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Le “nivatae potiones” citate da<br />
Seneca erano i gelati all’epoca<br />
l’<br />
di Roma imperiale.<br />
i<br />
FOCUS/CIBO<br />
questo fresco dessert. A Firenze vengono anche<br />
costruiti nei palazzi appositi spazi per conservare il<br />
ghiaccio. Sempre nella città Toscana compare nella<br />
seconda metà del Cinquecento, come creazione<br />
dell’artista e architetto Bernardo Buontalenti, la<br />
crema fiorentina a base di zabaione e bergamotto.<br />
Per la prima volta vengono impiegati anche<br />
latte, panna e uova: gli ingredienti base del gelato<br />
moderno.<br />
avanti Cristo, venivano vendute per le strade di<br />
Pechino su carrettini ed erano realizzate con neve,<br />
miele, latte, riso molto cotto e spezie. I primi<br />
dunque a consumare un dolce freddo sono stati<br />
cinesi e indiani, sfruttando le riserve di neve e<br />
ghiaccio offerte dalle catene montuose presenti<br />
nei loro Paesi. I mercanti mediorientali, che con i<br />
loro commerci collegavano la Cina con il mondo<br />
del Mediterraneo, hanno portato questa ricetta<br />
da questa parte del mondo.<br />
DAI ROMANI AL RINASCIMENTO<br />
Per gli antichi romani era una leccornia, preparata<br />
con la neve dell’Etna, del Vesuvio o del Terminillo.<br />
Citate da Seneca le nivatae potiones erano prodotte<br />
con neve o idromele ghiacciato mischiate<br />
a macedonia di frutta. La neve arrivava a Roma<br />
grazie al lavoro dei nivaroli, che la raccoglievano,<br />
la compattavano e la conservavano nelle neviere<br />
in cavità della montagna o in manufatti costruiti<br />
appositamente.<br />
Grazie ai nivaroli e in seguito all’invasione araba<br />
del IX secolo nascono in Sicilia le granite. Per realizzarle<br />
veniva usato il succo estratto dalla canna<br />
da zucchero, che cresceva abbondante attorno<br />
a Palermo. Mischiato con frutta, fiori ed erbe aromatiche<br />
ha dato il via a uno dei più caratteristici<br />
dolci della Sicilia.<br />
Per la diffusione del gelato, in particolare del sorbetto,<br />
in tutte le corti di Europa bisognerà aspettare<br />
il Rinascimento, quando Caterina de Medici<br />
porterà in Francia la ricetta creata da Ruggeri,<br />
pollivendolo e cuoco fiorentino, per le nozze della<br />
nobile fiorentina. Viene così scoperto e apprezzato<br />
UN GELATO PER PASTO<br />
Il gelato è senza dubbio il principe dei cibi<br />
estivi e, di tanto in tanto, può addirittura<br />
sostituire il pranzo, soprattutto se è preparato<br />
artigianalmente con ingredienti di prima<br />
qualità e naturali. Sul fronte energetico,<br />
secondo Adepi (Associazione delle industrie<br />
del dolce e della pasta italiane), 100 grammi<br />
di gelato alla panna forniscono circa 200<br />
chilocalorie, 4 grammi di proteine, 26 di<br />
carboidrati e 9 di grassi. Per fare un paragone,<br />
una pizza margherita ha 271 chilocalorie<br />
(dati Inran). Se poi la scelta cade sul gelato<br />
sorbetto alla frutta (senza latte), l’apporto<br />
calorico per 100 grammi si dimezza, 120<br />
chilocalorie. Sul fronte nutrizionale il gelato<br />
apporta proteine di alto valore biologico<br />
contenute nel latte e nelle uova. Per quanto<br />
concerne infine i grassi, la tendenza è quella<br />
di sostituire quelli di bassa qualità con quelli<br />
di migliore valore come l’olio di semi o l’olio<br />
di oliva.<br />
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