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leStrade n. 1574 gennaio/febbraio

GALLERIE Il nodo cruciale della Torino-Lione MATERIALI Un bitume che lega durata e ambiente

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Il nodo cruciale della Torino-Lione

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82<br />

83<br />

LS<br />

Focus Intermodalità<br />

Il valore aggiunto<br />

dei trasporti integrati<br />

IL CAMMINO DELLA TORINO-LIONE, OPERA EUROPEA A VOCAZIONE<br />

ECOSOSTENIBILE, NON PUÒ NON ESSERE PERMEATO DALLA RICERCA DEL<br />

DIALOGO SIA CON I TERRITORI ATTRAVERSATI, SIA CON TUTTI GLI ALTRI SISTEMI<br />

TRASPORTISTICI E INFRASTRUTTURALI, DALLE STRADE DA DECONGESTIONARE<br />

AI PORTI CON CUI POTENZIARE I LEGAMI. TUTTO QUESTO, IN UN CONTESTO<br />

DI RIPARTENZA CONTINENTALE CHE MIRA ALL’ABBINAMENTO PERFETTO, AMBIZIOSO<br />

MA POSSIBILE, DI SVILUPPO ECONOMICO E SALVAGUARDIA AMBIENTALE.<br />

1<br />

2<br />

1. Un terminal logistico,<br />

origine e destinazione<br />

di un sistema di trasporto<br />

da potenziare e rimodulare<br />

2. Hubert Du Mesnil,<br />

presidente di TELT<br />

sion Rail sono costantemente compenetrabili e compenetrate,<br />

a formare un puzzle di senso che possa portare scintille<br />

diffuse di formazione, ponderazione, cultura.<br />

Se il 2021, come ha anche ricordato Hubert du Mesnil, Presidente<br />

di TELT, è stato proclamato Anno Europeo della Ferrovia<br />

con il chiaro intento di porre “questo” modo di trasporto<br />

al centro della strategia comunitaria che punta al raggiungimento<br />

degli obiettivi di sviluppo sostenibile, occorre anche<br />

sottolineare che un suo tratto distintivo è proprio quello<br />

di farsi “ponte” con altre modalità di trasporto, in un’ottica,<br />

per l’appunto, di piena intermodalità. Con i danni della pandemia<br />

alle spalle, quantomeno dal punto di vista delle attività<br />

commerciali, e con il faro del Green Deal davanti allo<br />

sguardo, è più che mai opportuno impegnarsi in una transizione<br />

modale che veda sì il treno come sistema di trasporto<br />

da far crescere, ma che allo stesso tempo non sia “unilaterale”,<br />

ovvero che presti particolare cura a tutti i “nodi” in<br />

campo e, soprattutto, alle relazioni che intercorrono tra di<br />

essi. La sfida è ancora una volta sotto casa e il tempo, ancora<br />

una volta, stringe: 9 anni, anzi 8, di qui al 2030. “La<br />

visione intermodale - ha chiosato sempre Du Mesnil - può<br />

essere davvero lo strumento migliore per governare questa<br />

fase di passaggio, in cui tutti i sistemi infrastrutturali, alleati<br />

tra loro, devono puntare all’eccellenza in termini di performance<br />

economica e qualità dei servizi”.<br />

Una visione, questa, su cui concorda anche Furio Bombardi,<br />

direttore generale del Mediterranean Rail Freigh Corridor,<br />

tra i partner di Vision Rail. La “Via del Mediterraneo”, nella<br />

sua veste di bacino commerciale, ha spiegato in un intervento,<br />

è una porzione d’Europa di circa 7mila km e intersecata<br />

da altri 6 corridoi, che comprende 6 Paesi, regioni ad<br />

alta industrializzazione quali Catalonia, Rhône-Alpes, Piemonte<br />

e Lombardia, nonché 100 terminali intermodali e 5<br />

porti chiave (più Genova e La Spezia), i gateway della globalizzazione.<br />

In questo scenario il trasporto ferroviario può<br />

svolgere molteplici funzioni, ha sottolineato Bombardi, dal<br />

raccordo proprio con interporti e porti a opportunità di sviluppo<br />

per i territori attraversati. Rendere le reti su ferro pienamente<br />

interoperabili significa per esempio dare slancio a<br />

nuovi mercati, oggi altrimenti correlati. E può portare benefici<br />

ulteriori se, insieme ad esso, sorgerà un vero e proprio<br />

sistema multimodale, maturo e articolato.<br />

3<br />

L’occasione ferroviaria<br />

I fattori che influenzano gli scenari di traffico. Ne ha parlato,<br />

