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leStrade n. 1574 gennaio/febbraio

GALLERIE Il nodo cruciale della Torino-Lione MATERIALI Un bitume che lega durata e ambiente

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Il nodo cruciale della Torino-Lione

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Un bitume che lega durata e ambiente

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80<br />

81<br />

LS<br />

5<br />

ne della sua sopravvivenza aprirsi questa via verso le Indie<br />

e il mare della Cina, per controbilanciare la potenza di un<br />

popolo rivale che sta crescendo con stupefacente rapidità<br />

e sta diventando gigante al di là dell’Atlantico. Io dico che<br />

l’avvenire del nostro Paese è assicurato, che esso arriverà<br />

ad un grado di prosperità inimmaginabile oggi, perché sarà<br />

passaggio obbligato di una gran parte del commercio e del<br />

transito fra l’Europa e l’Oriente”.<br />

E i tecnici? Tra i loro nomi vi sono quelli di Grattoni, Grandis<br />

e Sommeiller, che tra le altre cose rivoluzionarono lo scavo<br />

in sotterraneo, applicando tecnologia e respirando quello<br />

stesso clima politico-culturale: “Oggi sta a noi - ha concluso<br />

Virano - operare perché si inneschi di nuovo questo<br />

processo simbiotico positivo tra chi è portatore di saperi e<br />

chi è portatore di capacità decisionali”.<br />

Nuovi Trafori Alpini<br />

Dal passato al futuro, che passa attraverso il presente del<br />

progetto e della costruzione. Xavier Darmendrail, Direttore<br />

Territorio Francia di TELT, ha raccontato quello della Torino-<br />

Lione, dei suoi imbocchi, segmenti di tunnel di base, nicchie<br />

e stazioni, citando gli avanzamenti e le iniziative caratterizzate<br />

dall’eccezionalità di approccio costruttivo, che è insieme<br />

quantitativo e qualitativo, in cui squadre di tecnici italiani<br />

e francesi lavorano fianco a fianco. Lorenzo Brino, Direttore<br />

Ingegneria di TELT, si è invece soffermato su alcune delle<br />

tecnologie messe in campo: “Al Fréjus, così come al Sempione<br />

o al Gottardo, su ogni fronte di scavo lavoravano circa<br />

2.000 persone in un ‘buco’ di qualche metro quadrato di sezione<br />

per realizzare un tunnel monotubo di 12 km. Oggi, anche<br />

grazie alla tecnologia tutto è cambiato: stiamo realizzando<br />

attraversamenti alpini di 57 km a due canne con sistemi<br />

di gallerie che toccano quota 160 km, rispettando l’ambiente<br />

e tutelando la sicurezza dei lavoratori”. Oggi in campo, anzi<br />

nel sottosuolo, sono scese le TBM, le Tunnel Boring Machine,<br />

autentiche fabbriche viaggianti che di 10 metri in 10 metri<br />

restituiscano tratti di galleria completamente conclusi: “Un<br />

dato su tutti: a pieno regime nei cantieri TELT avremo anche<br />

8 frese al lavoro contemporaneamente”.<br />

Da Ovest a Est, da un corridoio all’altro (ovvero quello<br />

Scandinavo-Mediterraneo). Anche qui, al Brennero, lo<br />

sforzo è teso al riequilibrio modale ferro-gomma e l’autostrada<br />

(ovvero la congestionata A22) collabora strettamente<br />

con la ferrovia. La grande opera, ha spiegato Giuseppe<br />

Venditti, Responsabili Realizzazioni Italia di BBT<br />

Galleria di Base del Brennero, sarà imperniata su un attraversamento<br />

sotterraneo transfrontaliero di 55 km a<br />

due canne più cunicolo esplorativo da realizzare con scavo<br />

meccanizzato e Drill&Blast. In tutto si tratta di un reticolo<br />

di 230 km di tunnel con importanti opere all’aperto<br />

e cantieri peculiari come quelli del lotto Sottoattraversamento<br />

Isarco, che implicano il passaggio di due linee e<br />

due interconnessioni sotto il fiume con coinvolgimento di<br />

infrastrutture storiche, autostradali, stradali e ferroviarie.<br />

Tra le tecnologie messe in campo, quella del congelamento<br />

del terreno con azoto liquido, che sta consentendo agli<br />

operatori di scavare con pochi metri di copertura a circa 5<br />

m dal fiume senza incidere sul suo decorso.<br />

Gallerie<br />

Impianti ferroviari<br />

Restando ancora per un po’ dalle parti del Brennero, un<br />

tema-riflessione trasversale a questo nuovo rinascimento<br />

ferroviario è quello che coinvolge l’impiantistica. Il cui<br />

ruolo diventa decisivo proprio per accompagnare quel<br />

processo di interoperabilità che è asse portante di ogni<br />

sistema di rete. Se a Ovest il lavoro comune tra Francia<br />

e Italia va proprio in questa direzione, lo stesso accade a<br />

Est, dove a cooperare sono Italia e Austria, come ha ricordato<br />

Francesco Troncone, BBT Impianti Italia: “Mettiamo<br />

in comune le esperienze tecniche italiane e austriache -<br />

ha detto - non solo con l’obiettivo di produrre innovazione<br />

attraverso le singole tecnologie, ma anche per far sì<br />

6<br />

© BBT SE<br />

5. Messaggio del Presidente<br />

della Repubblica Italiana<br />

Sergio Mattarella a TELT<br />

in occasione dell’anniversario<br />

6. Uno dei pozzi realizzati<br />

sotto il fiume Isarco da BBT,<br />

al Brennero<br />

7<br />

7. Il monumento di piazza<br />

Statuto a Torino rivisitato:<br />

