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Bordwell - Appunti Unict

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ambasciatori della cultura cinematografica di una nazione; il prototipo<br />

fu la mostra d'arte cinematografica di Venezia nel 1946 e subito dopo<br />

ne nacquero altri in tutto il mondo. Apparvero anche i festival dei<br />

festival, eventi non competitivi che riproponevano le opere più<br />

significative dei festival principali. Oltre a investire nel cinema<br />

europeo, le compagnie americane partecipavano alle coproduzioni<br />

attraverso le loro succursali continentali e nel 1947 Hollywood creò<br />

una sezione degli academy awards riservata al miglior film straniero.<br />

Nel 1947 fu fondata la federazione internazionale dei cineclub per<br />

unire le società indipendenti di 20 nazioni e nel 1955 esisteva una<br />

confederazione europea del cinema d'arte e d’Essai. L'organizzazione<br />

più vecchia è la federazione internazionale degli archivi dei film,<br />

fondata nel 1938, ma sospesa durante la guerra. La televisione e le<br />

altre attività di svago non erano ancora emerse su larga scala e la<br />

nuova generazione di giovani affollava le sale, così nel periodo tra<br />

1955-58 si ottenne il record di presenze del dopoguerra.<br />

Cinema moderno: iniziò ad emergere un cinema d'arte internazionale<br />

che girava le spalle alle tradizioni popolari per identificarsi con la<br />

sperimentazione e l'innovazione di arti alte come la letteratura, la<br />

pittura, la musica e il teatro; sotto certi aspetti il film artistico segna il<br />

ritorno agli anni 20. I registi si sforzavano di essere fedeli alla realtà<br />

più dei loro predecessori, impegnandosi nella denuncia<br />

dell'antagonismo di classe, degli orrori del fascismo, della guerra e<br />

dell'occupazione. Questo realismo obiettivo condusse i cineasti verso<br />

una narrazione più aperta, fatta di scorci di realtà, diversa dalle trame<br />

strutturate di Hollywood, in quanto si pensava che non fosse<br />

necessario sciogliere tutti i nodi narrativi. Molti cineasti si affidarono al<br />

piano sequenza per presentare l'evento nella sua durata reale; nuovi<br />

stili di recitazione erano visti come opposizione alle performance<br />

impeccabili e armoniose del cinema americano e la fedeltà alla realtà<br />

implicava una minuziosa riproduzione dell'ambiente acustico: in molti<br />

film francesi del dopoguerra, ad esempio, il silenzio di fondo richiama<br />

l'attenzione su piccoli rumori. C'era chi invece cercava di<br />

rappresentare la realtà soggettiva attraverso i flashback, che<br />

divennero assai comuni. Era palese l’ influenza dell'espressionismo<br />

tedesco: i cineasti si tuffava vano nella mente dei personaggi ,<br />

rivelandone sogni, allucinazioni e fantasie. A contraddistinguere il<br />

cinema moderno europeo del dopoguerra era anche il commento<br />

dell'autore, come se un'intelligenza che non appartiene al mondo del<br />

film sottolineasse per noi qualcosa degli eventi a cui assistiamo.<br />

Questo commento può diventare riflessivo, denunciando l'artificio del<br />

film stesso e ricordando al pubblico che il mondo che stiamo<br />

osservando è soltanto finzione. L'ambiguità è un elemento centrale di<br />

tutto il cinema moderno europeo del dopoguerra, le sequenze oniriche<br />

e fantastiche divennero centrali, la continuità di montaggio rimase una<br />

preoccupazione costante degli autori. Il cinema moderno si collocava<br />

tra il cinema popolare accessibile e di facile comprensione e le<br />

sperimentazioni più radicali dell'avanguardia.<br />

La primavera Italiana: con la caduta di Mussolini l'industria<br />

cinematografica Italiana perse il suo centro organizzativo e mentre le<br />

società interne lottavano per sopravvivere, il cinema neorealista si<br />

impose con una forza di rinnovamento culturale e sociale. Durante il<br />

declino del regime fascista, nella letteratura e nel cinema era affiorato<br />

l'impulso realista, e dopo la liberazione, la gente di ogni classe<br />

divenne ansiosa di rompere con il passato, così i registi furono pronti<br />

a farsi testimoni della primavera Italiana. Il realismo di questi film<br />

nasceva dal contrasto con quelli che li avevano preceduti: gli studi di<br />

Cinecittà, rinomati per le meravigliose scenografie, avevano subito<br />

danni durante la guerra, inoltre dopo anni di doppiaggio italiano di film<br />

stranieri, l'Italia aveva perfezionato l'arte della sincronizzazione del<br />

sonoro e le troupe potevano girare in esterni e registrare il dialogo in<br />

seguito. Un'altra novità era l'esame critico della storia recente: i film<br />

neo realisti proponevano storia contemporanea con una prospettiva di<br />

fronte popolare; la trama di "Roma città aperta" di Rossellini e ispirata<br />

a eventi reali avvenuti nell'inverno fra il 1943-1944: i protagonisti sono<br />

coinvolti nella lotta contro le truppe tedesche che occupano Roma e il<br />

film ritrae la resistenza come l'alleanza tra comunisti e cattolici al<br />

fianco della popolazione. “Paisà” sempre di Rossellini offre una<br />

visione caleidoscopica dell'entrata degli alleati in Italia mettendo a<br />

fuoco non sono la lotta fra i partigiani e le forze occupanti, ma anche

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