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222 F RANCESCO D E P ASQUALE – A VISO APERTO<br />
tegno. Si era sempre prodigato per il suo benessere personale e per<br />
quello della sua famiglia, aiutandola secondo le sue modeste possibilità.<br />
Ripensò di nuovo al periodo di guerra.<br />
La mattina si svegliò quando i raggi del sole tingevano di rosa le<br />
mura delle case. Si fermò un attimo a riflettere e decise di non andare<br />
in giro ma di restare in casa.<br />
La sua mente era occupata da Milena. Aveva finalmente capito<br />
di essere molto legato alla ragazza a cui aveva salvato la vita.<br />
Senza riflettere molto, prese carta e penna e le scrisse una lettera:<br />
“Amatissima Milena, oggi sono rimasto a casa con l’intento di<br />
fare riposare un po’ il mio corpo e la mia mente. Ma penso molto a<br />
te e ti ho voluto scrivere. Forse è stato il ricordo del nostro primo<br />
incontro, quando ti conobbi in quella disastrosa situazione.<br />
Sicuramente, nel momento in cui ti togliesti il sangue dal <strong>viso</strong>, qualcosa<br />
di insolito è successo in me: le corde del cuore hanno incominciato<br />
a suonare. Capelli nerissimi come la pece abbellivano il tuo<br />
<strong>viso</strong>, su cui erano incastonati come due perle i tuoi occhi meravigliosi.<br />
In quel momento, non so spiegarmi che cosa è successo dentro<br />
di me, ma ho cercato di far finta di niente.<br />
La stessa cosa mi è successa nello spiazzo antistante la chiesa<br />
della Madonna Nera, quando ti ho guardato negli occhi e mi è venuta<br />
la voglia di stringerti forte a me e di baciarti. Eppure non l’ho<br />
fatto, ho sofferto e non so se tu l’hai capito. Ho fatto di tutto per frenare<br />
la mia passione, perché in quel momento mi sono convinto che<br />
non avevo alcun diritto di farlo, in quanto fra noi non c’era nessun<br />
impegno formale. Eravamo semplicemente due amici che si stimavano<br />
a vicenda e che in silenzio si volevano bene e forse si amavano.<br />
Non ti avevo detto che ti volevo bene e ti amavo, perché pensavo<br />
che avresti potuto rifiutarmi, quindi mi scoraggiai da solo. Ci ho<br />
provato altre volte, ma sempre con lo stesso risultato. Sapessi quanto<br />
ti ho desiderato quel giorno, quando siamo andati in montagna a<br />
pranzare nel ristorante della signora Elvira. Avevo una voglia matta,<br />
eppure ancora una volta ho resistito alla tentazione. Credo comunque<br />
che tu, che sei una ragazza intelligente, avrai capito il mio stato<br />
d’animo un po’ esaltato: in quel momento ti desideravo.