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ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM ... - La Santa Sede

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S. Bomana Bota m<br />

« signore venuto. Ciò avveniva nel marzo 1907. Ciò premesso, comincio<br />

«ad osservare che questo fatto era l'indizio dei propositi e dei tenta-<br />

« tivi del sig. Garibaldi, che si era prefisso di sposarmi. A tal uopo egli<br />

« si era servito della signora donna Elisa ßuttafava, la quale chiamava<br />

« in seguito, a coadiuvarla nell'opera, la signora donna Rina De Capi-<br />

« tani vedova Piantamela ; e fu in seguito a quella prima visita, che la<br />

.« nobile signora Buttafava faceva le proposte di matrimonio a mia<br />

« madre, la quale rispondeva che non le pareva F individuo adatto e che<br />

« io stessa non pensavo ad accasarmi. Poscia l'insistenza della signora<br />

« Buttafava presso mia madre, unita ai grandi elogi fatti del sig. Gari-<br />

« baldi, finì per far cedere mia madre, la quale, presente la stessa<br />

« signora, mi chiamò annunziandomi la proposta, che mi si faceva. Io<br />

« immantinente rispondevo che non ne volevo sapere, sia perchè non<br />

« avevo intenzione di accasarmi, sia perchè sentivo repugnanza pei mili-<br />

« tari, e poi anche perchè mi avevano descritto il sig. Garibaldi come<br />

« uomo molto brillante in società. Donna Elisa Buttafava allora si mise<br />

« ad insistere di tutta lena, perchè almeno lo lasciassimo venire in<br />

« casa, onde conoscerlo. Alla quale proposta mia madre non seppe<br />

« resistere, tanto più che l'avevano persuasa che questo sposo era il più<br />

« opportuno per il caso mio. D'allora il sig. Garibaldi cominciò a venire<br />

« in casa alla sera. Io non posso dire che vi sia stato fidanzamento<br />

« fra noi, perchè date le insistenze continue da una parte e dall'altra,<br />

« io mi sono trovata legata senza volerlo. Durante questa specie di<br />

« fidanzamento non mancarono dei dissapori, poiché il sig. Garibaldi<br />

« diceva che io era fredda e di ghiaccio con lui. Nel mese di ottobre<br />

« dello stesso anno il sig. Garibaldi mi fece dono di un anello che io<br />

« accettai, non portandolo quasi mai, tanto da esserne rimproverata. È<br />

« necessario che io spieghi il mio stato d'animo a questo proposito.<br />

« Se io fossi stata più esperta del mondo e meno suggestionata da loro,<br />

« non avrei dovuto accettare questo anello, ma devo confessare che<br />

« negli ultimi mesi, io mi trovavo quasi in uno stato d'incoscienza.<br />

« Capivo che avrei dovuto avere l'energia di troncare tutto, ma il pen-<br />

« siero di far parlare di me, e il sentire che continuamente mi dicevano<br />

« (le signore Plantanida e la Garibaldi, sorella dello sposo) di guardare<br />

« bene a quello che io facevo ritirandomi, perchè ormai tutta Milano<br />

« ne parlava, e perchè io inoltre avrei rovinato quel povero uomo<br />

« materialmente e moralmente, perchè egli, dato uno scacco, avrebbe<br />

« dovuto abbandonare l'azienda ed allontanarsi da Milano; ed infine<br />

« avrei cooperato a far morire di dispiacere i vecchi genitori di lui. A<br />

« questo punto devo anche ricordare che i suoi lamenti sul mio con-

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