leStrade n. 1574 gennaio/febbraio
GALLERIE Il nodo cruciale della Torino-Lione MATERIALI Un bitume che lega durata e ambiente
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Il nodo cruciale della Torino-Lione
MATERIALI
Un bitume che lega durata e ambiente
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30<br />
31<br />
LS<br />
L’approccio metodologico e le esperienze internazionali di TECNE (Gruppo ASPI)<br />
Capacity Building<br />
per le infrastrutture<br />
STRATEGIE E OPPORTUNITÀ. UN BINOMIO CONCETTUALE CHE BEN SINTETIZZA<br />
L’INTERESSE CRESCENTE, NEL SETTORE DELL’ENGINEERING, PER LO SVILUPPO<br />
DI PROGETTI DI CAPACITY BUILDING, OVVERO ATTIVITÀ PROTESE ALLA<br />
RISOLUZIONE DI PROBLEMI E AL RAGGIUNGIMENTO DI OBIETTIVI AFFRONTANDO<br />
AL MEGLIO LE NUOVE SFIDE TECNOLOGICHE, ANCHE E SOPRATTUTTO<br />
ATTRAVERSO INIZIATIVE DI FORMAZIONE APPLICATA. DI SEGUITO, PROPONIAMO<br />
UN’AMPIA CASISTICA DI BEST PRACTICE INTERNAZIONALI.<br />
I<br />
contratti di consulenza ingegneristica che prevedono<br />
attività di assistenza tecnica e Capacity Building presso<br />
enti e ministeri esteri, rappresentano una grande<br />
opportunità per le Engineering Consultant. L’attenzione dimostrata<br />
negli ultimi anni dalle principali banche multilaterali<br />
internazionali (World Bank, EBRD, BEI, ADB, AfDB, ecc.)<br />
e l’importanza sempre crescente dei budget messi a disposizione<br />
nelle gare internazionali, ci invita a una più attenta<br />
valutazione, individuando possibili strategie e criticità relative<br />
alla loro implementazione.<br />
Una moderna definizione<br />
di Capacity Building<br />
Una delle definizioni più utilizzate e attuali del termine Capacity<br />
lo interpreta come la capacità di individui, organizzazioni<br />
o sistemi di svolgere le funzioni a cui sono deputati<br />
all’interno del loro contesto di attuazione in modo efficace,<br />
efficiente e sostenibile. In particolare, l’attuale tendenza<br />
delle organizzazioni strutturate e orientate al lavoro per<br />
progetto, ci porta a una stretta correlazione tra il termine<br />
Capacity e quello di Performance di determinate funzioni<br />
che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi strategici<br />
delle organizzazioni stesse. Il termine Building, nella<br />
locuzione in esame, trova i suoi più appropriati sinonimi<br />
in: sviluppo, potenziamento e rafforzamento. Per decenni<br />
lo sviluppo delle capacità veniva inteso come un’assistenza<br />
portata a un’organizzazione esclusivamente in termini di<br />
funding, di nuovi equipaggiamenti e/o tecnologie e training<br />
delle risorse. L’attuale approccio pone in maniera centrale<br />
il tema del rafforzamento continuo delle abilità a svolgere<br />
le attività core, di risolvere problemi, definire e raggiungere<br />
gli obiettivi nel comprendere e affrontare le esigenze delle<br />
nuove sfide tecnologiche. Il concetto si sovrappone e include<br />
lo sviluppo delle risorse umane con quelle degli approcci<br />
odierni del management. Non si limita quindi a un nuovo<br />
modello di sviluppo organizzativo. Il Capacity Building è<br />
essenzialmente un processo interno alle organizzazioni che<br />
può essere accelerato da un’assistenza e guida esterna. Risulta<br />
ormai ampiamente condiviso tra le organizzazioni internazionali,<br />
tra le quali le banche multilaterali costituiscono<br />
i driver principali, che, sebbene tecnicamente gli input<br />
finanziari siano spesso fondamentali per migliorare le conoscenze<br />
e le prestazioni, da soli non sono sufficienti ad aiutare<br />
realmente ed efficacemente le organizzazioni o i sistemi,<br />
nella ri-definizione della propria visione, soprattutto nell’ottica<br />
della sostenibilità.<br />
Le tre fasi principali<br />
di un Capacity Building<br />
Un programma di Capacity Building consiste essenzialmente<br />
in tre fasi differenti. Come spesso accade negli approcci<br />