tra gli altri, Manuela Rocca, Direttore Sviluppo Sostenibile e<br />

Sicurezza di TELT, partendo dagli evidenti segnali di ripresa<br />

economica post-pandemia. Se in generale il grande gap del<br />

2020 sembra essere stato colmato, rimane sul tavolo l’atavico<br />

disequilibrio modale gomma-ferro che nel tratto Italia-<br />

Francia segna un 93% di merci trasportate a vantaggio della<br />

modalità stradale, con un “misero” 7% pro-ferro. I dati degli<br />

ultimi anni, ci ricorda Rocca, attestano che lo sbilanciamento<br />

Est-Ovest non è tale lungo il corridoio Nord-Sud (lato<br />

Svizzera), anche e soprattutto in virtù dell’entrata in funzione<br />

di nuove e moderne infrastrutture ferroviarie. Qualche<br />

dato a supporto: nel 2019 è stato registrato il passaggio<br />

di +60mila truck tra i valichi francesi e italiani, mentre<br />

il transito tra Svizzera e Italia, nello stesso anno, ha visto<br />

una decrescita di circa 45mila unità, intensificando un trend<br />

già in atto in cui hanno giocato e stanno giocando un ruolo<br />

decisivo nuovi tunnel-chiave come il Gottardo e il Ceneri.<br />

Ma a quanto ammonta questo 100% di merci così “mal”<br />

suddiviso? Ammonta, sembre guardando ai dati 2019, a circa<br />

85 miliardi di euro, veicolati e prodotti, peraltro, da territori<br />

in fase di crescita economica costante. L’istantanea del<br />

presente, in ragione di queste considerazioni, non può dunque<br />

che essere collegata a quella del futuro: in assenza di<br />

fatti nuovi, strade e autostrade ancora più congestionate,<br />

ben oltre la misura. Con le nuove reti TEN-T ferroviarie in<br />

piena efficienza, invece, assisteremmo a ulteriori benefici<br />

in termini di crescita (considerando anche l’indotto di nuovi<br />

posti di lavoro: soltanto 4mila quelli che occorrono per realizzare<br />

l’opera) e anche di tutela della sostenibilità, senza<br />

dimenticare la sicurezza della circolazione. “Costruire opere<br />

come la Torino-Lione - ha detto Rocca - significa anche<br />

risolvere una volta per tutte le criticità date dalla sussistenza<br />

di standard non omogenei e fare così in modo che i treni<br />

non incontrino ostacoli di sorta. Avere scambi adatti a treni<br />

moderni, senza più limitazioni di sagoma, peso e lunghezza,<br />

darebbe uno slancio all’intero sistema dell’economia e contestualmente<br />

dei trasporti. È il grande obiettivo della piena<br />

interoperabilità all’interno del corridoio”. Un esempio pratico<br />

tra i molti possibili: confrontando i tragitti di simile estensione<br />

Parigi-Marsiglia e Parigi-Piacenza oggi il primo registra<br />

Vision Rail 2021<br />

La linea del tempo e quella dello spazio. La prima è quella<br />

che abbiamo esplorato, per esempio, nel focus precedente,<br />

in cui il filo “tecnologico” e quello “umano” si<br />

sono dispiegati a comporre esperienze di infrastrutturazione<br />

decisive e foriere di lezioni apprese, pensiamo su tutte al tunnel<br />

ferroviario storico del Fréjus, tra Italia e Francia, inaugurato<br />

151 anni fa. Quella dello spazio, invece, ha avuto un’evidenza<br />

particolare nel primo focus, incentrato, tra l’altro ma<br />

non solo, sullo sviluppo sostenibile, un concetto che in fondo<br />

condensa entrambe queste prospettive: si lavora nel tempo<br />

per migliorare lo spazio. Una dimensione a forte connotazione<br />

“spaziale” sarà invece quella che cercheremo di approfondire<br />

in questo terzo e ultimo focus, dedicato all’intermodalità,<br />

in uno scenario dunque in cui a farla da protagonista<br />

saranno i trasporti. Si tratta di un tema già contemplato, e<br />

consapevolmente. In ragione del fatto che le riflessioni di Vi-<br />

3. Il Corridoio Mediterraneo:<br />

un grande laboratorio di<br />

intermodalità, anche in virtù<br />

della densità di porti<br />

Gallerie<br />

1-2/2022 <strong>leStrade</strong><br />

1-2/2022

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