è l’emblema della<br />

“tecnologia gentile”,<br />

ambientale e digitale<br />

Una parola chiave? Digitale: sinonimo di “innovativo”,<br />

innesco di un circolo virtuoso che trascina<br />

con sé benefici ambientali, energetici, manutentivi<br />

e in chiave di durabilità. Il punto di partenza, in<br />

questo caso, resta sempre la tecnologia, che in<br />

ambito ferroviario vuol dire anche e soprattutto<br />

impianti. Di quelli TELT, tra gli altri si occupa Xavier<br />

Baumgard, responsabile CO12 - lotto impianti<br />

e tecnologie della Torino-Lione. Oggi, ha detto,<br />

la digitalizzazione “compenetra ogni aspetto legato<br />

al nostro lavoro, teso a mettere su rotaia i treni<br />

del futuro, inserendoli in un corretto ecosistema”.<br />

che tutti i sottosistemi possano interagire correttamente<br />

tra loro ai fini della garanzia della sicurezza dell’opera<br />

nel suo complesso”. “Abbiamo lavorato - ha aggiunto<br />

Stephen Boscheri, Impianti Austria BBT - su sistemi specifici<br />

che consentono una comunicazione unica ininterrotta,<br />

la sfida tecnica, ora, è quella di applicarvi la tecnologia<br />

‘mobile’”. La direzione è quella del monitoraggio<br />

continuo e dell’autodiagnosi, con autoriparazione, delle<br />

avarie. Nonché quella di un sistema ferroviario in cui le<br />

informazioni sulla localizzazione dei treni che precedono<br />

o che seguono potrà davvero ottimizzare sia la gestione,<br />

con la conseguente maggiore fluidità del traffico, sia l’impiego<br />

di risorse energetiche.<br />

La digitalizzazione è dunque la chiave d’accesso<br />

all’interoperabilità e, apportando esempi specifici,<br />

è il cuore della nuova segnaletica europea<br />

che prevede uno standard numerico digitale. Tutti<br />

i treni del futuro, in sostanza, potranno essere<br />

localizzati con precisione assoluta: “Sapendo<br />

dove il treno si trova, diventerà inutile illuminare<br />

costantemente tutto il tunnel, ma si potrà farlo<br />

nelle situazioni necessarie, con risparmi notevoli<br />

per la gestione. Pensiamo poi all’impiantistica<br />

di linea, dalla ventilazione all’antincendio: grazie<br />

alle nuove informazioni sarà possibile sfruttare<br />

Infrastrutture di pace<br />

La tecnologia può dunque davvero dare una grossa mano a<br />

“mettere in rete” sistemi storicamente non armonizzati, a<br />

connettere, a migliorare. Tutto qui? No, perché connettere<br />

vuol dire anche e soprattutto avvicinarsi, cooperare e dunque<br />

evitare ogni forma di conflitto. Una conclusione importante<br />

di questa riflessione è stata suscitata dagli studenti del Liceo<br />

Porporato di Pinerolo, con una domanda, molto semplice, ma<br />

cruciale: le grandi infrastrutture e i collegamenti internazionali<br />

allontanano il rischio di conflitti e guerre? “Storicamente<br />

le ferrovie al di qua e al di là delle frontiere - ha risposto Virano<br />

- presentano un’alimentazione con voltaggi differenti, inoltre<br />

in certe parti varia persino la sezione dei binari. In sintesi,<br />

sussistono numerose stranezze, incongruenze… E questo<br />

è accaduto per precise ragioni militari: ogni Stato, in pratica,<br />

tendeva a evitare che il vicino potesse caricare un treno<br />

di carri armati e procedere a un’invasione”. Oggi, nel 2021,<br />

la libera e interoperabile circolazione dei paesi UE è una realtà<br />

e il suo significato non è soltanto tecnico: si tratta “di un<br />

formidabile messaggio di pace radicato nella realtà”.<br />

Ma le tecnologie (ferroviarie) del 2021 contengono anche un<br />

altro messaggio, quello legato a una “dolcezza” che significa<br />

soprattutto tutela dell’ambiente. Va in questa direzione l’installazione<br />

realizzata dall’artista Richi Ferrero, su mandato di TELT<br />

e con il patrocinio di Comune di Torino e Regione Piemonte,<br />

sul monumento al Fréjus in piazza Statuto a Torino. I fiori e le<br />

luci di Ferrero, poste sopra i titani intrappolati, ci rivelano che<br />

oggi la tecnologia è diventata “dolce”, ovvero sensibile agli effetti<br />

che produce, e quindi può farsi carico del tema ambientale,<br />

non solo come “il confine che non va violato”, ma anche<br />

come strumento che deve essere capace di padroneggiare,<br />

gestire e rispettare. nn<br />

Digitale, il mondo nuovo in cui troveremo sicurezza, comfort e risparmio energetico<br />

anche la ventilazione naturale”. Ma i vantaggi attesi<br />

riguardano, naturalmente, anche i viaggiatori,<br />

che potranno essere informati puntualmente<br />

su qualsiasi evoluzione del viaggio. La velocità<br />

dei treni potrà essere gestita, ottimizzata, ricalibrata.<br />

Con benefici per la sicurezza e il comfort,<br />

oltre che per la sostenibilità. Ma, a proposito, di<br />

viaggio, questo sarà solo l’inizio. Perché in casa<br />

TELT si sta già lavorando per rendere ancora e<br />

sempre più precisa questa lettura dei dati. Per<br />

esempio sviluppando soluzioni basate sull’intelligenza<br />

artificiale.<br />

Vision Rail 2021<br />

1-2/2022 <strong>leStrade</strong>

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