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HUMAN RACE<br />
FREE ZONE<br />
mediamente basse per la stagione, lo<br />
sbalzo si è fatto sentire più che mai<br />
anche perché improvviso e tutt’altro<br />
che graduale.<br />
Le premesse c’erano tutte per<br />
passare un gradevole fine settimana<br />
al mare nei pressi di Venezia<br />
e godersi l’ultimo impegno<br />
agonistico prima della pausa<br />
estiva, in rilassatezza e senza l’aspettativa<br />
di fare un tempo particolare.<br />
Pausa intesa non certo<br />
come volontà di sospendere la<br />
corsa, ma come assenza di partecipazione<br />
alle gare per “tirare<br />
il fiato” prima di riprendere<br />
l’intensità degli allenamenti in<br />
previsioni delle prime gare autunnali.<br />
Alla fine mi sono un po’<br />
pentito della scelta e non tanto per colpa dell’evento al quale<br />
ho partecipato, quanto per le condizioni psicofisiche nelle quali<br />
mi sono presentato. Premetto che sofro particolarmente il<br />
caldo (chi mi segue su questa rubrica lo sa) ed è per questo che<br />
avevo deciso di partecipare alla Moonlight Half Marathon, la<br />
“mezza” che si corre a fine maggio a Jesolo, più precisamente<br />
da Punta Sabbioni al centro del Lido di Jesolo. Il pensiero era<br />
stato: se si corre la sera farà fresco, visto l’assenza del sole e la<br />
brezza proveniente dal mare. Ma non mi aspettava niente di<br />
tutto questo, perché il giorno della gara è coinciso con l’esplosione<br />
del gran caldo in tutta Italia e, dopo mesi di temperature<br />
In Laguna<br />
al chiar di luna<br />
Una gran bella gara<br />
condizionata da un caldo<br />
decisamente inusuale<br />
DI PIERCARLO PIROVANO<br />
Piercarlo commenta per<br />
noi le “cose di corsa” che<br />
vive in giro per il mondo.<br />
Non avevo particolari aspettative<br />
di performance, ma il problema non<br />
è stato il deludente risultato cronometrico,<br />
bensì il fatto che il mio corpo<br />
ha rifiutato il caldo e le difficoltà<br />
legate alle condizioni atmosferiche. E<br />
la mente non mi è venuta in soccorso.<br />
Ho perso anche ogni stimolo e iniziato<br />
a rimproverarmi di aver preso<br />
la decisione di essermi iscritto alla<br />
gara. Perdendo così anche il sostegno<br />
della forza di volontà e motivazionale.<br />
Appena partito, dopo appena due<br />
chilometri, sognavo l’arrivo e vedevo<br />
il traguardo come un’oasi nel deserto.<br />
Tutte indicazioni che non stavo<br />
godendomi la gara. Esattamente l’opposto<br />
dell’esperienza che avrei voluto<br />
vivere.<br />
Fatemi correre al freddo, sotto la<br />
pioggia, e sono felice e reattivo come<br />
un grillo. Il freddo mi stimola, m’invoglia<br />
a uscire, mi carica, mi dà motivazione.<br />
Ma con il caldo entro in modalità<br />
stand by, il mio corpo scala di<br />
marcia, anche se non mi era mai capitato<br />
in modo così deciso. Mi è diicile<br />
capire quelli che aspettano i mesi<br />
caldi per mettersi in moto e iniziare<br />
un’attività sportiva. Li ammiro, sono<br />
forse anche la maggioranza, però non<br />
so davvero come facciano.<br />
Vai con la gara. Il pre competizione<br />
non è stato dei migliori, in verità. La<br />
partenza è dalla diga di Punta Sabbioni<br />
a Cavallino Treporti, raggiungibile<br />
tramite i bus navetta dell’organizzazione<br />
che venivano assegnati al<br />
momento del ritiro del pettorale. Per<br />
chi, come me, arrivava da lontano e<br />
ha ritirato il pettorale all’ultimo momento<br />
non erano rimaste a disposizione<br />
che le partenze negli orari più<br />
scomodi. Cioè quelle di mezzo pomeriggio,<br />
con l’obbligo di recarsi alla<br />
zona partenza con molte ore di anticipo.<br />
Sul posto, poi, la zona dello start<br />
era assolata a priva di suicienti zone<br />
d’ombra per tutti i partecipanti, che<br />
hanno cercato in ogni modo di togliersi<br />
dal disagio provocato dal caldo<br />
e dal sole diretto nella lunga attesa<br />
prima del via.<br />
L’orario di partenza era previsto per<br />
le 20, quindi con il sole ancora abba-<br />
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RUNNER’S WORLD AGOSTO 2017