Das habe ichnoch nie erlebt. Wie die Italiener mich sahen, riefensie alle nach mir: „Padre, mio Padre, prete!“ Jedemsollte ich zuerst die Sakramente spenden. Die am Bodenzerschmettert lagen, suchte ich herumeilend;stellenweise waren die Körper so dicht angehäuft,daß ich tatsächlich darübersteigen mußte. Anderekrochen oder hüpften mir entgegen oder nach. Ofiziersdienerholten mich rasch zum sterbenden Kapitän,Gesunde trugen in Zeltblättern, Decken usw.Verwundete herbei. Ich spendete heilige Ölungen.Viele starben während der heiligen Handlung. „Allesind wir Katholiken!“ riefen sie mir zu. Drei Stundenwar ich unter den Feinden, die sich aber schon alsGefangene erachteten, denn an einem Rückzug konntensie nicht mehr denken; unser Artilleriefeuer machteihn unmöglich. Die italienischen Soldatendrängten sich um mich: „Rette uns, Pater, rette unsCappellano militare Mathias Ortner, Reggimento dellaMilizia territoriale del Tirolo, Innsbruck Nr. 1Ieri (25 agosto 1915) i miei soldati si sono battuti e-roicamente. Io sono rimasto sul campo di battagliaper quasi 13 ore. I nostri cannoni e mitragliatrici hannofatto un lavoro notevole. Verso mezzanotte gliitaliani si sono lanciati contro un nostro avampostoin notevole superiorità numerica, ma sono finiti sottoil tiro delle nostre artiglierie. Quasi subito iniziaronoi lamenti. Subito dopo che i miei pochi feriti e-rano stati portati via, io mi avviai verso il nemico; laritirata gli era stata impedita dalla nostra artiglieria.Questo non mi era mai capitato prima. Come gli Italianimi videro, presero tutti a chiamarmi: - Padre,mio Padre, prete! - Dovetti somministrare i Sacramentiad ognuno! - Cercai affannosamente quelli chegiacevano sfracellati al suolo; talvolta i corpi eranocosì ammucchiati, che dovetti arrampicarmici sopra.Altri strisciarono o vennero verso di me. Alcuni attendentimi prelevarono per raggiungere rapidamenteil capitano, che stava morendo. I sani raccoglievanoi feriti, usando teli da tenda, coperte e altro, perradunarli. Io impartivo l’Olio Santo. Molti morivanodurante il Santo Ufficio. Mi gridavano: - Siamo tutticattolici! - Stetti tre ore tra i nemici, che però si consideravanogià come prigionieri, poiché non potevanopiù pensare ad una ritirata: la nostra artiglieria lo rendevaimpossibile. I soldati italiani insistevano versodi me: - Salvaci, padre, salvaci dai cannoni! - Tutti volevanobaciare la mia croce, mi abbracciavano, bacia-

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