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Bordwell - Appunti Unict

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preciso dei jump cuts grezzi della nouvelle vague. La fama di Resnais<br />

favorì l'esordio del romanziere Alain Robbe-Grillet che passò dietro la<br />

macchina da presa con "l'immortale", continuando l'esplorazione di<br />

spazi e tempi impossibili; il suo film successivo "trans europ express"<br />

affronta il tema della narrazione incentrandosi su tre scrittori riuniti in<br />

un treno a scrivere del contrabbando internazionale di droga. Agnès<br />

Varda realizzò il lungometraggio "Cléo dalle 5 alle 7” che copre 95 min<br />

nella vita di un'attrice in attesa dei risultati di importanti analisi<br />

mediche; il film è spezzato in 13 capitoli e del ricco di digressioni. Tra i<br />

suoi film seguenti "il verde prato dell'amore" turbò gli spettatori con la<br />

tesi che una donna possa facilmente prendere il posto di un'altra.<br />

!<br />

François Truffaut e Jean-Luc Godard: Truffaut e Godard ci aiutano<br />

a definire gli opposti estremi della nouvelle vague: uno dimostra che il<br />

cinema giovane è in grado di rinnovare quello commerciale mentre<br />

l'altro sintetizza l'ostilità della nuova generazione verso i piaceri<br />

tranquilli del cinema comune. I primi film di Truffaut sono pieni di<br />

zoomate, stacchi di montaggio approssimativi, inquadrature casuali ed<br />

esplosioni di arguzia o di improvvisa violenza, il tutto per catturare la<br />

vitalità del personaggio; questo stile si colora di un sommesso<br />

romanticismo e inserisce in ogni film riferimenti ai suoi registi favoriti e<br />

a periodi aurei della storia del cinema. Il suo obiettivo non era<br />

distruggere il cinema commerciale, ma rinnovarlo e arricchirlo,<br />

bilanciando espressione personale ed esigenze del pubblico. La sua<br />

produzione include film leggeri e divertenti, saggi agro-dolci sulla<br />

giovinezza e film più pensosi, aprendosi negli ultimi anni a intensi<br />

studi di ossessione psicologica. Più abrasiva era l'opera di Godard,<br />

critico severo e irruente, destinato a diventare il più provocatorio<br />

esponente della nouvelle vague; fece almeno due film all'anno e fu<br />

presto chiaro che l'obiettivo era una ridefinizione di struttura e stile del<br />

film. La sua opera pone questioni fondamentali relative alla<br />

narrazione: mentre i suoi primi film hanno trame abbastanza lineari, i<br />

successivi si spostano gradualmente verso una struttura più<br />

frammentaria. La finzione è contrapposta a materiale documentario<br />

che spesso ha scarsa o nessuna attinenza al racconto; mescola<br />

convenzioni della cultura popolare con riferimenti alla filosofia o<br />

all'arte dell'avanguardia, abbandonandosi a digressioni di stile che<br />

ricordano talvolta il situazionismo. Una delle più imitate innovazioni di<br />

Godard sono le inquadrature straordinariamente piatte; la sua critica<br />

al mondo del cinema, paradossalmente, usa le risorse del film ad alto<br />

budget per creare affascinanti composizioni di colore.<br />

!<br />

Italia: cinema giovane e western all'Italiana: tra gli anni 50 e 60<br />

l'industria del cinema Italiano era in condizioni migliori di quella<br />

francese; il mercato internazionale si rivelava accessibile a film horror,<br />

commedie e film etico-mitologici. Sia l'America che le altre nazioni<br />

europee partecipavano con entusiasmo a coproduzioni con l'Italia e<br />

all'inizio degli anni 60 l'Italia era il più forte centro di produzione<br />

dell'Europa occidentale. I registi più in vista erano Fellini e Antonioni,<br />

ma l'espansione dell'industria favorì l'esordio di dozzina di nuovi<br />

registi. I giovani registi di sinistra accentuarono l'impulso del<br />

neorealismo alla critica sociale; i più fedeli erano i fratelli Paolo e<br />

Vittorio Taviani. Tra i più importanti del periodo ricordiamo Francesco<br />

Rosi, Marco Bellocchio e Gillo Pontecorvo. Pier Paolo Pasolini,<br />

marxista non ortodosso, omosessuale, non credente ma imbevuto di<br />

cattolicesimo sollevò un polverone nella cultura Italiana passando al<br />

cinema dopo aver raggiunto la popolarità come poeta e romanziere e<br />

aver collaborato a diverse sceneggiature; sosteneva che il regista<br />

potesse rivelare la dimensione etica e mitica del mondo. "Accattone" e<br />

"mamma Roma" sono gelide analisi della povertà urbana, un ritorno al<br />

neorealismo, nonostante accusasse questo movimento di offrire un<br />

realismo solo superficiale. I suoi film propongono un'accozzaglia di<br />

atmosfere e immagini disparate, e spiegava questi accostamenti di<br />

stile con la tesi che i contadini e i livelli più bassi della classe operaia<br />

urbana mantenessero dei legami con la mitologia preindustriale che<br />

egli evocava con le sue citazioni di grandi opere d'arte del passato. La<br />

tattica della contaminazione stilistica era meno dura da digerire in "il<br />

Vangelo secondo Matteo" in cui fa di Gesù un predicatore di<br />

impaziente energia e indugia sui tratti contorti come la pelle rugosa o i<br />

denti spezzati nei suoi personaggi. Bernardo Bertolucci è l'equivalente<br />

Italiano dei registi della nouvelle Vague. La costruzione accurata e<br />

l'eleganza tecnica dei suoi film lo avvicinano molto ai modernisti più

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