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CAPITOLO VII<br />
Quella notte spirò un vento di scirocco così infernale che avrebbe<br />
fatto paura anche ai più coraggiosi.<br />
Alfio, levatosi dal letto, bevve un caffelatte e, sistemata la camera,<br />
pensò di sellare il cavallo e fare un giro per accertarsi se si erano<br />
verificati danni alle culture.<br />
Quando arrivò in contrada Cocuzza, dove abitava zio Calogero<br />
con la famiglia, si accorse che giganteschi alberi erano stati sradicati<br />
dalla impetuosa e devastante forza dello scirocco.<br />
Una quercia era stata sradicata posandosi sopra il tetto della<br />
cucina di zio Calogero; il tetto era crollato distruggendo il forno,<br />
che Silvia, moglie dello zio, usava per cuocere il pane fresco per la<br />
famiglia.<br />
Mentre Alfio si rendeva conto dei danni, zio Calogero apparve<br />
sulla soglia di casa, lamentandosi che non era possibile rinunciare<br />
al forno.<br />
Alfio doveva farsi parte diligente per ottenere dal Barone il rifacimento<br />
urgente del forno.<br />
Zio Calogero si rendeva conto che il lavoro non era semplice e<br />
che serviva un bravo muratore, esperto nella costruzione di forni.<br />
Era andato in malora e bisognava ricostruirlo, ma con quali<br />
mezzi? Chi sarebbe stato capace se non una persona esperta quale<br />
poteva essere un maestro muratore?<br />
Zio Calogero era molto agitato. Alfio lo ascoltava e cercava di<br />
tranquillizzarlo. Cercò di rabbonirlo con parole persuasive, poi gli<br />
garantì che presto avrebbe riparato i danni.<br />
- Domattina ricostruiremo il forno -