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Bordwell - Appunti Unict

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scene di combattimento coreografate in modo fantastico. Alcuni<br />

giovani registi cominciarono a proporre cinema storico con maggiore<br />

definizione psicologica, ricordiamo Yamanaka, regista dalla tragica<br />

storia (fu mandato al fronte, dove morì nel 1938). Il gendai-geki,<br />

cinema sulla vita contemporanea, includeva molti generi: commedie<br />

su studenti e impiegati, film sulla madre, film dedicati alla vita delle<br />

classi inferiori. Il genere gendai-geki riscuoteva molto successo, i<br />

registi furono incoraggiati a specializzarsi e coltivare stili personali,<br />

una pratica utili per differenziare la produzione e tenere alto l’interesse<br />

dei fan. Shimizu, un esponente della commedia umanistica, rivelò uno<br />

stile personale: i suoi film di bambini gli conquistarono una certa fama,<br />

ma egli si dimostrò capace anche su soggetti dedicati ad adulti.<br />

Tipiche dello stile di Shimizu sono le inquadrature in cui l’azione si<br />

muove verso lo spettatore, mentre la macchina da presa asseconda il<br />

movimento mantenendo la distanza. Ozu e Mizoguchi sono<br />

riconosciuti unanimemente come i registi Giapponesi più importanti<br />

degli anni 30. Evitando la rigida divisione dei compiti praticata ad<br />

Hollywood, la Shochiku e la Nikkatsu avevano sviluppato un sistema<br />

che lascia al regista e sceneggiatore un notevole controllo sui loro<br />

progetti. La Toho invece privilegiava la centralità del produttore, al<br />

quale era affidata la supervisione contemporanea di più pellicole: i film<br />

della Toho avevano un aspetto leggermente più patinato e fatto in<br />

serie, ma fino al 1938 i registi potevano lavorare in modo personale<br />

nella maggior parte degli altri studios, fino all’avvento della guerra.<br />

Ozu e Mizoguchi<br />

Ozu esordisce all’eta di 24 anni con un film jidai-geki (storico) ma ben<br />

presto passa alla vita contemporanea. Tra il 1928 e il 37 realizza 35<br />

film di generi disparati, dallo slapstik studentesco alla commedia di<br />

costume urbana, da film gangster a gli stomi-geki (fil sulla madre).<br />

Ozu fu profondamente influenzato dal cinema di Hollywood, in<br />

particolare da Chaplin e Lubish e dalle comiche di Harold Lloyd. Il suo<br />

stile è quello della commedia anni 20, brevi inquadrature degli attori e<br />

dettagli della scenografia, montati assieme in modo frizzante ed<br />

essenziale. Lo stile fu comunque arricchito con molte variazioni<br />

personali: tipici gli stacchi inattesi su oggetti quotidiani e paesaggi<br />

adiacenti. Nelle scene dialogate Ozu riprende sistematicamente<br />

dall’interno di un ideale cerchio a 360° intorno ai personaggi,<br />

cambiando il punto di vista con multipli di 45°. Sorprendente il rifiuto<br />

da parte di Ozu di certi strumenti della tecnica cinematografica: fu uno<br />

degli ultimi a passare al sonoro e i movimenti di macchina erano<br />

estremamenti limitati; la sua cinepresa è sempre posizionata in basso,<br />

una tecnica che gli permetteva di concentrarsi sulla composizione<br />

dell’inquadratura, bilanciando il valore drammatico dell’attore e<br />

del’ambiente. Lo stile di Ozu amplifica i suoi drammi intimisti, le sue<br />

commedie, basate sull’imbarazzo e sulla rivelazione di stati d’animo,<br />

si nutrono dei primi piani di un’espressione o di un gesto puntuale. I<br />

suoi drammi sociali, che osservano il ciclo della vita in una città<br />

indifferente, sono intensificati da enigmatici panorami urbani.<br />

Mizoguchi esordì nella regia 5 anni prima di Ozu, diresse 42 film negli<br />

anni 20. Regista prolifico, eclettico e artisticamente ambiziso, non fu<br />

riconosciuto come grande regista fino agli anni 30. Attraverso una<br />

varietà di generi, Mizoguchi si concentrò sui dilemmi sociali che la<br />

donna giapponese doveva affrontare. Il regista era attratto da<br />

situazioni di forte emozione (uomini che abusano sadicamente di<br />

donne e bambini o durissimi litigi); nelle riprese adottava un approccio<br />

de-drammatizzante: le scene di maggiore intensità emotiva erano<br />

inquadrate a distanza, così da suscitare una reazione più lieve. Le<br />

scene ad alta tensione sono spesso in campo lungo, non è raro che i<br />

personaggi diano le spalle agli spettatori, o che siano nascosti da un<br />

muro o un’ombra. La macchina da presa registra l’azione<br />

direttamente, rifiutandosi di staccare sulla reazione del personaggio.<br />

Mizoguchi utilizza il piano sequenza come nessuno prima di lui: le sue<br />

inquadrature di rado seguono i movimenti degli attori, i piani sequenza<br />

ci costringono a guardare atti di sacrificio con un senso di<br />

inesorabilità.<br />

La guerra del Pacifico<br />

Durante il secondo conflitto mondiale il Giappone era alleato della<br />

Germania nazista e dell’ Italia fascista. L’economia divenne a base

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