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CAPITOLO IV<br />
Quella sera, in cella di isolamento, Milena iniziò a leggere un<br />
romanzo che le era rimasto nella borsa, pensando di potersi addormentare<br />
presto. Ma era disperata, con i nervi a fior di pelle e non<br />
riusciva a chiudere gli occhi. Si sentiva triste e già vecchia.<br />
Invidiò in quel momento quei giovani che avevano il coraggio di<br />
fare delle scelte, mentre lei restava sempre allo stesso posto, a fare<br />
le stesse cose, lasciando che fosse il destino a decidere per lei. Si<br />
mise a guardare le pareti della cella, notando un’impressionante<br />
macchia di umidità in basso che rendeva l’aria acida e quasi irrespirabile,<br />
tanto è vero che le vennero mal di testa e stimoli di vomito.<br />
Si alzò, aprì la finestra per respirare un po’ d’aria pura e si accorse<br />
che due militari erano impegnati a perlustrare il fabbricato del<br />
penitenziario. Uno dei due fumava mentre l’altro raccontava i continui<br />
litigi che giornalmente doveva soffrire con la sua ragazza.<br />
In quel preciso istante un gatto saettò velocissimo per sfuggire<br />
alle grinfie di un cane. La bestiola trovò riparo arrampicandosi su<br />
un pino.<br />
Milena, affacciata alla finestra, paragonò la sua vita a quella dell’animale<br />
inseguito. Si sentiva ingiustamente vittima di una persecuzione.<br />
Mentre il gatto però, vivendo in piena libertà, era riuscito a salvarsi<br />
perché dotato di una agilità che solo i felini posseggono, lei<br />
doveva soccombere perché non riusciva a sottrarsi alla volontà di<br />
chi deteneva le fila della sua persecuzione.<br />
Lei, una ragazza onesta, si trovava ingiustamente rinchiusa in un<br />
luogo riservato ai delinquenti. Il solo pensiero la riempiva di tristezza.