Bordwell - Appunti Unict
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è mischiata alla fantasia. Inizialmente la sua opera è radicata nel<br />
mondo reale, anche se costellato di misteri, poi però si apre al regno<br />
del sogno e dell'allucinazione e il protagonista di ciascun film diviene<br />
Fellini stesso o meglio la sua immaginazione. Fellini propone la sua<br />
critica sociale sotto forma di sensibilità artistica e valori umani; le sue<br />
immagini rivelano il suo tocco magistrale nei costumi sontuosi, nelle<br />
scenografie e nei movimenti di massa. Un'altra caratteristica è<br />
l'impiego massiccio del doppiaggio a riprese ultimate, per avere il<br />
controlo totale sui dialoghi e sugli effetti sonori.<br />
!<br />
Michelangelo Antonioni (1912): emerse più tardi di Fellini e i suoi<br />
film cerebrali e pessimisti appaiono in netto contrasto con le<br />
stravaganze vitalistiche del regista riminese. Anche Antonioni si era<br />
fatto le ossa in epoca neorealista; il suo film più famoso fu<br />
"l'avventura" del 1960 che, nonostante l'accoglienza fredda ricevuta a<br />
Cannes, riscosse un successo internazionale; ad esso seguirono "La<br />
notte", "l'eclisse" e "deserto rosso", completando una tetralogia<br />
sull'esplorazione della vita contemporanea. Accettò un contratto con<br />
la MGM per tre film in inglese: "Blow up” premiò la fiducia di<br />
Hollywood, “Zabriskie Point” si risolse però in un disastro finanziario e<br />
dopo "professione reporter" tornò in Italia. L'importanza storica di<br />
Antonioni è legata ai film realizzati all'inizio e a metà della carriera. I<br />
primi contribuirono a spostare il neorealismo verso un'intima analisi<br />
psicologica e uno stile severo e antimelodrammatico, descrivendo la<br />
mancanza di norme al centro del boom economico europeo,<br />
un'indifferenza presente anche nella narrativa Italiana del dopoguerra.<br />
L'attenzione per i ricchi nei primi film può essere letta come<br />
un'estensione della critica sociale implicita nell'idea stessa di<br />
neorealismo, ma il regista sa trovare personaggi insensibili e senza<br />
meta anche nelle classi inferiori. In “L’avventura” approfondisce<br />
l'indagine dell'alienazione della classe alta nel mondo che essa stessa<br />
ha fabbricato; Il tema dell'incomunicabilità acquista significato<br />
all'interno della più ampia considerazione di come nel mondo<br />
contemporaneo tutte le relazioni personali siano avvizzite. “ Deserto<br />
rosso" mostra un panorama industriale pervaso di ambiguità, in cui le<br />
combinazioni cromatiche sbiadite possono essere attribuite sia alla<br />
psiche instabile della protagonista, che all'interpretazione di Antonioni<br />
di un mondo moderno ma appassito. Fin dall'inizio della sua carriera<br />
fa un uso magistrale della profondità di fuoco e del piano sequenza<br />
con movimento di macchina. Le opere iniziali inaugurano anche la<br />
soluzione di nascondere al pubblico le reazioni dei personaggi,<br />
cosìcche lo spettatore trova difficoltà a sentirsi partecipe di personaggi<br />
presentati con tanta freddezza; riduce gli esseri umani a masse e<br />
forme. Antonioni spinse i colleghi a tentare la via della narrazione<br />
ellittica e dal finale aperto.<br />
Robert Bresson (1907-1999): la sua reputazione è fondata su un<br />
corpus di opere ridotto, in quarant'anni realizzò soltanto 11 film, ma fu<br />
dai primi anni 50 uno dei più rispettati registi del mondo. I suoi film<br />
rigorosi e impegnativi mettono in luce una coerenza interna e una<br />
visione del mondo ostinatamente individualistica. Spesso i suoi film<br />
sono costruiti sulle lettere, diari, resoconti storici e azione reiterata da<br />
voci fuoricampo, ma nel prodotto finito non vi è nulla di<br />
particolarmente letterario: le sue opere prendono i testi originali come<br />
pretesto per racconti puramente filmici. La sua attenzione si concentra<br />
su persone sensibili che lottano per sopravvivere in un mondo ostile<br />
ed entrambi i suoi film degli anni 40 tessono intrighi di vendetta<br />
attorno vittime innocenti. Con "il diario di un curato di campagna" la<br />
sua opera entra in una nuova fase di immagini austere e recitazione<br />
sommessa. Bresson divenne il più grande regista religioso<br />
internazionale del dopoguerra. A metà degli anni 60 i suoi film<br />
divennero pessimisti e il pubblico accolse con perplessità il suo<br />
rivolgersi a problemi pratici dei giovani nella società moderna,<br />
portando i suoi personaggi alla disperazione e al suicidio; ormai i<br />
valori cristiani non offrono alcun sollievo e i suoi film irradiano mistero.<br />
È difficile capire i suoi personaggi perché sono esaminati dall'esterno,<br />
gli attori sono non-attori o dilettanti e tranquilli in modo quasi<br />
soprannaturale. In questo cinema un improvviso alzarsi degli occhi<br />
diventa un evento significativo e uno sguardo condiviso costituisce la<br />
scena clou. Spiccando su uno sfondo silenzioso, ogni oggetto di un<br />
film di Bresson acquista un personale sapore acustico e un suono<br />
fuoricampo può servire a descriver un ambiente o suggerire un tema