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50 F RANCESCO D E P ASQUALE – A VISO APERTO<br />

all’improv<strong>viso</strong> ho iniziato a piangere di gioia. Ero felice come non<br />

mai. Quando è nata la bambina pioveva a dirotto. Fuori vento, tuoni<br />

e lampi a ripetizione, come fuochi d’artificio. Diluviava a più non<br />

posso. Gli alberi si agitavano e si piegavano sotto la sferza della<br />

forza della natura impazzita.<br />

In quella occasione mia zia mi raccontò che lo stesso fenomeno<br />

si era verificato quando ero nato io, con la differenza che allora era<br />

andata via la luce ed io ero venuto al mondo illuminato da una torcia<br />

elettrica.<br />

Intanto smise di diluviare. Fuori tornò il sereno, e la vita riprese<br />

il suo regolare andare.<br />

Quella notte non ho dormito. Per la felicità che invadeva tutto il<br />

mio corpo, avrei voluto gridare, con quanto fiato avevo in corpo,<br />

che ero diventato padre di una meravigliosa bambina.<br />

Nei momenti di solitudine penso alla mia vecchiaia e se mi<br />

immagino vecchio, penso al camino acceso mentre fuori fa freddo<br />

e tira vento gelido, oppure nevica.<br />

L’inverno sarà la dannazione della mia anima, soprattutto perché<br />

m’impedisce di uscire e incontrarmi con gli amici di sempre, a<br />

respirare un po’ d’aria pura e godere i raggi caldi del sole autunnale.<br />

Amo la natura così come la mia libertà.<br />

Sono figlio di contadini, cresciuto nella rigogliosa e verdeggiante<br />

campagna, quindi come non amarla? Sarei un incosciente a non<br />

vedere di buon occhio ciò che mi ha visto crescere. Appartengo alla<br />

terra, a quella terra che per anni queste braccia, quelle di mio nonno<br />

e di mio padre hanno lavorato, sia d’estate che d’inverno, anche<br />

quando il freddo gelido impediva qualsiasi movimento del corpo.<br />

La sera si rientrava a casa con gli occhi lucidi come se avessimo<br />

ingoiato tanto alcool.<br />

Per mettere in moto il sangue gelido delle mani e dei piedi rattrappiti,<br />

era necessaria una pentola d’acqua calda. Si conduceva,<br />

allora, una vita da cani.<br />

Spesso sogno ancora di coltivare il mio giardino, oppure di trovarmi<br />

in piazza a discutere con gli amici dei lavori dei campi. A me<br />

è rimasto un nodo in gola per non aver conosciuto il vero amore,

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