metodologici attuali, le tre fasi sono tra di loro interconnesse<br />
e si sovrappongono formando un flusso continuo di attività.<br />
Il saper lavorare realmente in team, il profondo coinvolgimento<br />
di tutti gli stakeholder interessati, l’adottare efficacemente<br />
il process thinking e l’avere una prospettiva di lungo<br />
periodo e un impegno costante, sono le fondamenta sulle<br />
quali si basano tutte le singole fasi.<br />
Lorenzo De Angelis<br />
Aquilino Ponziani<br />
TECNE<br />
Gruppo Autostrade<br />
per l’Italia<br />
1. Le tre fasi<br />
classiche<br />
del Capacity Building<br />
2. Esempio di Training<br />
Implementation Plan<br />
Monitoring<br />
&<br />
Evaluation<br />
Fase 1: Assessment<br />
La prima fase è quella dell’assessment ovvero la valutazione<br />
delle capacità allo stato attuale (tempo zero). Naturalmente<br />
la valutazione andrà fatta a tutti i livelli; dalla singola risorsa<br />
al team, dall’organizzazione al sistema per il raggiungimento<br />
degli obiettivi organizzativi o di programma. La valutazione<br />
delle capacità al tempo zero viene poi confrontata<br />
con le esigenze future (Gap Analysis). Questo processo non<br />
può che essere iterativo e presuppone delle ottime doti di<br />
“ascolto” delle esigenze e criticità. Esso si può basare su tools<br />
e metodologie di analisi sviluppate off-line e validate e<br />
consolidate negli anni. La sfida nella valutazione è essenzialmente<br />
quella di collegare l’assessment con la pianificazione<br />
delle strategie; tutti i fattori abilitanti o che ostacolano<br />
la buona prestazione vanno correttamente individuati a<br />
2<br />
Assessment<br />
Design &<br />
Implementation<br />
1<br />
tutti i livelli. La scelta del metodo appropriato utilizzato per<br />
eseguire questa fase deve necessariamente sempre tenere<br />
conto che il fine ultimo del Capacity Building è il miglioramento<br />
delle performance.<br />
Fase 2: Design&Implementation<br />
Nella seconda fase si definiscono strategie e azioni è la<br />
fase del “fare” del design & implementation. In particolare,<br />
sulla base dei risultati evidenziati nella fase precedente,<br />
si progettano e pianificano le azioni da intraprendere<br />
effettuando una delicata operazione di tailoring sull’effettivo<br />
contesto in analisi e traguardando i target dei benefit<br />
attesi. Visto che gli ambiti delle azioni previste devono<br />
interessare tutti i livelli, si dovranno prevedere diverse tipologie<br />
di azioni; tra le più convenzionali come assistenze<br />
tecniche, workshop, training mirati, fino all’adozione<br />
di azioni meno comuni e più strutturate che coinvolgano<br />
organizzazioni esterne come la promozione di partenariati.<br />
Il partenariato ha il grande beneficio di rafforzare<br />
la ownership del programma. L’impegno a lungo termine<br />
solitamente insito in un partenariato, la condivisione<br />
della responsabilità, l’obbligo reciproco e l’equilibrio dei<br />
poteri sono solitamente le chiavi del successo di un soddisfacente<br />
partenariato.<br />
Fase 3: Monitoring&Evaluation<br />
La fase finale prevede il monitoring & evaluation ed è senza<br />
dubbio quella che comunemente e storicamente è stata la<br />
fase più trascurata. Solo oggi, dopo decenni di esperienze<br />
sta emergendo prepotentemente la sua importanza. Risulta<br />
fondamentale, oggi, concentrarsi sulle procedure legate<br />
alla valutazione degli effettivi benefici apportati. La difficoltà<br />
maggiore si evidenzia nei casi in cui i benefici attesi<br />
abbiano dei lunghi tempi per poter essere effettivamente<br />
valutati nella loro compiutezza. Recentemente, la tecnica<br />
di associare misure qualitative a quelle quantitative, risulta<br />
la metodologia più appropriata. Gli indicatori più racco-<br />
I Protagonisti<br />
I Protagonisti<br />
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